Diego Sileo, curatore della retrospettiva che ha richiesto cinque anni di studi |
Promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, la retrospettiva ha avuto una lunga gestazione: come spiega il curatore Diego Sileo, ha infatti richiesto ben cinque anni di studi e ricerche, al fine di offrire al pubblico una nuova chiave di lettura dell'artista, in grado di superare il mito e le mode: "Fino a oggi la maggior parte delle mostre su Frida Kahlo si sono limitate ad analizzare, con una certa morbosità, i suoi oscuri traumi familiari, la sua tormentata relazione con Diego Rivera, il suo desiderio frustrato di essere madre, e la sua tragica lotta contro la malattia. Nel migliore dei casi la sua pittura è stata interpretata come un semplice riflesso delle sue vicissitudini personali o, nell'ambito di una sorta di psicoanalisi amatoriale, come un sintomo dei suoi conflitti e disequilibri interni. L'opera si è vista quindi radicalmente rimpiazzata dalla vita e l'artista irrimediabilmente ingoiata dal mito".
La mostra intende offrire una nuova chiave di lettura dell'artista messicana |
Info: Mudec.it.