04 maggio 2021

Riaprono il 6 maggio i due musei della Fondazione Lungarotti

Situato a Torgiano, il Museo del vino si snoda lungo 20 sale
Il Museo del vino di Torgiano (Muvit) e il Museo dell'olivo e dell'olio (Moo) tornano ad accogliere i visitatori giovedì 6 maggio, nel rispetto delle normative anti-Covid. Un segnale importante che rimette al centro dell'attenzione la cultura e il connubio tra arte, vino, storia e folklore. Inaugurato a Torgiano nel 1974 da Maria Grazia Marchetti e Giorgio Lungarotti, il Museo del vino è un'autentica istituzione per il Paese, oltre che per l’Umbria. Giudicato tra i più interessanti e completi al mondo e definito dal New York Times 'il migliore in Italia' per la qualità delle collezioni artistiche, si snoda lungo 20 sale situate all’interno del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni di Torgiano, dimora estiva gentilizia del XVII secolo. In mostra, oltre tremila manufatti: reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, da Mantegna a Picasso, testi di viticoltura ed enologia, manufatti d’arte orafa, tessuti e altre testimonianze che documentano l'importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l'Europa continentale.
Ricca la collezione di lucerne esposte al Museo dell'olivo e dell'olio
I manufatti dal Muvit hanno raccontato la storia del vino italiano all'Expo di Milano ma anche all’estero: da New York a Shanghai, da Tokyo ad Osaka, da Kyoto a Mosca, fino a Bordeaux. Inaugurato nel 2000, il Museo dell'olivo e dell'olio di Torgiano è la naturale evoluzione del Muvit. Ricavato in un antico molino e in un nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane, si articola in 11 sale: un percorso affascinante che illustra le caratteristiche botaniche dell'olivo, le cultivar più diffuse in Umbria, le tecniche tradizionali e d'avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, la storia e l’evoluzione delle macchine olearie, ma anche gli usi e le valenze simboliche, propiziatorie e curative attribuite all’oro verde nel corso dei secoli. Di particolare interesse, la sezione archeologica, con il richiamo alle origini mitologiche della pianta, e quelle illustranti gli usi dell'olio, non solo l’alimentare, tra i quali 'Olio come luce', ricca collezione di lucerne a olio dall'età classica alla neoclassica. I due musei sono gestiti dalla Fondazione Lungarotti Onlus, diretta dalla storica dell’arte Maria Grazia Lungarotti.