17 marzo 2014

Salima Arfoudi: "Ho scelto capi esotici per le forme di Arisa"


Prosegue il  viaggio di Golden Backstage alla scoperta della metamorfosi di Arisa. Dopo i retroscena sul cambiamento a livello di make up (ne abbiamo scritto qui) è la volta dell’analisi approfondita dell'abbigliamento della cantante genovese. A parlarcene è la fashion stylist Salima Arfoudi, che segue l'artista dal Festival di Sanremo 2012. Nata a Padova 38 anni fa, origini marocchine da parte di padre, Salima è passata dagli studi al Dams a quelli di fotografia alla Bauer appassionandosi di moda e trasformandola in una professione. Oggi vive a Milano e si divide tra il lavoro di stylist per Arisa (qualche anno fa si è occupata anche dei Baustelle e, prima che spopolasse, Nesli) e di consulente di moda per importanti case editrici.
La fashion stylist Salima Arfoudi

Cos’ha trovato nel precedente look di Arisa che ha voluto cambiare?
Poca attinenza con il suo modo di essere. Aveva creato il personaggio che l’aveva lanciata e cercava di crescere, ma era come se non mostrasse le forme che la rispecchiavano, quindi insieme a Sara (Di Stefano, la make up artist di Arisa intervistata qui, ndr) abbiamo iniziato un lavoro di ripulitura dell’immagine per farle emergere. Si è tratto di un lavoro per sottrazione senza pregiudizi: se le sue scelte originarie si fossero rivelate giuste, non avrei avuto problemi a tornare sui miei passi.

Com’è stata praticata, concretamente, la ripulitura?
Ho iniziato a eliminare il colore o il suo essere forzatamente sexy anche perché, nonostante fosse molto dimagrita, lei è strutturalmente una donna dalle forme burrose, morbide. Sono forme antiche, delicate, eteree, tipiche della storia dell’arte, senza lati spigolosi.

Quale abbigliamento ha scelto allora per l'esibizione a Sanremo 2012?
L’idea era di assecondare il sound dell’album ‘Amami’, non gridato, né tragico. Lo definirei piuttosto lieve e introspettivo, quindi per non enfatizzare l'aura di malinconia ho relegato a due serate la presenza del nero e mi sono tenuta sul bianco, il tortora e il carne, colori neutri che comunicano un senso d’introspezione. I capi che Arisa ha indossato in quell’edizione erano firmati Mila Schön, Larusmiani, Mauro Grifoni e Iceberg.

Come si è evoluto il look di Arisa quest’anno?
Il nuovo album, ‘Se vedo te’, anche in virtù di collaborazioni originali e interessanti e contaminazioni con la musica elettronica, segna un ulteriore passo avanti rispetto al precedente. Quindi per il suo look sanremese ho studiato un nuovo concept basato sull’idea di renderla esotica, ma non nell’accezione di orientale. Ho preferito non enfatizzare o banalizzare la sua italianità, scegliendo delle forme concettuali fredde, che richiamassero il design nordico, il minimalismo scandinavo.

Quali griffe avete scelto quest'anno per la sua esibizione all'Ariston?
Per quanto riguarda l’abbigliamento la collaborazione è avvenuta con Jil Sander, marchio di alta sartoria avvicinabile alla scuola di Anversa: anche quest’anno ho escluso il nero a favore di capi blu notte, blu inchiostro e glitter. Per le calzature la scelta è caduta su Casadei: le décolleté color bianco, fluo e blu cina rappresentavano l’errore che contraddiceva lo studio del look rigoroso risvegliando i sensi. Scarpe supersexy da ‘Sophia Loren pop’, che hanno rappresentato un bilanciamento dell'abbigliamento rigoroso.

Perché la ‘rinascita’ di Arisa è stata notata dal pubblico solo quest’anno e non due anni fa?
Ci siamo interrogati tutti su questo interessante fenomeno. Io sono arrivata alla conclusione che solo ora si sia percepita la stabilità, quindi è improvvisamente diventato notiziabile il passaggio dalla 'vecchia' Arisa alla 'nuova', che nel frattempo anche grazie al forte calo di peso - oggi oscilla dalla taglia 40 alla 42 - è molto cambiata fisicamente definendo le sue forme femminili.