07 agosto 2025

Le foto di Cutini in mostra alla Mole Vanvitelliana di Ancona

La Mole Vanvitelliana di Ancona ospita la mostra 'Giorgio Cutini. Canto delle stagioni', antologica dedicata al fotografo perugino, uno dei protagonisti più significativi della ricerca fotografica italiana. Curata da Gabriele Perretta e organizzata dal Consiglio Regionale delle Marche, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Ancona, la mostra presenta oltre 200 opere fotografiche, molte delle quali inedite.
Due scatti del fotografo perugino Giorgio Cutini.
Da sinistra, 'Ombra del vento' (2023) e 'Segni' (1997)
L'allestimento è pensato come percorso di introspezione artistica e umana personale, ma anche un viaggio universale dello sguardo dell'artista attraverso le età dell’uomo. Si snoda nelle sale seguendo una suddivisione tematica, focalizzata sulle serie e sulle immagini che hanno costruito la cifra stilistica più caratteristica di Cutini, che da sempre evita i luoghi comuni e mette in discussione i presupposti visivi dell'istantaneo contemporaneo. Non solo ritratti di cose, oggetti o realismi effimeri: le sue fotografie documentano quello che il paesaggio muove nell'animo, in cui l'occhio intellettuale del fotografo si interessa e incuriosisce di ciò che lo circonda. La mostra, aperta fino al 30 settembre tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 17 alle 21, è anche l'occasione per scoprire l'inconsueto complesso della Mole Vanvitelliana e tutte le attività che si possono fare al suo interno, per una visita dopo la spiaggia, un aperitivo o una passeggiata. Costruita tra il 1733 e 1743 da Luigi Vanvitelli per diventare il lazzaretto cittadino, la Mole Vanvitelliana è un capolavoro di edilizia sull'acqua, che sorge su un'isola artificiale dall'inusuale forma pentagonale all'interno del porto ed è collegata alla terraferma da tre ponti. Utilizzato anche come ospedale militare e caserma, nel 1860 il Lazzaretto diventa prima una raffineria di zucchero, poi base militare durante i conflitti del primo Novecento , in seguito sede della manifattura tabacchi per diventare, infine, quello che possiamo vedere adesso dopo grandi restauri realizzati dalla Soprintendenza e dal Comune.