07 marzo 2014

Obiettivo cuore ‘25by25’ con la prevenzione a tutto campo

Puntare sulla prevenzione primaria e secondaria per ridurre la mortalità cardiovascolare del 25% entro il 2025: questo l’obiettivo della World Heart Federation e della Fondazione Italiana per il cuore con il progetto ‘25by25’ illustrato ieri a Milano con un incontro che ha visto confrontarsi i maggiori esperti del settore. In Italia le patologie cardiovascolari, come infarto e ictus, incidono quasi per il 50% della mortalità della popolazione, con un contributo maggiore delle donne rispetto agli uomini e con elevati costi sociali, che pesano sull’economia dell’Unione Europea per 169 miliardi di euro l’anno. Tra i fattori di rischio il fumo, l’ipertensione e colesterolo, così come il sovrappeso e l’obesità, il diabete mellito, l’alcool, lo stress e l’inquinamento. Tutt’altro che semplice, il percorso verso il 25by25 richiede l’impegno delle autorità, dei gestori e soprattutto del cittadino, che deve investire in prima persona sulla sua salute. Per realizzare l'ambizioso programma '25by25' un aiuto in termini di sensibilizzazione dell'opinione pubblica lo darà il web: il programma prevede una campagna informativa che passerà attraverso social media per poter raggiungere anche i giovani, accendendo così i riflettori sull’importanza della prevenzione, sia primaria sia secondaria (la diagnosi precoce), per scongiurare la patologia.
Piergiuseppe Agostoni
Secondo una stima dell’OMS, una riduzione anche modesta, ma simultanea, della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo nel sangue, dell’obesità e del fumo potrebbe ridurre di più del 50% l’incidenza delle malattie cardiovascolari. Per questo è fondamentale che i medici aumentino il livello di consapevolezza del paziente, incoraggiandolo nella cultura della prevenzione, rassicurandolo e avviando il controllo delle abitudini e delle eventuali patologie. E a proposito di malattie cardiovascolari, il Prof. Piergiuseppe Agostoni, direttore Unità Operativa Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, ha ricordato che l’insufficienza cardiaca  “è spesso l’indesiderato risultato finale di quasi tutte le malattie del cuore, da quelle più frequenti come l’ipertensione arteriosa, le  malattie delle coronarie e delle valvole cardiache  a quelle più rare come le miocardiopatie primarie o certi disturbi ormonali. Oltre a evitare lo scompenso cardiaco attraverso una tempestiva prevenzione e/o terapia di queste patologie determinanti, i numerosi sviluppi diagnostici e terapeutici recenti hanno consentito di migliorare sostanzialmente la qualità della vita e la prognosi dei pazienti scompensati”.