Puntare sulla prevenzione primaria e secondaria per
ridurre
la mortalità cardiovascolare del 25% entro il 2025: questo l’obiettivo
della
World Heart Federation e della
Fondazione Italiana per il cuore con il progetto
‘25by25’ illustrato ieri a Milano con un incontro che ha visto confrontarsi i maggiori esperti del settore.
In Italia le patologie cardiovascolari, come
infarto e
ictus, incidono quasi per
il 50% della mortalità della popolazione, con un contributo maggiore delle
donne rispetto agli uomini e con elevati costi sociali, che pesano sull’economia
dell’Unione Europea per
169 miliardi di euro l’anno. Tra i
fattori di rischio il
fumo, l’ipertensione e colesterolo, così come il sovrappeso e l’obesità, il diabete
mellito, l’alcool, lo stress e l’inquinamento. Tutt’altro che semplice, il
percorso verso il 25by25 richiede l’impegno delle autorità, dei gestori e
soprattutto del cittadino, che deve investire in prima persona sulla sua salute. Per realizzare l'ambizioso programma '25by25' un aiuto in termini di
sensibilizzazione dell'opinione pubblica lo darà il
web: il programma prevede una
campagna informativa che passerà attraverso
social media per poter raggiungere anche i giovani, accendendo così i riflettori sull’importanza
della prevenzione, sia primaria sia secondaria (la diagnosi precoce), per scongiurare
la patologia.
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Piergiuseppe Agostoni |
Secondo una stima dell’OMS, una riduzione anche modesta, ma simultanea,
della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo nel sangue, dell’obesità
e del fumo potrebbe ridurre di più del 50% l’incidenza delle malattie
cardiovascolari. Per questo è fondamentale che i medici aumentino il livello di
consapevolezza del paziente, incoraggiandolo nella cultura della prevenzione,
rassicurandolo e avviando il controllo delle abitudini e delle eventuali
patologie. E a proposito di malattie cardiovascolari, il Prof. Piergiuseppe
Agostoni, direttore Unità Operativa Scompenso, Cardiologia Clinica e
Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, ha ricordato che l’insufficienza
cardiaca “è spesso l’indesiderato risultato finale di quasi tutte le
malattie del cuore, da quelle più frequenti come l’ipertensione arteriosa,
le malattie delle coronarie e delle valvole cardiache a quelle più
rare come le miocardiopatie primarie o certi disturbi ormonali. Oltre
a evitare lo scompenso cardiaco attraverso una tempestiva prevenzione e/o
terapia di queste patologie determinanti, i numerosi sviluppi diagnostici e
terapeutici recenti hanno consentito di migliorare sostanzialmente la qualità
della vita e la prognosi dei pazienti scompensati”.