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04 marzo 2019

'Vivi con il cuore', la campagna contro l'infarto nella donna

La promuovono Abbott e la Società Italiana di Cardiologia
Mira ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza del rischio delle patologie cardiovascolari e incentivare le donne a partire dai 40 anni a prendere le corrette contromisure preventive Vivi con il cuore, la campagna nazionale di informazione per riconoscere l'infarto nella donna, che causa un decesso ogni dieci minuti. Un rischio sottovalutato (solo due donne su dieci ne sono consapevoli), eppure quasi l'80% degli eventi cardiaci potrebbe essere prevenuto modificando lo stile di vita. 'Vivi con il cuore', promossa da Abbott in collaborazione con la Società Italiana di Cardiologia, mette a disposizione un sito web, recentemente rinnovato, che insegna a riconoscere le differenze di genere, aiuta a scoprire i sintomi dell'infarto e le specificità nella donna (è assodato che donne e uomini differiscono per sintomi, presentazione clinica, diagnosi, prognosi e terapia) e offre consigli utili sulle malattie del cuore.
I sintomi dell'infarto sono differenti nell'uomo e nella donna 
"Sebbene si pensi che le malattie cardiache non siano appannaggio del sesso femminile, queste sono la prima causa di morte anche nelle donne - dichiara Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia -. Tra i nostri obiettivi primari c'è quello di promuovere il benessere delle donne, diffondere la consapevolezza del rischio cardiovascolare e incoraggiare le più efficaci strategie terapeutiche. Il messaggio importante che i cardiologi italiani vogliono diffondere riguarda anche la differenza dei sintomi dell'infarto, che nelle donne sono frequentemente atipici. Campagne come 'Vivi con il cuore' hanno l'ambizioso obiettivo di prevenire morti premature e permettere la migliore cura per le donne colpite da infarto". Oltre che sul web, la campagna sarà veicolata anche in tv e in radio.

14 novembre 2017

Al via la campagna di sensibilizzazione 'Sfidiamo il diabete'

'Sfidiamo il diabete' è il titolo della campagna di grande impatto presentata questa mattina dal Comune di Milano. Un invito, quello di Progetto Diabete e SID (società italiana di diabetologia), la cui creatività porta la firma dell' agenzia Komma - ComunicazioniSociali e che rappresenta il primo step della più ampia campagna divulgativa sul tema mai promossa in Italia. Includerà, infatti, un'ampia serie di iniziative ed eventi volti a sensibilizzare le istituzioni, le imprese e la società civile in merito a prevenzione, diagnosi precoce, cura e ricerca. La campagna di comunicazione, partita nei giorni scorsi con affissioni e street box e oggi ospitata anche sui principali quotidiani nazionali e locali, prevede pop up sul web, immagini e post sui social network e distribuzione di opuscoli informativi. Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica anche attraverso un messaggio forte che inquadra il diabete per quello che effettivamente è: un 'bastardo' che deve essere arrestato. Si tratta di una patologia insidiosa e diffusa, che in Italia colpisce 5 milioni di persone, di cui un milione ignaro di soffrirne. Oltre a rendere più difficile la vita di chi ne soffre e dei familiari, incide in maniera significativa anche sui costi che il sistema sanitario deve affrontare.

Tutti i numeri del diabete
Il diabete è considerato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità una delle tre emergenze sanitarie globali, insieme a tubercolosi e malaria, anche per le sue temibili complicanze. Tra i diabetici italiani ogni anno si registrano molte migliaia di casi di ictus (circa 50mila), scompenso cardiaco (circa 50mila), infarto del miocardio (circa 50mila), avvio di terapia dialitica per insufficienza renale (circa 2mila), cecità in età lavorativa (circa 15.000), e amputazione traumatica degli arti inferiori (circa 10mila). Il diabete è un fattore di rischio per tutte le malattie, compresi i tumori. Numeri in crescita per una malattia sempre più diffusa che ha visto raddoppiare i casi in Italia negli ultimi 30 anni, con uno scenario allarmante, se si considera che:

- ogni 10 minuti una persona con diabete ha un infarto;
- ogni 10 minuti una persona con diabete sviluppa un deficit visivo importante;
- ogni 10 minuti una persona con diabete ha un ictus;
- ogni 52 minuti una persona subisce un'amputazione a causa del diabete;
- ogni 4 ore una persona con diabete comincia la terapia dialitica;
- ogni 5 minuti una persona muore a causa del diabete (circa120mila all’anno, un numero quasi pari a quello dei morti per cancro)

07 marzo 2014

Obiettivo cuore ‘25by25’ con la prevenzione a tutto campo

Puntare sulla prevenzione primaria e secondaria per ridurre la mortalità cardiovascolare del 25% entro il 2025: questo l’obiettivo della World Heart Federation e della Fondazione Italiana per il cuore con il progetto ‘25by25’ illustrato ieri a Milano con un incontro che ha visto confrontarsi i maggiori esperti del settore. In Italia le patologie cardiovascolari, come infarto e ictus, incidono quasi per il 50% della mortalità della popolazione, con un contributo maggiore delle donne rispetto agli uomini e con elevati costi sociali, che pesano sull’economia dell’Unione Europea per 169 miliardi di euro l’anno. Tra i fattori di rischio il fumo, l’ipertensione e colesterolo, così come il sovrappeso e l’obesità, il diabete mellito, l’alcool, lo stress e l’inquinamento. Tutt’altro che semplice, il percorso verso il 25by25 richiede l’impegno delle autorità, dei gestori e soprattutto del cittadino, che deve investire in prima persona sulla sua salute. Per realizzare l'ambizioso programma '25by25' un aiuto in termini di sensibilizzazione dell'opinione pubblica lo darà il web: il programma prevede una campagna informativa che passerà attraverso social media per poter raggiungere anche i giovani, accendendo così i riflettori sull’importanza della prevenzione, sia primaria sia secondaria (la diagnosi precoce), per scongiurare la patologia.
Piergiuseppe Agostoni
Secondo una stima dell’OMS, una riduzione anche modesta, ma simultanea, della pressione arteriosa, dei livelli di colesterolo nel sangue, dell’obesità e del fumo potrebbe ridurre di più del 50% l’incidenza delle malattie cardiovascolari. Per questo è fondamentale che i medici aumentino il livello di consapevolezza del paziente, incoraggiandolo nella cultura della prevenzione, rassicurandolo e avviando il controllo delle abitudini e delle eventuali patologie. E a proposito di malattie cardiovascolari, il Prof. Piergiuseppe Agostoni, direttore Unità Operativa Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, ha ricordato che l’insufficienza cardiaca  “è spesso l’indesiderato risultato finale di quasi tutte le malattie del cuore, da quelle più frequenti come l’ipertensione arteriosa, le  malattie delle coronarie e delle valvole cardiache  a quelle più rare come le miocardiopatie primarie o certi disturbi ormonali. Oltre a evitare lo scompenso cardiaco attraverso una tempestiva prevenzione e/o terapia di queste patologie determinanti, i numerosi sviluppi diagnostici e terapeutici recenti hanno consentito di migliorare sostanzialmente la qualità della vita e la prognosi dei pazienti scompensati”.