Maddalena, 1967, carboncino su carta |
22 giugno 2021
A Milano l'antologica di Cerri 'Quando l'orbo ci vedeva bene'
Giancarlo Cerri, artista ipovedente nato negli anni Trenta a Milano, dove da sempre vive e lavora, fino al 26 giugno 2021 espone al Centro Culturale di Milano, in Largo Corsia dei Servi 4, con l'antologica 'Quando l'orbo ci vedeva bene', dedicata alla forza espressiva del bianco e nero.
La mostra, nata in collaborazione con il Centro Culturale di Milano, e che rappresenta anche un segnale da parte della città di Milano di far ripartire la cultura in città dopo l'emergenza Covid-19, vuole essere un omaggio all'incanto del bianco e nero, ricerca dell'essenziale, le due estremità della tavolozza, i non-colori che sembrano incapaci di interagire con l’anima, ma che, invece, determinano fortissime tensioni emotive. Artista e grafico pubblicitario sin dagli anni Cinquanta, convinto da sempre che la pittura e la personalità di un pittore si esprimano 'in parete', Giancarlo Cerri ha attraversato appieno gli anni Sessanta e settanta dell’arte milanese, conoscendone alcuni dei principali protagonisti. Sebbene come artista abbia trovato il maggiore riscontro di notorietà a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, in realtà si era già fatto notare con due personali alla storica galleria Barbaroux di Milano, nel 1969 e nel 1972, in uno dei templi della grande pittura figurativa novecentesca, che lo aveva subito percepito come la 'costola' di due suoi campioni, Carrà e Tosi. La sua nuova mostra milanese si compone di 43 opere, la maggior parte disegni a carboncino o inchiostro su carta, divise su quattro sezioni: 20 figure tra ritratti e nudi femminili, 9 tra paesaggi e nature morte, 8 sequenze e 6 dipinti di arte sacra. I lavori, molti dei quali mai esposti, sono stati tutti realizzati tra gli anni Sessanta e il 2004, anno in cui la grave maculopatia ha costretto l’artista prima a rallentare e poi a fermare per oltre dieci anni la sua attività pittorica. Il catalogo della mostra presenta un approfondito contributo critico di Elisabetta Muritti.
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