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La campagna 'Stop alle fratture' è alla quarta edizione |
Quanto ne sanno le italiane di
osteoporosi severa,
ossia di osteoporosi con frattura? Non molto, a giudicare dall’indagine demoscopica
‘La fragilità ossea: conoscenza e percezioni delle donne over 50’ condotta da
Pepe Research per conto delle cinque principali società scientifiche
nell’ambito delle malattie metaboliche dell’osso:
Siommms (Società
Italiana
dell’Osteoporosi, del
Metabolismo Minerale e delle Malattie dello
Scheletro),
Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia),
Sir
(Società
Italiana
di
Reumatologia),
Ortomed (Società
Italiana di Ortopedia e Medicina) e
Gisoos (Gruppo
Italiano
di
Studio in
Ortopedia
dell’Osteoporosi
Severa). Secondo lo studio, che ha riguardato 401 donne di età compresa tra i 50 e i 79
anni e che è stato condotto in concomitanza
dell'avvio della
quarta edizione della campagna di sensibilizzazione
‘Stop alle fratture’,
8 italiane su 10 dichiarano di sapere che si tratta di una patologia seria,
tuttavia sottostimano fortemente i
rischi di frattura di
vertebre, polso, omero
e femore ad essa legati, nonostante portino a una drastica riduzione dell’autonomia del soggetto con
conseguente peggioramento della qualità della vita. Tante sono inoltre le donne inconsapevoli di essere esposte al
rischio fratturativo: è infatti convinzione
diffusa (per il 50% del campione, in pratica un’italiana su due oltre i 50 anni) che la principale causa dell’osteoporosi
severa sia la
menopausa precoce (vale a dire intorno ai 45 anni) legata al
calo degli estrogeni ‘protettivi’, tra l'altro, del tessuto osseo.
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Specialisti a confronto sul tema dell'osteoporosi severa |
In realtà sono molteplici - alcuni dei quali
maggiormente incidenti - i
fattori di rischio: spaziano da una dieta sbilanciata
(povera di calcio) a una
storia personale o familiare di fratture
ricorrenti, dall’assunzione di determinati
farmaci (come i cortisonici e gli
antiepilettici) alla
carenza di vitamina D (dovuta anche a una scarsa
esposizione al sole), dall'
eccessiva magrezza all'
obesità, dal
fumo all'abuso di
alcol. Sempre secondo l’indagine,
è allarmante che in caso di frattura solo il 30%
delle intervistate manifesterebbe un atteggiamento
reattivo ricorrendo a una valutazione clinica; la percentuale rimanente del
campione tenderebbe infatti a minimizzare la gravità dell’accaduto attribuendolo
a semplice disattenzione o fatalità. Scaturisce dunque dalle evidenze di questo studio la
necessità di continuare a
sensibilizzare le over 50 con la
campagna informativa
‘Stop alle fratture’ intrapresa dal 2011 dalle suddette cinque realtà
scientifiche e realizzata con un unrestricted grant di
Eli Lilly Italia. Fulcro
dell’operazione il sito stopallefratture.it che mette fra l'altro a disposizione un prezioso strumento
online, il
Defra Test, che consente di conoscere il proprio rischio
di frattura nei successivi dieci anni. Il sito fornisce anche un consulto
via
email da parte di un esperto. Sull'argomento in oggetto si sono confrontati ieri a Milano i medici
Giuseppina Resmini e
Alfredo Nardi, entrambi nel board scientifico della campagna 'Stop alle
Fratture', e
Maria Grazia Pisu, presidente di Anmar, in rappresentanza dei pazienti interessati dalla patologia.