31 dicembre 2012

Eros e cibo: quando il peccato di gola diventa arte

Reduci dalle ultracaloriche tavolate natalizie e a poche ore da quelle per dare il benvenuto all'anno nuovo, resto sul tema cibo, questa volta trattandolo però da un'angolatura decisamente più... piccante. Lo spunto me lo offre 'Kama. Sesso e Design', un'interessante mostra allestita a Milano che, come indica il titolo che rimanda al dio indiano del piacere e dell'amore carnale, analizza il rapporto tra sesso e progetto. Come spiega la curatrice Silvana Annicchiarico, “ha l’ambizione di essere una mostra sugli oggetti che hanno come matrice morfologica gli organi genitali e sessuali, ma anche le relazioni sessuali che il corpo intrattiene con altri corpi. È una mostra che studia come il sesso si deposita negli oggetti di uso quotidiano”. In esposizione circa 300 fra reperti archeologici, disegni, fotografie, oggetti d’uso e opere di artisti e designer internazionali: dai vasi etruschi agli amuleti fallici di epoca romana, dal divano Mae West a forma di labbra di Salvador Dalí fino al forte e provocatorio The Great Wall of Vagina di Jamie McCartney, formato dai calchi dei genitali di ben 400 donne. Tra tutte le sezioni (Archetipi, Priapo, Origine du monde, Seni, Glutei, Orifizi, Accoppiamenti) non manca quella battezzata Erotic Food Design, con cannoli, paste e altri espliciti rimandi alla sessualità. Curioso anche il Kaprasutra, con biscottini a forma di capra ‘accoppiabili’a piacimento. Se vi ho incuriositi e non l’avete ancora vista, questa mostra, inaugurata alla Triennale di Milano il 5 dicembre, resterà aperta fino al 10 marzo. Requisiti? Non essere troppo pudichi e avere compiuto 18 anni.



In queste foto

- Le Minne di Sant'Agata, piccole cassate siciliane a forma di mammella. Dal punto di vista devozionale ricordano il martirio subìto dalla santa catanese, a cui fu amputato un seno per non aver abiurato la sua fede. Ma nell’iconografia popolare e nella variante “di pasticceria” assumono una valenza di culto feticistico.
- Un tipico cannolo siciliano
- Nell’ultima foto (courtesy Sasa Stucin) la pratica giapponese del Nyotaimori (letteralmente “ornamento del corpo femminile”). Risalente al XVII secolo, era diffusa tra i dignitari di corte: sashimi e sushi erano serviti sul corpo nudo di una donna. Con il calore del corpo, le fragranze dei cibi venivano esaltate. Le donne venivano addestrate a stare immobili per tutto il tempo del banchetto.