Una splendida dimora nel cuore di Milano che rispecchia la
vita dell’alta borghesia industriale lombarda della prima metà del Novecento.
Da quando nel 2008 ha riaperto i battenti grazie al Fai,
a cui sette anni prima era stata donata dalla quasi centenaria proprietaria,
Villa Necchi Campiglio, situata in via Mozart 14, è visitabile dal pubblico e su
prenotazione ospita anche eventi di privati e aziende. Nei giorni in cui il Fai ha aperto gratuitamente al pubblico
in occasione della tradizionali giornate di primavera, sono tornata per la
seconda volta a visitarla con vero piacere.
Circondata da un giardino con piscina riscaldata e campo da tennis, la villa costruita tra il 1932 e il 1935 dall’architetto
milanese Piero Portaluppi è un gioiello che non può non affascinare: è ricca di
soluzioni architettoniche innovative per l’epoca (le porte scorrevoli, i marmi neri
per il bagno dell’ospite, le pareti di pergamena e altre boiserie, i tessuti cinesi, le ampie vetrate) magnifiche opere
d’arte, antichi volumi, fotografie storiche di teste coronate, mobilia di
pregio, complementi d’arredo collezionati durante viaggi in terre
lontane, abbigliamento sartoriale (tra cui preziosi e personalizzati foulard di
Christian Dior). Visitarla significa girare (e io l’ho fatto con una guida
appassionata, il signor Stefano, volontario del Fai) per le magnifiche stanze intrise
di storia, respirare quella stessa atmosfera signorile che le sorelle Gigina e
Nedda Necchi (della storica omonima azienda di macchine da cucire) respiravano
nella loro quotidianità. Una residenza che è stata scelta come location di
film, l’ultimo dei quali in ordine di tempo è ‘Io sono l’amore’ di Luca
Guadagnino uscito nel 2009. Una pellicola che consente a tutti di ammirare la villa anche al suo interno.