27 novembre 2014

'Lettera a me stesso', video-esperimento per le adozioni CIAI

Rivivere l’istante in cui si realizza che si diventerà genitori scatena un turbine di ricordi e di emozioni profondi e autentici. Emozioni difficili da dissimulare. È questa la scelta non convenzionale fatta da Ogilvy & Mather Italia e dal CIAI - Centro Italiano Aiuti all’Infanzia per affrontare il tema delle adozioni internazionali nella nuova campagna sociale 'Lettera a me stesso': cinque storie reali di adozione raccontate in prima persona da altrettanti genitori a partire dal giorno in cui la loro richiesta di adozione è stata accettata e la loro vita è cambiata per sempre.
Nel toccante video, cinque genitori adottivi scrivono una lettera a se stessi
Il video della campagna, online da oggi su YouTube, sulla pagina Facebook del CIAI e sul minisito dedicato Letteraamestesso.ciai.it, si distacca dai cliché di genere affidando alla spontaneità senza filtri di chi sperimenta le gioie, le ansie e le difficoltà di un percorso di adozione il compito di testimoniare la positività di questa esperienza e la competenza acquisita sul campo dal CIAI, che da 46 anni affianca e sostiene le famiglie prima, durante e dopo l’adozione. Un approccio diverso dagli standard, teso a cogliere l’autenticità delle storie e delle emozioni, che si è svolto come un vero e proprio esperimento. “Abbiamo imparato tanto in questi 46 anni di lavoro a fianco dei bambini e delle famiglie - dichiara Paola Crestani, presidente CIAI -. Vogliamo mettere tutta la nostra esperienza a disposizione delle famiglie che hanno intenzione di affrontare o che stanno affrontando la meravigliosa e impegnativa avventura dell'adozione perché possano sempre sentirsi sostenute da chi, come loro, c'è passato e ce l'ha fatta.” Nel video, diretto da Edo Lugari per Mercurio Cinematografica, è stato chiesto ai cinque ignari genitori adottivi di scrivere una lettera a se stessi, immaginando di poterla recapitare indietro nel tempo, il giorno in cui la loro richiesta di adozione è stata accolta. Il risultato è un mosaico emozionante, cinque voci che si intrecciano per raccontare una storia comune, per nulla retorica, che porta in vita un messaggio di grande forza e positività: nessuno dice che essere genitori adottivi sia facile, ma comunque è possibile farcela.