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Bebe Vio fotografata da Giovanni Gastel in abiti Dior |
Bebe Vio, da domani sulla copertina di
Rolling Stone, lancia un'esortazione chiara e diretta: '
Vaccinatevi!'. Quella delle
vaccinazioni, in Italia, oggi è una battaglia civile e puntando sulla campionessa paralimpica di scherma, colpita da meningite a 11 anni,
Rolling Stone prende posizione, com'è nel Dna del magazine. Fotografata da
Giovanni Gastel, con abiti
Dior realizzati in esclusiva per lei da
Maria Grazia Chiuri, Bebe si racconta senza peli sulla lingua. A partire da quanto l'agonismo l'abbia aiutata nei momenti difficili: "Per me il letto era come la pedana della scherma, hai tre minuti per vincere un assalto, hai tre mesi per uscire dall'ospedale: stessa cosa. Quando sono andata al centro protesi, la lotta era riuscire a camminare meglio del vecchietto accanto a me. Mi auto creavo delle
sfide, mi dissero: 'Starai qui sei mesi'. Mi sono detta: 'Entro due devo uscire', e ho vinto io". O dalla rabbia che prova quando la gente si schiera contro i
vaccini: "Mi fa arrabbiare che la gente si informi dagli articoli su Facebook e non da fonti vere, che creda alle dicerie più che ai medici. Io con la mia vitalità sembro una deficiente, ma il 95% delle persone che hanno avuto quello che ho avuto io muoiono, gli altri restano distrutti e depressi. Io so quanto hanno sofferto i miei genitori. Per questo dico a ogni mamma: fai il vaccino a tuo figlio, non per lui, ma per te stessa. Vuoi veramente soffrire così tanto? Se la popolazione fosse vaccinata, la meningite sarebbe debellata. Come si fa a non volerlo? Come?". Al giornalista, Bebe dichiara che prima di compiere trent'anni, vorrebbe "vincere l’oro a Tokyo, sia individuale sia a squadre, vorrei creare il para pentathlon, andare ai Giochi nel 2024 e portare a Milano quelli 2028, facendo parte del comitato organizzativo. E sono seria quando dico che a ottobre 2028 voglio candidarmi come presidente del Coni e unire le federazioni olimpica e paralimpica, come già succede nella scherma. Dovrebbe essere così per tutti gli sport, Totti dovrebbe allenarsi ogni tanto con la nazionale calcio amputati”. Non manca la questione degli
hater in Rete: "Mi fanno capire quanto sono diventata una persona normale e non una persona con una disabilità, perché un disabile non l'offenderesti mai come offendono me. Poi, se uno mi insulta perché dico 'vaccinatevi', io purtroppo la cura per l'ignoranza non ce l’ho". L'intervista completa sul magazine.