06 dicembre 2023

Apre alle Gallerie d'Italia la mostra sull'artista lombardo Moroni

'Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo' alle Gallerie d'Italia - Milano fino all'1 aprile 2024
(Ph. allestimento Roberto Serra)

Da oggi all'1 aprile 2024 le Gallerie d'Italia a Milano, museo di Intesa Sanpaolo, ospitano la mostra 'Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo' a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino. La mostra, sotto l'Alto Patronato del presidente della Repubblica, è inserita nel programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ed è realizzata in partnership con Accademia Carrara di Bergamo e Fondazione Brescia Musei. L’esposizione, la prima dedicata alla carriera di Giovan Battista Moroni, presenta oltre cento opere tra disegni, libri, medaglie, armature, ma soprattutto dipinti provenienti da prestigiosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemäldegalerie – Staatliche Museen di Berlino, il Musée du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Art di Washington e il Philadelphia Museum of Art. Alle opere di Moroni si affiancano importanti testimonianze figurative di Lotto, Moretto, Savoldo, Anthonis Mor, Tiziano, Veronese e Tintoretto. La mostra è suddivisa in nove nuclei tematici, ciascuno dedicato a un particolare aspetto della produzione artistica dell'artista lombardo. Il percorso inizia con un approfondimento della figura di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro di Moroni. Successivamente è possibile trovare una sezione di approfondimento su Lorenzo Lotto, molto attivo a Bergamo dove ha lasciato significative tracce del suo passaggio. Segue un approfondimento sul contesto trentino della metà del Cinquecento a partire dal Ritratto di Cristoforo Madruzzo, il Principe-Vescovo di Trento dipinto da Tiziano nel 1552. Segue la comparazione tra il Ritratto di Alessandro Vittoria, scultore trentino, con il Ritratto di Giulio Romano di Tiziano. Chiude la sezione la cosiddetta Pala dei Dottori, opera pubblica commissionata a Moroni dalla corporazione dei legali e dei dottori per il proprio altare nella basilica di Santa Maria Maggiore. Moroni dedica un’ampia parte della sua carriera alla ritrattistica che viene approfondita in tutte le sue sfaccettature. Una delle sezioni della mostra espone i ritratti del potere, in particolare è possibile ammirare i ritratti di Tiziano e Tintoretto. La sezione successiva, dedicata ai ritratti al naturale, non idealizza le persone immortalate nei quadri. Moroni dedica parte della sua produzione ai ritratti delle personalità del suo tempo. Viene, inoltre, approfondito il legame tra Lotto e Moretto che non si limita alla reciproca influenza artistica ma si tratta di un modo comune e originale di interpretare i tempi della Riforma cattolica. In un'altra sezione sono messi in risalto i personaggi ritratti che hanno chiesto di entrare a far parte delle storie sacre illustrate nelle varie pale d'altare, oltre a opere pubbliche di Moroni in bilico tra innovazione e conservazione. Una sezione della mostra è dedicata alla preghiera individuale che durante la Controriforma trova riscontro in numerosi dipinti.  La mostra si chiude con Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni. Non è un caso che il personaggio sia stato ripreso mentre sta tagliando con la forbice un pezzo di stoffa tinta di nero, colore per antonomasia della moda europea del tempo. Da qui nasce l'idea di raccogliere ritratti della seconda metà del Cinquecento in grado di evidenziare la diffusione di abiti e cappelli, anche di fogge diverse, tutti costituiti da varie tipologie di stoffe nere. Il Libro del Sarto, un repertorio di modelli raccolto da un sarto milanese nella seconda metà del Cinquecento, illustra in modo efficace l’uso del nero nella moda del tempo. In alcuni di questi ritratti compaiono delle imprese: motti e iscrizioni che si combinano con degli oggetti simbolici per restituire al gesto esibito dal ritrattato un significato allegorico. Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d'Italia |Skira.