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20 marzo 2017

Risintonizzarsi con sé: l'iniziativa di Sòno Human Tuning

Oggi si celebra la Giornata mondiale della felicità. Per l'occasione le prime 20 persone che - dalle ore 10 alle 24 - si registreranno a Sono-tuning.it/checkupfelicita/ potranno iscriversi gratuitamente al check up personalizzato della felicità, servizio di Sòno Human Tuning, nuovo metodo di consulenza personale per risintonizzarsi con le proprie caratteristiche, messo a punto dal sociologo e ricercatore Enrico Finzi. "Dal 2011 la felicità dichiarata dei nostri connazionali è crollata -  afferma l'esperto, che al tema ha dedicato due libri -. In sette anni il voto medio è sceso da 7.1 a 6.0 (i discretamente e molto felici dal 59 al 43%). Tale inedito tracollo, mai registratosi dal secondo dopoguerra, è dovuto sia alla crisi economico-sociale, sia specialmente alla dilagante 'malattia del futuro' e cioè dalla diffusa perdita di ogni speranza e progetto circa il domani". Il check up prevede due sessioni. Nella prima, la persona risponde a un originale e proprietario test scientifico di 200 domande che, elaborato, permette di individuare il proprio modello di felicità alla luce non di teorie astratte, ma delle caratteristiche concrete e uniche della persona. A questa prima sessione segue un colloquio personalizzato con due professionisti Sòno, i tuner, per commentare i risultati del test e individuare insieme stimoli per un miglior raggiungimento della propria soddisfazione esistenziale. Il tutto presso la sede milanese di Sòno Human Tuning, in via Alberto da Giussano 1/a.

02 luglio 2013

Il burro veste Gucci, il latte Armani, lo yogurt Zara

Il diavolo, ormai lo sappiamo, veste Prada. La stessa griffe che veste anche il formaggio a pasta dura. Mentre invece il burro veste Gucci, il latte Armani e lo yogurt Zara. A dirlo è un’indagine di Astra Ricerche, che svela le associazioni tra le personalità dei prodotti lattiero-caseari e i brand più noti della moda. Ma anche del mondo automotive: il latte è una Fiat, i formaggi a pasta dura una Bmw, la panna una Ferrari. Il monitoraggio biennale realizzato per conto di Assolatte da Astra Ricerche per la quinta volta ha fotografato il vissuto, i consumi e i profili d’immagine di latte, formaggi, yogurt e latti fermentati, burro e panna.
Tutti alimenti caratterizzati da un’elevata diffusione: nell’ultimo anno, il 91,9% degli italiani ha consumato i formaggi a pasta dura e il 90,5% quelli a pasta molle, l’83,1% ha bevuto il latte e il 77,8% lo yogurt e i prodotti a base di latte fermentato, il 75,5% ha usato il burro e il 66,9% la panna.
“La crisi ha pesato anche sul comparto lattiero-caseario ma non sulla penetrazione e sulla frequenza di consumo di questi prodotti - afferma il ricercatore sociale Enrico Finzi, che ha curato il monitor -. Infatti, in generale, il calo che si è verificato anche in questo settore ha riguardato le quantità di consumo pro capite e non la percentuale dei consumatori né quella dei forti user.
Anzi, per alcuni prodotti lattiero-caseari c’è stato un aumento dei consumatori: nei formaggi siamo passati dal 91,9% del 2011 al 93,1% del 2013 e nello yogurt dal 76,8% al 77,8%. La valorizzazione dei formaggi come secondo piatto comodo e gustoso ha contribuito all’aumento degli heavy users di formaggi, passati dall’80,6 all’83,3%, mentre il ritorno alla cucina domestica è uno dei fenomeni che ha generato l’incremento dal 40,6 al 43,2% dei forti utilizzati di burro”. Ma dal monitoraggio sono anche emerse alcune associazioni curiose: in termini di parentele il latte è percepito come madre e moglie, lo yogurt fratello. Per i formaggi a pasta dura dominano i riferimenti maschili (padre, nonno, marito) mentre per quelli a pasta molle le figure più evocate sono quelle della sorella, della nonna, della zia e dello zio. Sul fronte dei prodotti tecnologici, il latte è accostato a televisore e computer, la panna all’iPod e lo yogurt all’hi-fi, al cellulare e allo smartphone e specialmente al tablet. Quanto alle marche di automobili, il latte è associato alla Fiat, mentre lo yogurt alla Mini e alla Smart. I formaggi a pasta dura rimandano a brand di successo (come Ferrari, Bmw, Audi, Mercedes, Volvo, Alfa Romeo, Toyota, Volkswagen) mentre il mondo dei formaggi a pasta molle è quello delle marche medie non italiane (come Peugeot, Citroen, Renault, Opel, Ford, Chrysler e Kia). Infine, se si tratta di marche di abbigliamento e accessori il latte viene connesso al classico Armani, lo yogurt ai dinamici Zara e Benetton, i formaggi a pasta dura agli affermati Calvin Klein, Ralph Lauren, Prada e Lacoste e i formaggi a pasta molle ai femminili Dolce & Gabbana e Max Mara. Quanto al burro, gli italiani lo associano allo stile di Gucci.

27 giugno 2013

Negli studi di MasterChef per la finale di Amadorabili Chef

I tre giurati della finale del contest Amadorabili Chef
Appuntamento, stamattina a Milano, nei ‘blindatissimi’ studi del fortunato talent show gastronomico MasterChef. L’occasione l’ha offerta la finale del concorso Amadorabili Chef promosso dallo scorso gennaio da Amadori. A valutare le fantasiose creazioni dei partecipanti (i cinque in finale sono Marina Capuano, Filippo Battistini, Francesco Forlini, Silvia Ruffini e Davide Calloni) è stata una giuria d’eccezione composta dal ‘Gastronauta’ Davide Paolini affiancato da Maurizio Rosazza Prin e Andrea Marconetti, rispettivamente secondo e terzo classificato di MasterChef 2013. Dopo la sfida dei finalisti, alle prese con gli inaspettati ingredienti della Mistery Box, è stato Francesco Amadori in persona, fondatore e presidente del gruppo romagnolo, insieme alla nipote Francesca, responsabile comunicazione, a incoronare il vincitore. Lo scettro è andato a Filippo Battistini, 24 enne di Cesena, studente di ingegneria. Durante la giornata Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, ha presentato le principali risultanze dell’indagine demoscopica ‘Italiani, Amadori e il boom del cooking’ condotta su un campione rappresentativo di italiani dai 18 ai 70 anni. Come ha sottolineato il sociologo, malgrado la crisi il Paese non ha perso la voglia di cucinare. Anzi, l’antica passione collettiva per il mangiare e il bere si sta arricchendo con quella, ormai maggioritaria, per la preparazione dei cibi; anche grazie al ricorso a vecchie e nuove forme di informazione e di education, come il web e la tv. Cucinare, insomma, è un piacere, uno strumento di realizzazione di sé e non più solo un dovere. Il 72% degli intervistati dichiara di essere migliorato ai fornelli negli ultimi tre anni, sia ampliando la varietà dei piatti preparati sia perfezionando i propri cavalli di battaglia. Il 39% predilige le ricette della tradizione, il 24% prova accostamenti e metodi di preparazione diversi dal comune. Fra i dati emersi dal sondaggio colpisce il favore per la cucina facile ‘a effetto, cioè per quei piatti di preparazione non troppo impegnativa, che però soddisfano il palato e la vista: il che si spiega non solo con il desiderio di emulare gli chef stellati protagonisti di trasmissioni molto seguite in TV, ma anche con la capacità dell’easy cooking di conciliarsi con ritmi di vita intensi, rendendo possibile trascorrere più tempo con parenti e amici.