06 settembre 2019

'La vita invisibile di Eurídice Gusmão', un melodramma tropicale

Il ritratto di due sorelle nella Rio degli anni Cinquanta
S'ispira al romanzo del 2015 a firma dell'esordiente scrittrice brasiliana Martha Batalha il film 'La vita invisibile di Eurídice Gusmão', in uscita il 12 settembre nelle sale italiane con distribuzione di Officine Ubu. Ambientato nella Rio degli anni Cinquanta, in una società permeata da una cultura conservatrice e oppressiva, il film ci trasporta nella vita delle inseparabili, ma caratterialmente diverse sorelle Eurídice (Carol Duarte) e Guida Gusmão (Julia Stockler), che si sostengono reciprocamente nel perseguire i loro sogni: la 20enne Guida trova nella sorella una confidente per le sue avventure amorose, mentre la 18enne Eurídice aspira a diventare una pianista professionista. A causa del severo padre Manoel (Antonio Fonseca), le due sorelle vedranno i loro destini separarsi, tra mille difficoltà nel loro percorso di emancipazione, ma senza mai perdere la speranza di ritrovarsi. Un'avventura rocambolesca, con musica travolgente e colori molto saturi per acuire il senso di drammaticità, quella diretta dal pluripremiato regista e scen Karim Aïnouz, che ha trionfato nella sezione 'Un certain regard' del festival di Cannes. Con questo doppio ritratto di donne - un melodramma tropicale, esteticamente grandioso e vibrante, ma anche tragico e crudo che non bandisce scene di violenza e sesso - il regista, che si dice commosso dalla lettura del libro, ha inteso "rendere visibili molte vite invisibili", quelle di molte donne degli anni Cinquanta, relegate a un ruolo subalterno dalla società dell'epoca.