Il Bel Paese è tra i primi produttori al mondo della carne di vitello |
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23 maggio 2019
Assocarni e Sbk lanciano la campagna triennale 'Viva il vitello'
Sarà in onda da domenica 26 maggio sulle reti nazionali il primo spot italiano dedicato alla carne di vitello, alimento gustoso e nutrizionalmente equilibrato.
Lo spot di 15" è solo la prima delle numerose iniziative che sino al 2021 valorizzeranno questo alimento (italiano ed europeo) sui media, nei punti vendita e sul web nell'ambito de 'L'Europa che piace – La carne di vitello: una buona idea per mille buone idee'. La campagna triennale di comunicazione e promozione della carne di vitello è stata finanziata con il sostegno dell'Unione Europea e realizzata in Italia da Assocarni e Sbk, per informare i consumatori del Bel Paese, tra i primi produttori al mondo della carne di vitello. La campagna 'Viva il vitello' è stata ideata dall'agenzia Vaudoo con la direzione creativa di Andrea Stillacci. Alla regia Isabella Kanako per la casa di produzione Peter Franklin. Acqua Group gestisce la pianificazione.
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19 settembre 2017
Mode, miti ed estremismi alimentari: la parola agli esperti
#Mangiareinformati è il titolo dell'incontro, organizzato settimana scorsa a Milano da Carni Sostenibili (progetto promosso dalle associazioni di categoria Assocarni, Assica e Unaitaliae) e moderato dal giornalista e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone.
Un talk show che ha dato la parola al nutrizionista Luca Avoledo, autore del saggio 'No Vegan', edito da Sperling & Kupfer, e all'agronoma e tecnologa alimentare Susanna Bramante, autrice del libro 'La soia fa bene o fa male?' edito da L'Età dell'Acquario. Il tema al centro dell'incontro: mode e manie delle diete. A partire da un interrogativo: meglio erbivori o carnivori? "L'uomo è un animale onnivoro. Nell'evoluzione umana ci sono state in effetti alcune isolate specie che si nutrivano solo di vegetali, come i parantropi. Si sono tutte estinte": con questa provocatoria dichiarazione, Avoledo ha sottolineato la natura onnivora della nostra specie. Focus, quindi, su fruttarianesimo e vegetarianesimo: dati scientifici alla mano, gli esperti hanno dimostrato come siano da bandire le manie e le ossessioni delle tendenze più radicali, a favore invece di uno stile di vita alimentare equilibrato, in cui nessun alimento venga demonizzato a favore di un altro, sul modello della dieta mediterrane. In particolare, Avoledo ha sottolineato che "si sta radicando nell'opinione pubblica la convinzione che il consumo di carne quando non addirittura quello di latte, uova e pesce, faccia male alla salute e che la scelta alimentare più opportuna per star bene sia adottare una dieta che ne è del tutto priva. Si tratta di un mito alimentare, non supportato da evidenze scientifiche".
Tutti i dati scientifici di cui disponiamo (nutrizionali, medici, anatomici, antropologici), infatti, "attestano come l'uomo sia una specie onnivora per sua natura e mettono in luce quanto la dieta vegana rappresenti una scelta innaturale, controintuitiva, nutrizionalmente e salutisticamente superflua, quando non addirittura pericolosa", ha concluso Avoledo. Bramante ha poi fatto chiarezza su un alimento di moda oggi: la soia, entrata a far parte della nostra alimentazione e utilizzata in prodotti sostitutivi della carne, del latte e dei formaggi, trovando consensi non solo tra i vegetariani e i vegani, ma anche tra chi vorrebbe seguire una dieta 'sana'. Ripercorrendo le origini storiche e culturali della sua produzione in Oriente, Bramante ha mostrato come le differenze di produzione, specialmente quelle "riguardanti il processo di estrazione delle proteine, colleghino il consumo di soia a numerosi problemi e rischi per il fisico, su tutti, disturbi della riproduzione e della fertilità, specialmente nelle donne e nei bambini".
Nell'esporre i rischi di questo alimento ha invitato, quindi, al consumo equilibrato di tutti gli alimenti, specialmente quelli che compongono la nostra dieta tradizionale, evitando gli estremismi e le mode. I due autori sono stati inoltre concordi nell'evidenziare come quella che anni fa sembrava una scelta antagonista e rivoluzionaria, ossia mettere nel carrello prodotti vegan e sostitutivi proteici, oggi è invece un atto che produce ricchezza per la cosiddetta 'vegan economy', che non va demonizzata, ma che è di gran lunga distante dall'immagine bucolica del contadino di prossimità. L'informazione è dunque il primo degli ingredienti che bisognerebbe mettere nel piatto degli italiani, un popolo che resta onnivoro, come confermato dalla recente ricerca Eurispes 2017 che evidenzia un'inversione di tendenza nella percentuale di vegetariani e vegani nel nostro Paese, passata dall'8,1% dell'anno precedente al 7,6% (-0,5%). Di questi il 4,6% sono vegetariani (-2,5%) e il 3% vegani (+2%). Pertanto 300mila persone, in un solo anno, sono tornate a mangiare carne. Non solo per 'il richiamo della carne', ma per aver avuto accesso a informazioni autorevoli per fare scelte alimentari equilibrate e di benessere, per se stessi e la propria famiglia.
L'incontro ha dato la parola a Luca Avoledo e Susanna Bramante |
#Mangiareinformati è stato moderato da Alessandro Cecchi Paone |
L'invito è a un consumo equilibrato di tutti gli alimenti |
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27 ottobre 2014
L'impatto della carne sull'ambiente? Lo mostra la clessidra
Assica, Assocarni e UnaItalia, le associazioni di categoria delle tre filiere
italiane della carne più importanti (bovino, suino, avicolo) hanno presentato a
Milano, all’Expo Gate - metaforico cancello d’ingresso a tutte le iniziative di
Expo 2015 - la Clessidra Ambientale.
I relatori presenti all'incontro di Assica, Assocarni e UnaItalia |
Concepita nell’ambito del rapporto dal titolo ‘La
sostenibilità delle carni in Italia’, la clessidra rappresenta l’equilibrio fra
nutrizione umana e tutela dell’ambiente. Uno strumento che aiuta i consumatori a fare chiarezza anche sul reale impatto della carne. Se fino a oggi il carbon footprint
della filiera delle carni è stato infatti valutato in termini assoluti (emissioni di
CO2 per kg di carne) l’attuale rapporto intende invece proporre un nuovo approccio, che
valuta l’impatto di un alimento sulla base delle quantità realmente consumate nell’ambito
di una dieta corretta ed equilibrata. Risultati inediti, che
aprono a differenti considerazioni e prospettive: con la Clessidra Ambientale si
può infatti notare come, in un modello alimentare corretto, il carbon footprint delle
proteine sia pari a 7,5 kg di CO2 equivalente, un valore in linea con quello di
frutta e ortaggi, che arriva a 6,7 kg CO2 equivalente. In altri termini, l’impatto
medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti che
hanno minore impatto unitario, ma che di fatto sono consumati in quantità maggiori. Una rassicurazione importante, insomma, per tutti coloro che nella propria dieta includono la carne, che, se consumata con equilibrio, non comporta effetti negativi sulla sostenibilità ambientale ed economica.
All’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, erano presenti Massimo Marino, socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (Opera - UCSC), Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, e Stefano Zurrida, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.
All’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, erano presenti Massimo Marino, socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (Opera - UCSC), Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, e Stefano Zurrida, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.
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