La campagna mira a sensibilizzare a uno stile di vita più green |
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01 giugno 2021
Tena e Filippa Lagerback migliorano l'impronta ambientale
Ogni passo conta, siamo tutti responsabili della nostra presenza sulla Terra: questo concetto, che guida le scelte di Tena, è alla base della campagna #LasciaUnImprontaMigliore che il brand di Essity lancia in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente del 5 giugno.
Tra le tante impronte che lasciamo sul nostro Pianeta c'è anche la carbon footprint, l’impronta ambientale, misurata in emissioni di CO2 ed equivalente alla somma delle emissioni di gas serra prodotte, in modo diretto e indiretto, da una persona o un'organizzazione. Da sempre attenta al benessere delle persone e del pianeta, Tena si è impegnata a ridurre, passo dopo passo, il proprio impatto ambientale in termini di emissioni di CO2 del 50% entro il 2030, grazie al Programma Tena Protects. Per questo nel 2020, grazie alla conversione al 100% energia rinnovabile di tutti i suoi stabilimenti in Europa, Tena ha raggiunto un ulteriore -6% di emissioni di CO2. Un grande passo che si aggiunge a un percorso iniziato nel 2008 e monitorato grazie al Life Cycle Assessment (LCA), una metodologia analitica e sistematica che valuta l'impronta ambientale lungo l'intero ciclo di vita di un prodotto. Tena coinvolge anche il pubblico, chiamato a condividere sul sito lasciaunimprontamigliore.it dei contenuti e dei suggerimenti per promuovere azioni più sostenibili e migliorare la nostra carbon footprint. Coinvolta anche Filippa Lagerbäck, ambassador dell'iniziativa, da sempre sostenitrice di uno stile di vita responsabile, che condividerà i suoi consigli per una vita più green. Inoltre, dal 6 al 30 giugno, un contatore terrà traccia dei contenuti social con l'hashtag #LasciaUnImprontaMigliore e con il filtro green sviluppato per l’iniziativa. Più contenuti verranno creati e condivisi, più grande sarà la foresta Tena che verrà realizzata in collaborazione con ZeroCO2, per ridurre il nostro impatto sulla terra.
27 ottobre 2014
L'impatto della carne sull'ambiente? Lo mostra la clessidra
Assica, Assocarni e UnaItalia, le associazioni di categoria delle tre filiere
italiane della carne più importanti (bovino, suino, avicolo) hanno presentato a
Milano, all’Expo Gate - metaforico cancello d’ingresso a tutte le iniziative di
Expo 2015 - la Clessidra Ambientale.
I relatori presenti all'incontro di Assica, Assocarni e UnaItalia |
Concepita nell’ambito del rapporto dal titolo ‘La
sostenibilità delle carni in Italia’, la clessidra rappresenta l’equilibrio fra
nutrizione umana e tutela dell’ambiente. Uno strumento che aiuta i consumatori a fare chiarezza anche sul reale impatto della carne. Se fino a oggi il carbon footprint
della filiera delle carni è stato infatti valutato in termini assoluti (emissioni di
CO2 per kg di carne) l’attuale rapporto intende invece proporre un nuovo approccio, che
valuta l’impatto di un alimento sulla base delle quantità realmente consumate nell’ambito
di una dieta corretta ed equilibrata. Risultati inediti, che
aprono a differenti considerazioni e prospettive: con la Clessidra Ambientale si
può infatti notare come, in un modello alimentare corretto, il carbon footprint delle
proteine sia pari a 7,5 kg di CO2 equivalente, un valore in linea con quello di
frutta e ortaggi, che arriva a 6,7 kg CO2 equivalente. In altri termini, l’impatto
medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti che
hanno minore impatto unitario, ma che di fatto sono consumati in quantità maggiori. Una rassicurazione importante, insomma, per tutti coloro che nella propria dieta includono la carne, che, se consumata con equilibrio, non comporta effetti negativi sulla sostenibilità ambientale ed economica.
All’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, erano presenti Massimo Marino, socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (Opera - UCSC), Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, e Stefano Zurrida, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.
All’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, erano presenti Massimo Marino, socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (Opera - UCSC), Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, e Stefano Zurrida, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.
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