Un pregiudicato solitario che si scopre
supereroe. Una banda di
criminali di borgata, capeggiati da un
sadico con velleità artistiche
che
ambisce alla fama fino alla completa follia.
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Ilenia Pastorelli interpreta Alessia (Foto: Emanuela Scarpa) |
Una ragazza traumatizzata, che vive nel mondo partorito dalla sua fantasia infantile, popolato di personaggi di
Jeeg Robot, il famoso cartone animato nipponico degli anni Settanta. Escono dai soliti cliché i personaggi di
'Lo chiamavano Jeeg Robot', bellissimo film - in bilico tra fumetto, pulp movie, favola - che ha per interpreti principali
Claudio Santamaria,
Luca Marinelli e
Ilenia Pastorelli. Prodotto da
Goon Films con
Rai Cinema, la pellicola, opera prima del regista
Gabriele Mainetti, racconta con crudezza miscelata a grandi dosi d'ironia le vicende di Enzo Ceccotti (un corpulento Santamaria, che per la parte è ingrassato 20 kg), ombroso delinquentello del comune romano di Tor Bella Monaca che scopre di avere un
forza sovraumana dopo essere incidentalmente entrato in contatto con una sostanza radioattiva.
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Luca Marinelli nei panni dello Zingaro (Foto: Emanuela Scarpa) |
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Enzo approfitta dei suoi
superpoteri per mettere a segno dei colpi con facilità, ma quando manda involontariamente all'aria gli affari sporchi dello Zingaro (lo impersona Marinelli, che per dare un'anima convincente al
villain borderline e a tratti kitch si è ispirato al Jocker di Heath Ledger in 'Batman') la storia prende una piega decisamente sanguinolenta. A indicare a Enzo la strada per la redenzione è Alessia (Pastorelli) che vede in lui Hiroshi Shiba, l’eroe del cartone animato giapponese 'Jeeg Robot d'acciaio'. Distribuito da
Lucky Red, il film, accolto con grande successo alla
Festa del Cinema di Roma, è atteso nelle sale il prossimo
25 febbraio. Ad accompagnarne l'uscita anche un omonimo
fumetto, scritto e curato da
Roberto Recchioni e disegnato da
Giorgio Pontrelli e
Stefano Simeone, che sarà disponibile
sabato 20 febbraio in abbinata alla
Gazzetta dello Sport e che si potrà scegliere con la preferita delle quattro cover disegnate da
Leo Ortolani,
Roberto Recchioni,
Giacomo Bevilacqua e
Zerocalcare.