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26 febbraio 2025

Alle Gallerie d'Italia la Sicilia neorealista vista da Enzo Sellerio

Intesa Sanpaolo apre al pubblico da oggi al 13 aprile 2025 nel suo museo delle Gallerie d’Italia di Milano, la mostra 'Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana': un omaggio al fotografo ed editore Enzo Sellerio (Palermo, 1924-2012), uno dei più interessanti intellettuali del Novecento, a chiusura delle celebrazioni dedicate al centenario dalla sua nascita. Curata da Monica Maffioli e Roberta Valtorta e realizzata in collaborazione con l'Archivio Enzo Sellerio, l'esposizione presenta una selezione di 85 fotografie, per la maggior parte stampe d'epoca, cui si aggiunge una serie di stampe da negativi originali inediti selezionati in occasione del centenario dal vasto e ancora in parte inesplorato archivio del fotografo. Una piccola, ma preziosa antologia fotografica dedicata ai luoghi e alle persone della sua Sicilia, rivelata spezzando i tradizionali stereotipi visivi che a lungo hanno connotato la conoscenza dell’isola, per mostrarne invece gli aspetti più realistici, simbolici e contradditori: frammenti di vite, luoghi, comportamenti, osservati con uno sguardo libero, nutrito di storia dell’arte e del cinema, capace di ironia e dolcezza e non privo di malinconia. Fotografie di un grande autore e di uno dei protagonisti della stagione del reportage italiano che s'intreccia al neorealismo. Il percorso espositivo presenta i nuclei fondamentali del lavoro svolto dal fotografo in un ventennio di attività: dal primo reportage, 'Borgo di Dio', pubblicato nel 1955 sul periodico 'Cinema Nuovo', che occupa una posizione centrale nell’ambito della fotografia neorealista italiana, alle moltissime fotografie realizzate a Palermo e in particolare quelle commissionategli nel 1961 dalla prestigiosa rivista svizzera 'du'; dal racconto dei Paesi dell'Etna, realizzato per la stessa rivista nel 1962, ai molti ritratti di artisti, intellettuali e attori del mondo dello spettacolo che hanno contribuito alla stagione culturale palermitana del secondo Novecento.

24 marzo 2019

Il film capolavoro 'Cafarnao' al cinema dall'11 aprile con Lucky Red

Lucky Red, in associazione con 3 Marys Entertainment, porta nelle sale italiane dal prossimo 11 aprile 'Cafarnao. Caos e miracoli', capolavoro 'neorealista' della regista libanese Nadine Labaki.
Il viaggio iniziatico di un 12enne in una Beirut impietosa
Protagonista del film, già vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes 2018 e Candidato agli Oscar, il piccolo Zain Al Rafeea, che dà il volto a Zain, 12enne di Beirut detenuto in un carcere minorile per un fatto di sangue. Un ragazzino cresciuto in una famiglia numerosa, nella miseria e nel disagio più profondi, che però non ha perso la speranza e, forte del candore della sua età, si ribella al sistema con un gesto simbolico: cita in giudizio i genitori per averlo messo al mondo privandolo di ogni diritto - in primis quello di essere amato - con il sostegno di un avvocato difensore interpretato dalla stessa Labaki. Un film struggente e duro come un pugno allo stomaco, assolutamente da vedere, perché, attraverso le vicissitudini del bravissimo protagonista e del suo viaggio iniziatico verso la speranza, invita a riflettere su tanti temi come l'estrema povertà, l'immigrazione clandestina, l'emarginazione, il maltrattamento dei bambini, lo sfruttamento minorile, il razzismo, i diritti umani negati a bambini che si ritrovano, loro malgrado, catapultati in una vita da adulti. Spiega la regista: "Io concepisco il cinema come uno strumento per sollevare interrogativi – negli altri e in me stessa – sul sistema attuale, proponendo il mio punto di vista sul mondo, all'interno del quale io evolvo. Malgrado nei miei film io dipinga una realtà cruda e spiazzante, resto profondamente idealista e credo nel potere del cinema. Sono convinta che i film possano se non cambiare le cose, quantomeno avviare un dibattito o invitare alla riflessione". Oltre all'indiscutibile bravura della Labaki, il film, pur non essendo un documentario, è incredibilmente realista: merito degli interpreti, scelti tra persone che vivono nelle condizioni infernali descritte da 'Cafarnao', a cui è stato chiesto di essere se stesse nel loro impietoso quotidiano: anche per questo le riprese hanno richiesto sei mesi di lavoro, per un girato di ben 520 ore, da cui sono scaturiti i 123 minuti di durata della pellicola, prodotta da Mooz Films