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Il suo piatto-simbolo: riso, oro e zafferano |
Una vita dedicata all'
alta cucina come forma d'
arte, quella di
Gualtiero Marchesi, scomparso oggi a
Milano, all'età di
87 anni. Gastronomia stellata, ma non solo: com'è risaputo, il più grande chef italiano di fama internazionale, colui che
ha codificato la nuova cucina italiana e che ha formato tanti cuochi, molti dei quali divenuti ambasciatori della cultura enogastronomica italiana nel mondo (del resto "
L'esempio è la più alta forma d'insegnamento", soleva dire), era anche un profondo appassionato di
arti visive,
filosofia,
musica e
viaggi, tutte passioni con cui arricchiva e 'contaminava' artisticamente la sua cucina. Uomo colto e raffinato, arguto e intellettualmente vivace, affabile, ma fermo, deciso e per nulla modesto - come solo i leader carismatici sanno essere - diceva di non amare il lusso e l'ostentazione, bensì l'
eleganza e la
ricercatezza visiva.
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Marchesi ha fatto della cucina una forma d'arte |
Elemento, quest'ultimo, imprescindibile in tutte le sue creazioni culinarie (a cominciare da
riso, oro e zafferano, una delle sue
opere più famose, creata nel 1981) e nell'ampia
oggettistica scaturita dalla sua vulcanica creatività, la stessa che lo ha portato ad aprire a Milano, sua città natale, anche dei ristoranti e, più di recente, la scuola di formazione che porta il suo nome, l'
Accademia Gualtiero Marchesi. Nel 2013 ho avuto la fortuna d'incontrare Marchesi in ripetute occasioni presso
Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, di cui all'epoca era rettore: quell'anno presso la
Reggia di Colorno ho preso parte - in veste di cronista - alla rassegna Alma Viva che si è conclusa con un'
esclusiva cena di gala '
Gli anni Verdi di Marchesi', con un menu da lui firmato, dedicato a Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario dalla morte del compositore. Una serata emozionante, che ha visto anche la partecipazione di alcuni amici di Marchesi: il critico
Philippe Daverio, il regista Ermano Olmi e il conduttore televisivo Cino Tortorella. Ho ritrovato Marchesi quello stesso anno, al percorso formativo
Alma Summer School, che si è concluso con la consegna degli attestati di partecipazione ai giovanissimi aspiranti chef partecipanti e coronato da una sua
lectio magistralis dedicata al raffronto tra gastronomia e musica. E' con
questa lezione originale e affascinante, in cui Marchesi rifletteva sul
rapporto tra musica e cucina, mettendoci a conoscenza del cosiddetto
palato assoluto - dote rara che lui possedeva - che desidero ricordarlo, grata di aver potuto conoscere un uomo unico, un fuoriclasse dei fornelli, un pezzo di storia della
cucina italiana d'autore, un vero maestro.
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Aida, Otello e Il Cigno di Busseto: tre creazioni culinarie di Marchesi per la cena dedicata a Giuseppe Verdi
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