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19 ottobre 2024

Nel 'mese rosa', Miss Chiquita assume la posa dell'autopalpazione

Per il mese della sensibilizzazione alla prevenzione e alla diagnosi precoce sul cancro al seno, Miss Chiquita cambia ancora la sua posa.
Il marchio di banane aderisce alla campagna di Fondazione Airc
Dopo il successo del 2023, la campagna 'Small change, big difference', ideata dall’agenzia Bitmama del gruppo Reply torna infatti in comunicazione partendo dagli sticker: lo speciale bollino decorato dal nastro rosa in cui Miss Chiquita assume la posa dell'autopalpazione appare infatti per la prima volta su tutte le banane in commercio nel mese di ottobre. Si tratta di oltre 200 milioni di bollini in tutto il mondo, a ricordare l'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore al seno. Per dare ulteriore forza al messaggio, a fianco del brand si schiera un altro grande marchio internazionale, anch’esso rappresentato nel logo da un’icona femminile: De Cecco. In una serie di contenuti social e in una campagna stampa dedicata, la spigolatrice raccoglie infatti l'invito di Miss Chiquita, assumendo anch'essa la posa dell'autopalpazione. Un gesto suggerito e promosso da Fondazione Airc. Nella prima scena del film di 30" della campagna Nastro Rosa, attualmente in onda, sempre a firma di Bitmama Reply, la protagonista si trova di fronte allo specchio nella posa tipica dell'autopalpazione. Questa sinergia vuole rafforzare una volta di più la collaborazione fra le due realtà in questa importante causa. La campagna, pianificata globalmente, comprende una serie di affissioni con maxi formati in location di prestigio quali corso Vittorio Emanuele II e piazza Gae Aulenti a Milano, via del Babuino e Trastevere a Roma, ma anche Francoforte e Colonia in Germania e Atene in Grecia. Si arricchisce poi con decorazioni urbane e totem digitali posizionati in punti strategici, comprese le stazioni della metropolitana e quelle ferroviarie. Una campagna stampa appare in questi giorni sul Corriere della Sera in Italia e sul Wall Street Journal in Usa. A supporto dell'iniziativa sono infine previste una campagna social sui canali ufficiali Chiquita e un'attivazione, sempre sui social italiani, greci e statunitensi, che ingaggia le micro-community e i loro follower invitandoli a imitare la posa di Miss Chiquita per poi condividere i propri scatti con l'hashtag #SmallChangeBigDifference.

09 gennaio 2021

Can Yaman e Claudia Gerini nello spot De Cecco diretto da Ozpetek

Il fascinoso attore turco Can Yaman, in forte ascesa anche nel nostro Paese come volto della serie tv DayDreamer-Le Ali del sogno (e indicato nel nuovo ruolo di Sandokan nel remake della fortunata serie tv che negli anni Settanta vide Kabir Bedi protagonista), affianca l'attrice romana Claudia Gerini nella nuova campagna pubblicitaria De Cecco. Obiettivo della comunicazione, in onda da fine gennaio, è focalizzare l'attenzione sull'alta qualità della pasta De Cecco prodotta nello storico stabilimento di Fara San Martino (Chieti) e nel moderno stabilimento di Ortona (Chieti). A dirigere i due attori, che vedremo in molteplici spot di diversa durata con creatività a firma dell'agenzia LoRo, il regista turco naturalizzato italiano Ferzan Ozpetek. Dal 2018 Gerini ricopre il ruolo di ambassador del pastificio abruzzese, con spot che hanno illustrato al grande pubblico il metodo di lavorazione De Cecco, basato su selezionati grani duri, standard produttivi elevati, impasto con acqua fredda di montagna della Majella, trafilatura al bronzo e lenta essiccazione.

21 ottobre 2014

A lezione di pasta di qualità dal bistellato Gennaro Esposito

Da sinistra, Gennaro Esposito, Giuseppe Di Martino, Davide Esposito
Come si riconosce una pasta di qualità? Quali criteri possono orientare il consumatore nella scelta della marca migliore? Interrogativi cui ha provato a dare riposta De Cecco, produttore abruzzese di pasta di alta qualità dal 1886, con un incontro educational a tema cui abbiamo preso parte anche noi.
Alcuni momenti della speciale lezione sulla pasta 
tenuta da Gerardo Dalbon e Gennaro Esposito
Una lezione, quella che ha avuto luogo nella location milanese ‘Cucina in’, che ha visto nel ruolo di maestri d’eccezione lo chef bistellato Gennaro Esposito, patron del ristorante La Torre del Saracino, a Vico Equense, e il tecnologo alimentare Gerardo Dalbon. Com’è stato sottolineato dai due esperti di comprovata fama nei rispettivi settori, spesso nel scegliere la pasta da mettere nel piatto ci facciamo influenzare da fattori che non sono necessariamente indicativi della buona qualità del prodotto, come il colore o la tenuta in cottura. Proprio per sfatare alcuni falsi miti la lezione si è svolta con un blind taste test di quattro paste di altrettante marche: nello specifico, il raffronto da noi effettuato - sotto la guida congiunta di Esposito e Dalbon - ha riguardato quattro piatti di spaghetti, prima toccati, quando ancora crudi, quindi osservati in fase di cottura (con l’aiuto di un vetrino) e poi - una volta lessati con poco sale e lasciati sconditi - annusati e infine assaggiati. La prima del test? Una pasta trafilata al teflon (metodologia diffusa nell’industria a partire dagli anni Ottanta) che si è presentata con un aspetto vetrificato, per niente ruvida e porosa (quindi inadatta a trattenere i condimenti) e con un odore molto, troppo diverso da quello che dovrebbe avere una pasta di qualità, che invece ha il profumo dolce e fragrante della materia prima: il grano. Le tre successive paste, tutte ruvide, dopo la cottura hanno curiosamente presentato caratteristiche molto diverse tra loro: una sola è risultata elastica, consistente, non collosa, non deformata e con un appetibile aroma di grano. Affinché una pasta sia considerata di qualità è dunque necessario che sia trafilata al bronzo, ma questa procedura potrebbe non essere sufficiente. E anche la tipologia di produzione potrebbe portare fuori strada il consumatore: non è detto che una pasta artigianale sia migliore di una pasta industriale perché a fare la differenza, dal punto di vista qualitativo, sono molteplici elementi che, nell’intero processo produttivo, spaziano dalla miscela di grani pregiati alla lavorazione con semola a grana grossa per preservare l'integrità del glutine, dalla trafilatura in bronzo per dare alla pasta ruvidezza all’essiccazione lenta a bassa temperatura per non alterare i valori nutrizionali. Principi difesi e applicati da 128 anni da De Cecco, italianissima family company giunta alla quinta generazione con Filippo Antonio, Saturnino e Giuseppe Aristide De Cecco. A lezione conclusa, il momento della degustazione di tre diverse ricette di pasta De Cecco cucinate a regola d’arte dal famoso chef campano e dalla sua brigata di cucina, per l'occasione composta dal sous chef Giuseppe Di Martino e da Davide Esposito.
Le tre ricette di pasta De Cecco cucinate per noi dallo chef bistellato Gennaro Esposito dopo l'educational