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13 ottobre 2017

Da Berimbau il sushi giapponese sposa i sapori del Brasile

Da una decina d'anni è una delle churrascarie di riferimento a Milano e, a seguito del rinnovamento stilistico del locale, conclusosi pochi mesi fa, ha introdotto una sostanziale novità: alla cucina brasiliana ha affiancato quella giapponese, con due cuochi dedicati.
La decennale churrascaria milanese si è da poco rifatta il look
Stiamo parlando di Berimbau (via Marghera, 43), il ristorante di proprietà di Mario Cheng ispirato, nella denominazione, all'antico strumento musicale brasiliano. In un'atmosfera elegantemente esotica e vivace, ma non chiassosa (sulle pareti, tenui decorazioni evocative della biodiversità della foresta amazzonica si alternano alle colorate tele dell'artista Paolo Battistutta) si può dunque spaziare dai sapori d'oriente a quelli sudamericani, lasciandosi sorprendere da variopinti e accuratissimi impiattamenti. Tipicamente brasiliano il churrasco rodizio, ovvero pregiati tagli di carni che girano ai tavoli su lunghi spiedi e vengono affettate davanti ai clienti. Carni succulente a rotazione, da accompagnare a un insieme di contorni tipici brasiliani, dal pao de queijo (pane al formaggio) all’arroz (riso bianco), dalla feijoada (zuppa di fagioli neri) al platano.
Ingredienti di qualità e grande cura per i dettagli, anche nell'impiattamento
Gli amanti del pesce crudo nelle varie declinazioni (sashimi, uramaki) saranno invece conquistati dal Sushi Samba, ossia il sushi rivisitato in chiave brasiliana, con ricciola, tonno, salmone, gamberi, scampi e branzini che incontrano la freschezza dei frutti esotici o altri ingredienti gourmet della cucina nostrana, come le teste dei funghi porcini con tartare di gamberi di Mazara del Vallo. Ghiotti e certo non banali anche i dessert creati dal giovane e talentuoso pasticcere Nicolò Moschella, che coniuga i sapori tipici brasiliani con i migliori prodotti  della gastronomia italiana. Qualche esempio dell'inedito connubio? Dolce ai pistacchi di Bronte, bavarese al cocco con mango e maracuja e quella al mojito. Ampia la carta dei vini: circa 120 le etichette, scelte con estrema attenzione dal direttore del ristorante Alberto Cossu, che si è orientato su piccoli produttori italiani d'eccellenza tenendo ben presente il giusto rapporto qualità-prezzo. E per chi vuole calarsi fino in fondo nell'atmosfera tropicale, nell carta beverage non mancano rinfrescanti cocktail, come la tradizionale Caipirinha.

13 luglio 2014

Il melting pot si riflette nei sapori e i profumi del Brasile



Gli spiedi di churrasco sono famosi in tutto il mondo
Ha riservato forti emozioni, un pizzico di noia e autentiche sorprese. Ma i Mondiali di Calcio in Brasile su cui stasera calerà il sipario con la finale Germania-Argentina, ha soprattutto avuto il merito di far scattare a molti la voglia di visitare (o rivedere) il quinto Paese più popoloso del mondo, vivace e ricco di contrasti. Su Visit Brasil sono tante le informazioni a disposizione di chi intende programmare un viaggio. Comprese quelle relative alla cucina, la cui parola d’ordine è varietà. Così come per molti altri aspetti della cultura del Paese, anche la gastronomia è infatti espressione del melting pot tra le tradizioni degli indios e quelle delle popolazioni di origine europea, africana e asiatica. Al nord un prodotto tipico è il tucupi, una salsa di colore giallo, estratta dalla radice di manioca e utilizzata per la preparazione di diversi piatti locali, tra cui il pato no tucupi, a base di anatra. Nel nordest tra le portate più comuni figurano, il caruru, una pasta densa con gamberetti, gombo e noci tostate e il vatapá preparato con gamberetti, aglio, cicoria, latte di cocco e olio di palma.
Il pato no tucupi è un piatto a base di anatra e salsa ricavata dalla manioca
Se in Amazzonia i piatti sono tipici della tradizione indios, a base di piranha o pesci d’acqua dolce, carne di tartaruga, coccodrillo e serpente, ma anche i più comuni granchio e anatra, accompagnati dalla tapioca e dalle banane, nel Sud del Brasile la carne è invece la grande protagonista con il churrasco, tagli di alta qualità preparati allo spiedo, accompagnati da verdure al vapore o saltate in padella, con riso bollito, patatine fritte o manioca fritta. Il piatto brasiliano più famoso al mondo è invece del sudest del Paese: stiamo parlando della feijoada, carne affumicata di maiale macerata, salsiccia e salame, accompagnati da uno stufato di fagioli neri e cavolo. Non mancano le portate a base di pesce e crostacei e nell’area vengono anche prodotti pregiati formaggi. Che dire invece dei dolci? Tutti da scoprite i Brigadeiros, praline al cioccolato e latte create nel 1945 in occasione della campagna politica del ‘brigadeiro’ Eduardo Gomes, candidato alla presidenza. Capitolo drink: il più noto è la caipirinha fatta con cachaça, lime, zucchero bianco e ghiaccio. Per chi invece vuole provare l’alta cucina, il consiglio è di sperimentare quella di cuochi di fama internazionale come Helena Rizzo, ex modella designata migliore donna chef del mondo, il carismatico Alex Atala e il nippo-brasiliano Roberto Okabe.