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23 aprile 2018

Parmigiano Reggiano segna una crescita record e torna in tv

Con una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano, questa mattina il Consorzio Parmigiano Reggiano ha presentato dati economici e strategie di sviluppo.
Nicola Bertinelli
Il 2017, come ha evidenziato il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, è stato un anno record per questa Dop, cresciuta del 5,2% rispetto all'anno precedente. La produzione ha toccato 3,65 milioni di forme, mai così tante nella storia millenaria del Re dei formaggi. L'Italia vale il 62% del mercato, mentre l'export il 38%, con Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Canada che rappresentano i principali mercati. La sfida futura consisterà nel collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo. Quattro i pilastri su cui poggia la strategia di sviluppo del Consorzio, che conta 335 caseifici: distintività del prodotto, incremento dell'export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici, anche attraverso l'online. Per sviluppare la domanda in Italia e all'estero, il Consorzio ha incrementato di 7 milioni l'investimento in comunicazione rispetto all'anno passato: quest'anno, dunque, il budget stanziato è di 20 milioni di euro, di cui 12 destinati all'Italia. Rimanendo in tema di comunicazione, Bertinelli ha annunciato che dal prossimo 6 maggio Parmigiano Reggiano approderà in onda in Italia con la nuova campagna ideata da Grey, agenzia che si è giudicata l'incarico creativo al termine di una gara: al centro dello spot vedremo due donne che fanno jogging e, per fare il pieno di energie, consumano diversi formati di Parmigiano Reggiano prima, durante e dopo la corsa. Un modo per sottolineare come il prodotto, fonte di calcio e fosforo, sia particolarmente indicato per chi pratica attività sportiva, grazie all'alto contenuto di aminoacidi liberi facilmente digeribili e alla frazione lipidica che fornisce energia prontamente utilizzabile.

13 novembre 2015

Proprietà intellettuale e cucina: il caso del riso di Marchesi

Gualtiero Marchesi e il piatto-simbolo della sua cucina
Una ricetta può essere protetta da copyright, come una canzone, una foto, un libro, un dipinto o un film? Si è tenuto oggi alla Triennale di Milano un incontro dedicato alla proprietà intellettuale in cucina. Grande protagonista dell'evento, volto a far riflettere sulla possibilità di tutela dei vari aspetti di un piatto (marchio, brevetto, design, diritto d'autore, know-how) il 'Riso, oro e zafferano', piatto-emblema della cucina di Gualtiero Marchesi. Nel corso di un processo simulato, che ha visto come parte lesa il maestro degli chef, il cui piatto è stato replicato con qualche variante da un altro cuoco, gli esperti (avvocati, imprenditori e un collegio giudicante) hanno discusso di procedimenti, ricette, forma, design del piatto, sapore, profumo e ingredienti, in un'ottica anticontraffazione. Il processo si è concluso con la 'vittoria' di Gualterio Marchesi. Alla sentenza favorevole ha fatto seguito una degustazione del piatto, realizzato al momento dal grande chef lombardo con il primo cuoco del ristorante Marchesi.

08 maggio 2015

Affettatrici in azione da Eataly per il vero Culatello di Zibello


Il Culatello di Zibello? Noto anche come ‘re dei salumi’, è un prodotto di eccellenza Dop ma, come il normale culatello, soffre purtroppo di troppi tentativi – peraltro malriusciti - di contraffazione.
Da sx, Paolo Marchi, Massimo Spigaroli, Oscar Farinetti
Per questo oggi alcuni esperti del miglior food nostrano (tra cui il patron di Eataly Oscar Farinetti, i giornalisti Davide Paolini e Paolo Marchi e lo chef specialista di culatelli Massimo Spigaroli) insieme a 22 produttori del Consorzio di tutela del Culatello di Zibello, si sono riuniti all'Eataly Smeraldo di Milano per dire no all’italian sounding a colpi di fette di Culatello di Zibello Dop proposte in degustazione gratuita agli avventori. Nella convinzione che, più che le parole, è l’assaggio che può fare la differenza. Dimostrando l’unicità di questo speciale insaccato prodotto nella bassa parmense, nei territori del fiume Po avvolti dalla nebbia, secondo un rigido disciplinare produttivo. Come ha sottolineato Farinetti, durante la tavola rotonda che ha preceduto la degustazione, "il culatello è emblema della confusione che stiamo vivendo, in cui il valore non sempre viene riconosciuto. Noi ci impegniamo, partendo proprio dal re del salumi, a informare correttamente il pubblico sulle nostre eccellenze". "Sul mercato sono numerosi i prodotti spacciati per culatello che però con esso non hanno nulla a che vedere - ha rimarcato Spigaroli -. E non parlo solo del Culatello di Zibello o Dop, ma del culatello in generale. La contraffazione è un danno per i produttori e per i consumatori. Stiamo lavorando con il Ministero per elaborare un decreto che possa tutelare l’unicità del nome del culatello e dovrebbe essere solo questione di tempo. Nel frattempo è importante che le persone imparino a conoscere questo salume, un prodotto 'vero', frutto del nostro territorio e del lavoro di tanti produttori". Per l'iniziativa di degustazione è stato coniato l'hashtag #veroculatello.
I produttori del Consorzio hanno offerto fette del vero Culatello di Zibello agli avventori di Eataly Smeraldo

10 luglio 2014

Rischio vino contraffatto? Non più con i sensori di idOO

Si chiama idOO ed è in grado di certificare anche l’autenticità dei vini la piattaforma italiana che garantisce un’identità unica agli oggetti per contrastare il sempre più diffuso fenomeno della contraffazione. In virtù dei suoi sensori - non copiabili e non trasferibili - idOO certifica l'autenticità della bottiglia e del suo contenuto in modo tale che il consumatore abbia la sicurezza che il vino che sta acquistando è originale e che non abbia subito manipolazioni. Inoltre, se il produttore lo desidera, offre all'acquirente della bottiglia una serie di informazioni utili circa le caratteristiche della vigna, la varietà dell’uva, i possibili abbinamenti con i piatti, la temperatura per la degustazione, il metodo di conservazione. Come funziona? La tecnologia in oggetto si basa su tre elementi: la app idOO per smartphone che il consumatore può scaricare gratuitamente; la piattaforma applicativa, accessibile dalle aziende attraverso un portale dedicato; sensori applicati ai prodotti. Soci fondatori di idOO, società trentina selezionata da Microsoft per il programma Bizspark dedicato alle startup innovative, sono Alessandro Bisignano, Claudio Cortese e Gianni Frosoni.