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16 gennaio 2025

Da Italpepe un metodo per identificare il pepe di qualità superiore

Per troppo tempo considerato una commodity, il pepe merita invece di essere riconosciuto per la sua straordinaria ricchezza e autenticità. Italpepe, azienda italiana leader nell'innovazione e nella ricerca nel mondo delle spezie, annuncia la prima codifica sensoriale del pepe per valorizzare di una delle materie prime più pregiate al mondo. Frutto di sei anni di studio e ricerche, il progetto viene presentato ufficialmente alla fiera Marca 2025 di Bologna. "La codifica sensoriale rappresenta un avanzamento fondamentale nella comprensione e nella qualità del pepe - afferma Francesca Venturi, coordinatrice del progetto di ricerca all'Università di Pisa-. Attraverso il nostro lavoro con Italpepe, siamo riusciti a stabilire un linguaggio comune che consente di identificare in modo preciso e ripetibile le sfumature sensoriali del pepe, rendendo possibile una selezione ancora più accurata della spezia. Questo metodo, che integra scienza e tradizione, avrà un impatto significativo non solo sul settore produttivo, ma anche sull'esperienza del fruitore finale". Un metodo scientifico, dunque, permette di descrivere con precisione il profilo del pepe. Tra tutti gli aspetti valutati, il profilo olfattivo delle singole varietà ha rivestito un ruolo fondamentale per la loro caratterizzazione, grazie anche al ruolo di 'attivatori di emozioni' che le molecole volatili sprigionate dal pepe rivestono, trasformando ogni varietà in un'esperienza unica e indimenticabile nel vissuto di ciascuno", dichiara Francesca Iannarilli, responsabile marketing e comunicazione Italpepe - Vitaletti Academy. Per Stefano Vitaletti, direttore generale di Italpepe, "l'iniziativa diventa uno strumento indispensabile per produttori, esperti del settore e appassionati, offrendo una guida sicura per scegliere pepe di qualità superiore".

28 maggio 2024

Da Italpepe e Lavazza una sperimentazione nel mondo delle spezie

Alla recente edizione di Cibus 2024 a Parma, il caffè è stato protagonista, insieme alle spezie, di un'esperienza sensoriale che ha abbracciato i sensi, donando stupefacenti sensazioni di gusto. La pausa caffè non è infatti solo un momento di socialità, ma anche di relax e d'introspezione. Questo l'obiettivo alla base della masterclass dal titolo 'Caffè e spezie: armonia in tazza - Una masterclass sull'arte dell'abbinamento perfetto', che Italpepe ha realizzato in collaborazione con Lavazza Training Center. La Masterclass si è aperta con due interventi sul mondo del caffè e delle spezie, con la loro storia, cultura, mercati di riferimento, specie e qualità. I partecipanti poi condotto un primo test di assaggio per riconoscerne gli aromi, indagando i gusti chiodi di garofano/anice stellato; cardamomo/mentuccia; eucalipto/zenzero; noce moscata; rafano; vaniglia/zenzero e zafferano. Terminato il test si è passati alla correzione, dove i partecipanti sono stati aiutati da una flavour wheels realizzata ad hoc. Il secondo test di assaggio è invece servito per riconoscere la sensazione chemestetica, come sono dette percezioni dovute all'attivazione chimica di recettori per stimoli fisici a opera di alcune molecole: pungente, piccante o mentolato non sono né gusti né aromi, ma sensazioni chemestetiche. Terminato il secondo test, i partecipanti sono passati alla correzione e alla disamina dei campioni utilizzati attraverso la tavola chemestetica. Il test di assaggio finale è servito a riconoscere gli aromi del caffè specialty, della tradizione italiana e di quella napoletana. Cadeau di fine Masterclass, un pack Amazzonia Lavazza e un flacone di pepe Sichuan Italpepe. Con quest'iniziativa, Italpepe ha avviato una sperimentazione nel mondo delle spezie. Diffondere la cultura delle spezie, l'unicità di ciascuna e trasferire i significati più profondi che esse racchiudono al loro interno sono obiettivi da perseguire per dare ai consumatori la possibilità di apprezzare al meglio i prodotti, in ogni loro sfumatura. Conoscere l'aroma ed il gusto delle spezie significa essere in grado di apprezzare a pieno il lavoro e la maestria di chi propone prodotti di alta qualità.

02 febbraio 2016

Tre menu d'autore Pink Lady per le coppie di innamorati

A San Valentino si scopriranno i migliori abbinamenti della mela Pink Lady
Pink Lady apre eccezionalmente le porte di tre aziende agricole produttrici delle proprie mele per offrire agli innamorati un sorprendente menu d’autore, a base di mela Pink Lady e accostamenti di gusto ispirati all’analisi sensoriale del FoodPairing, scienza innovativa che, attraverso accurate analisi molecolari, permette di scoprire le naturali affinità degli alimenti, suggerendo nuovi abbinamenti. Le coppie che parteciperanno a questo romantico laboratorio del gusto 'Ama come mangi' impareranno a conoscere meglio la mela Pink Lady e a usarla in modo creativo, grazie ai consigli di tre talentuosi chef emergenti italiani, che stupiranno gli invitati con un cooking show dedicato ai Pink Lady’s Best Pairings, cioè gli abbinamenti di gusto più interessanti e convincenti scoperti dal FoodPairing per la mela Pink Lady - come il granchio reale o i funghi porcini – da gustare in via eccezionale il giorno di San Valentino presso l’azienda agricola della famiglia Donati a Faenza (RA) in compagnia di Andrea Caporizzi, pioniere degli chef a domicilio, esperto gourmet e fondatore di Home Cooking o presso l’azienda agricola della famiglia Zecchin a Gavello (RO) in compagnia di Massimo Martina, chef del ristorante Il Fiorile di Borghetto di Borbera, protagonista del format Running Chef o, ancora, presso l’azienda agricola della famiglia Zelger a Montagna (BZ), in compagnia di Alessandro Bellingeri, chef del ristorante Osteria de l’Acquarol in Val di Fiemme e miglior Chef Emergente d’Italia 2012. L’iniziativa è gratuita e per partecipare basta collegarsi alla pagina Facebook di Pink Lady e seguire le istruzioni per prenotare un tavolo presso una delle strutture designate, approfittando dell'occasione, fino a esaurimento dei posti disponibili.

20 ottobre 2015

I migliori caffè? S'individuano con l'analisi sensoriale

Torna l'1 e il 2 dicembre prossimi l'International Coffee Tasting Asia 2015, l'unico concorso internazionale che per premiare i migliori caffè si affida esclusivamente alla moderna analisi sensoriale. L’edizione si terrà a Taiwan organizzata dalla sezione locale dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac) con il supporto tecnico e scientifico del Centro Studi Assaggiatori. Nell’edizione del 2014 si sono sfidati 149 caffè da 15 paesi, valutati da 26 giudici internazionali. I giudici erano divisi in commissioni e controllati a loro volta da un software di analisi sensoriale che ne misurava l’efficacia. Gli assaggi dei caffè naturalmente erano condotti alla cieca per eliminare ogni possibile influenza sull’operato dei giudici. "Un concorso tra caffè deve porsi come primo punto l’obiettività delle valutazioni - afferma Luigi Odello, presidente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac) - Quindi non soltanto tutti gli assaggiatori impiegati a International Coffee Tasting Asia 2015 saranno naturalmente abilitati Iiac, ma ne valuteremo con la consueta precisione la loro efficacia". Il concorso è organizzato con il supporto di Iiac Corea, Iiac Giappone e Iiac Taiwan che stanno già raccogliendo le iscrizioni da parte dei torrefattori asiatici. Le iscrizioni sono aperte a livello globale.

02 dicembre 2013

All'Università di Scienze Gastronomiche per il #Pernigottiday

Che cos'è l'analisi sensoriale? Quali le sue applicazioni e i suoi elementi? Quali sono i fattori che influenzano la percezione? E come si arriva a definire il profilo sensoriale di un prodotto o una preparazione? Sono alcuni dei quesiti su cui si è basata la straordinaria lezione tenuta dal tecnologo alimentare e responsabile di analisi sensoriale Luisa Torri. Lezione che sabato scorso ci ha visti in prima linea grazie allo storico marchio Pernigotti, promotore del #Pernigottiday: una giornata di edutainment organizzata nella cornice d’eccezione dell’Università degli Studi delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), il centro internazionale di formazione e ricerca fondato nel 2004 da Slow Food in partnership con Piemonte ed Emilia Romagna.
Sui banchi dell'UNISG per la lezione di analisi sensoriale
Il laboratorio di analisi sensoriale di UNISG ha 25 cabine individuali
Apprese in un’ora e mezza le basi teoriche, la lezione riservata a un ristretto gruppo di blogger ha avuto un dolce seguito nel laboratorio di analisi sensoriale, sede del corso e delle esercitazioni dedicate alla materia: è lì che gli studenti apprendono le principali tecniche di valutazione sensoriale applicate ai diversi prodotti alimentari. I metodi sensoriali, come ha spiegato infatti la dottoressa Torri, possono essere sfruttati in vari ambiti della produzione: dalla ricerca e sviluppo al controllo qualità, al marketing.

Il profilo sensoriale del cremino Pernigotti secondo il nostro panel

Il test nella cabina del laboratorio di analisi sensoriale 
Nell’occasione noi ci siamo sottoposti all’analisi del cioccolato, prima effettuando una valutazione collettiva tesa a stabilire degli standard di riferimento dei descrittori del cioccolato (dolce, amaro, acido e scioglievole in riferimento a cacao, nocciola, mandorla tostata, burro, latte, vaniglia, caramello) e successivamente con un esame individuale in cabina dotata di computer e software per la raccolta informatizzata dei dati. Al centro della valutazione descrittiva, che in due momenti distinti si è prima concentrata sull’intensità e poi sulla dominanza, tre amatissimi prodotti di casa Pernigotti: gianduiotto, cremino e nocciolato. Al termine, i dati di tutti i partecipanti a questo (neanche a dirlo graditissimo) test sono stati elaborati e si è giunti alla definizione del profilo sensoriale di ciascuno dei tre cioccolatini.
Momenti di analisi descrittiva collettiva
 
Conclusa la lezione, dopo il pranzo presso l’Albergo dell’Agenzia, ristorante all'interno del comprensorio dell'ateneo che in sintonia con la filosofia Slow Food si distingue per la cucina del territorio e la selezione delle materie prime, un altro momento straordinario che ha chiuso il #Pernigottiday: la visita guidata alla Banca del Vino, che abbiamo condiviso con Mariacristina Giangoia, direttore marketing di Pernigotti, e Alessandra Abbona e Marco Callegari, rispettivamente responsabili della comunicazione e delle relazioni esterne di UNISG. Calice alla mano (uno straordinario Erbaluce di Caluso, passito piemontese datato 2003) ci siamo addentrati nelle cantine, alla scoperta del patrimonio enologico rappresentato da questo ambiente unico, dove dal 2001 a oggi sono in ‘conto deposito’ 100mila bottiglie di vino rappresentative di tutte le regioni d’Italia. Un luogo magnifico, istituito come progetto culturale, che offre però ai visitatori la possibilità di degustare preziosi vini da invecchiamento, anche in abbinamento a eccellenze gastronomiche del territorio.
La Banca del vino fondata nel 2001
Sono oltre 100mila le etichette finora in conto deposito alla Banca del Vino