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08 maggio 2022

A Casa Emergency la mostra della fotoreporter Monika Bulaj

Dal 9 al 22 maggio prossimi a Milano, Casa Emergency accoglie 'All'ombra del Baobab', la mostra della pluripremiata fotogiornalista Monika Bulaj. Dopo aver attraversato la Sierra Leone, l'Uganda e il Sudan, la reporter ci racconta sfide quotidiane e talvolta di sconfitte, di disgrazie endemiche e urgenze prevedibili. Dall'Atlantico, passando per il Lago Vittoria, fino al Mar Rosso: una traversata dell’Africa in orizzontale, lungo la catena degli ospedali di Emergency, dove lavorano medici, chirurghi, tecnici, infermieri, anestesisti, radiologi, amministratori, giardinieri... Tutti protagonisti de 'All’ombra del Baobab'. "In questo reportage racconto storie come quella di Aisha, dall'esofago bruciato dalla soda caustica, che insegna a nutrirsi ai bambini, vittime come lei, di un progetto per le madri delle bidonville, disegnato a tavolino in Europa: la produzione del sapone con un 'veleno a portata di mano' - dichiara Bulaj-. Sfide come quella del viaggio trans africano di Aminata per sostituire le valvole del cuore minato da un'infezione da streptococco non curata. E, ancora, la rinascita di Ibrahim in Sud Darfur, dopo l'ennesima trasfusione dovuta all’anemia falciforme, la spietata risposta a una continua esposizione alla malaria". Il reportage è anche un viaggio attraverso i progetti dell'Anme (African Network of Medical Excellence), la rete sanitaria d'eccellenza di Emergency nata con l'obiettivo di costruire centri medici d'eccellenza gratuiti in tutta l’Africa. La mostra, organizzata anche grazie al contributo tecnico di Fujifilm Italia (le foto esposte sono state stampate su pregiata carta fotografica Fujicolor Crystal Archive Digital Paper Type DPII Matt, che esalta le caratteristiche stilistiche e tecniche di ogni immagine, assicurandone la durata nel tempo e nella memoria), sarà ad accesso libero e aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 12 alle 19, mentre sabato e domenica dalle ore 10 alle 19.

17 febbraio 2022

L'istante decisivo nella Cina di Cartier-Bresson in mostra al Mudec

Dal 18 febbraio fino al prossimo 3 luglio
lo spazio Mudec Photo del Mudec di Milano ospiterà la mostra fotografica 'Henri Cartier-Bresson: Cina 1948-49 | 1958', prodotta da 24 Ore Cultura e promossa dal Comune di Milano-Cultura.
In un manifesto dipinto a mano
il pugno comunista sopprime il cane nazionalista.
Nanchino, 24 aprile 1949 Vintage gelatin silver print
© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos 
Per la prima volta arriva in Italia il progetto espositivo che racconta i due reportage fotografici cinesi che resero famoso Cartier-Bresson (1908-2004) in tutto il mondo per il suo 'istante decisivo'. Oltre cento stampe originali e una raccolta di materiali d'archivio del pioniere del fotogiornalismo documentano due momenti-chiave nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang (1948-1949) e il 'Grande balzo in avanti' di Mao Zedong (1958). Realizzata con la collaborazione della Fondation Henri Cartier-Bresson, la mostra riunisce un eccezionale corpus di fotografie e documenti di archivio del fotoreporter francese: oltre 100 stampe originali insieme a pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondation. Temi importanti del cambiamento nella storia contemporanea cinese si affiancano ad altri tenuti nascosti dalla propaganda di regime, come lo sfruttamento delle risorse umane e l'onnipresenza delle milizie. La mostra allestita al Mudec permette così di avvicinarsi alla poetica del maestro della fotografia mondiale, quell'istante decisivo che gli permise di cogliere l'immediatezza e la veridicità della situazione, unitamente alla scelta del bianco e nero per dare risalto alla forma e alla sostanza della realtà. La guida edita da 24 Ore Cultura, in vendita esclusivamente in sede di mostra, è curata da Michel  Frizot e Ying-Lung Su e realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson. 
La mostra è allestita allo spazio Mudec Photo fino a 3 luglio. Il catalogo è edito da 24OreCultura


31 agosto 2019

Alla mostra Sony World Photography Awards gli scatti di Borella

Dal 13 settembre al 3 novembre prossimi torna in Italia, con la curatela di Denis Curti, la mostra dei Sony World Photography Awards. In esposizione le fotografie vincitrici e finaliste del concorso fotografico più eterogeneo al mondo.
Quest'anno sono state 326.997 le candidature al contest fotografico mondiale
L'evento è nuovamente ospitato nelle sale della Villa Reale di Monza, dove la mostra è stata presente dal 2017. Giunto alla 12esima edizione, il contest quest'anno ha totalizzato 326.997 candidature, presentate da fotografi originari di 195 Paesi e territori. Il risultato è una panoramica delle migliori opere contemporanee realizzate negli ultimi 12 mesi, che il pubblico italiano potrà ammirare nella sua interezza. In questa edizione si potranno vedere anche le opere del fotoreporter italiano Federico Borella, designato Fotografo dell'anno, il più ambito del concorso. "La serie, intitolata 'Five degrees', presentata per la categoria Documentario, indaga la piaga dei suicidi maschili nella comunità agricola di Tamil Nadu, nel sud dell'India, colpita dalla più grave siccità degli ultimi 14 anni - spiega Curti -. La potenza delle immagini di questi reportage è travolgente e stupisce per l'attenzione e la sensibilità con cui è raccontata una realtà molto complessa. Il valore documentaristico degli scatti di Borella emerge non solo attraverso i soggetti, ma anche nella varietà della tecnica utilizzata, che spazia dal ritratto alla natura morta, alle vedute aeree e di paesaggio".
Giunta alla 12esima edizione, la mostra fotografica è allestita nelle sale
della Villa Reale di Monza, dal 13 settembre al 3 novembre prossimi
Tra i vincitori si sono distinti altri quattro fotografi italiani che hanno conquistato riconoscimenti importanti nell'ambito del concorso Professionisti. Alessandro Grassani è il vincitore della categoria Sport con la serie 'Boxing against violence: the female boxers of Goma', che racconta come la box sia un mezzo di sostegno e un luogo sicuro per molte donne a Goma, nella provincia di Kivu Nord della Repubblica Democratica del Congo. Il duo formato da Jean-Marc CaimiValentina Piccinni ha trionfato nella categoria Scoperta con la serie 'Güle Güle', che in turco significa 'arrivederci', dedicata a Istanbul e agli aspetti più caratteristici della città. Massimo Giovannini si è aggiudicato il secondo posto nella categoria Ritratto con 'Henkō', parola giapponese che significa 'cambiamento' e 'luce variabile e insolita', attraverso cui affronta il tema della luce e di come possa alterare la prospettiva degli oggetti. Il National Award è andato a Nicola Vincenzo Rinaldi, appassionato di street photography, grazie all'immagine dal titolo 'The Hug' che, nelle parole dell'artista, "ritrae un abbraccio avvolgente: solo i piedi sfuggono alla stretta".

23 novembre 2017

'Ey you!', la mostra di Guindani dedicata ai bambini di Haiti

Cotril conferma il suo legame con il noto fotografo Stefano Guindani e Fondazione Francesca Rava - Nph Italia Onlus, partecipando alla realizzazione di 'Ey you!', la mostra fotografica (ospitata alla Microsoft House di Viale Pasubio 21, a Milano) che racconta la vita e i volti dei bambini di Haiti.
Si può vedere alla Microsoft House di Milano
Il titolo è la caratteristica espressione in creolo con cui i bambini accolgono gli stranieri negli slum della capitale Port Au Prince; su 100 finestre della Microsoft House saranno applicate delle loro gigantografie in cui saltano, si danno idealmente la mano da un piano all'altro del palazzo e si aprono a calorosi abbracci. Un saluto gioioso da parte dei bambini di Haiti agli italiani, un invito a visitare la mostra, ma soprattutto un invito a non dimenticarsi di loro. Contestualmente allo spettacolare allestimento esterno, oltre 65 immagini verranno esposte all’interno dello showroom della Microsoft House. La mostra raccoglie le immagini realizzate da Guindani durante il suo ultimo reportage sull'isola, insieme alla Fondazione Francesca Rava, nel luglio 2017, oltre a una selezione di scatti tratti dal volume 'Do you know?' edito da Skira e ad alcune suggestive immagini dei primi viaggi di Guindani ad Haiti tra il 2008 e il 2010. La mostra, resa possibile grazie anche al contributo di Fujifilm Italia, Microsoft Italia e Artemide, rappresenta un'occasione concreta per sostenere i progetti della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus in Haiti, in particolare le scuole di strada, che accolgono ogni giorno 13mila bambini nelle baraccopoli di Port au Prince e nelle zone più povere del Paese, dando loro istruzione, cure mediche, un pasto e la protezione dai rischi della vita di strada. Inaugurata ieri sera, la mostra, a ingresso libero, è visitabile fino al 6 gennaio 2018 presso la Microsoft House.

28 ottobre 2017

Al via la quarta edizione de 'Il mondo insieme' di Licia Colò

Domenica 29 ottobre torna in onda in diretta su Tv2000, alle 15.20, 'Il mondo insieme', il programma di viaggi di Licia Colò.
Il programma di viaggi va in onda la domenica, in diretta su Tv2000
Alla sua quarta edizione, il programma – uno dei capisaldi della emittente della Cei – si rinnova, raccontando il mondo che cambia anche con l'utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e con un più ampio ventaglio di protagonisti. Come sempre, facendo attenzione al nuovo modo di viaggiare di oggi, sensibile all’ecosostenibilità, alla tolleranza e al risparmio. Reportage esclusivi, documentari, storie di varia umanità e uno studio totalmente nuovo e supertecnologico, che permette il collegamento con gli inviati speciali in ogni angolo del pianeta, supportano Licia Colò in questa nuova avventura. Tra le molte novità di questa edizione i racconti ironici e appassionati di Giobbe Covatta, che offre un punto di vista inedito del continente africano, e non solo, la presenza fissa dei più famosi travel blogger, che danno consigli per viaggi low cost, e la forte interazione con il pubblico a casa grazie a una finestra sempre aperta sulla rete e i social per condividere con il telespettatore le curiosità e le news che circolano nel web.
Una finestra spalancata sul mondo di oggi
Un occhio rimane fisso sul racconto 'dell'altro mondo', quello di frontiera, dove lavorano migliaia di volontari e missionari operativi in zone difficilmente raggiungibili. Lo spirito è di raccontare le storie di amanti della natura, armati solo di zaino in spalla, che compiono imprese eccezionali e portano alla luce mondi sconosciuti. Inoltre, attraverso i documentari, inediti e autoprodotti, sono presentati in maniera originale luoghi e personaggi. Alessandro Antonino, con i suoi reportage esclusivi dal mondo, quest'anno accompagna i telespettatori anche alla scoperta delle bellezze del nostro Paese: mete da sogno, capitali della cultura, villaggi immersi nella natura. La prima puntata si apre con un focus su Livorno per raccontare - grazie anche all'intervento dell'attore Paolo Ruffini, livornese doc - le conseguenze dell'alluvione che ha colpito la città a settembre scorso, ma anche la sua bellezza, le sue attrazioni e le sue tradizioni. Tra gli ospiti, inoltre, anche Amir, uno dei protagonisti della scena hip hop italiana e ora anche scrittore, che ripercorre la sua storia attraverso la sua musica e il suo libro autobiografico 'Vivo per questo'. Spazio anche ai temi di attualità: Licia Colò e il giornalista di Repubblica Antonio Cianciullo indagano le cause dell'alto tasso di inquinamento nel Nord Italia e si interrogano sulle possibili soluzioni. In ogni puntata, a chiusura della domenica pomeriggio di Tv2000, 'Prima di cena': uno spazio più intimo che accompagna il telespettatore verso la serata grazie a interviste che vanno in profondità.

04 settembre 2017

Sei sculture di Manolo Valdés a Valencia fino al 10 dicembre

Sono approdate a Valencia lo scorso 28 giugno e si possono ammirare fino al 10 dicembre 2017, nelle azzurre acque che circondano la Ciutad de las Artes y las Ciencias, le sei monumentali teste femminili dell'artista valenciano Manolo Valdés, in precedenza esposte a Parigi, in Place Vendôme. Fino al prossimo 15 settembre, tutti i visitatori sono invitati a scegliere la scultura preferita con appositi coupon da depositare nelle urne in loco: al termine dell'esposizione open air, la testa più votata sarà donata alla città dalla Fundación Hortensia Herrero. Molteplici i motivi per visitare la città spagnola: magnifiche, sempre alla Città delle Arti e delle Scienze (dove quest'anno, ogni venerdì di settembre, si tengono i concerti del Berklee Campus), le architetture futuristiche, in massima parte progettate dell'archistar valenciano Santiago Calatrava, come l'Hemìsferic, che evoca un enorme occhio, il Museo de las Ciencias, che richiama un gigantesco scheletro di balena, o l'avveniristico Puente de l'Assut de l'Or, che attraversa il complesso e, con il suo svettante pilone di 125 metri, domina la città.
Al termine dell'esposizione, una delle monumetali opere, raffiguranti teste di donna, sarà donata alla città di Valencia
Intrattenimento per tutti
Punta sull'interattività il Museo delle Scienze Príncipe Felipe, che ha per curioso motto 'È vietato non toccare, non sentire, non pensare'.
Al Parc Gulliver ci si può arrampicare su un Gulliver di 70 metri
Un museo vivace, che piace tanto ai bambini, invitati a scoprire, in modo didattico e ludico nel contempo, tutti gli aspetti relativi all'evoluzione della vita, della scienza e della tecnologia. Consigliata una visita anche all'Oceanogràfic, l'acquario più famoso della Spagna, che, oltre a passaggi esterni e sotterranei per raggiungere le diverse zone climatiche, dove nuotano le più stupefacenti creature marine, vanta anche una suggestiva galleria circondata dagli squali. Ma Valencia, con il suo Bioparc di 100 mq ricavato nel vecchio letto del Túria (il fiume deviato in seguito a un'esondazione) che grazie a barriere invisibili fa immergere totalmente il visitatore nell'habitat degli animali, a differenza di quanto accade invece in zoo tradizionali, promette una full immersion nella savana africana, per avvistare leoni, giraffe, ippopotami, elefanti e altri animali. Intrattenimento per adulti e bambini anche al Parc Gulliver, situato nel Jardín del Túria: l'attrazione è un magnifico Gulliver di 70 metri sdraiato e legato. Il personaggio, nato dalla penna di Jonathan Swift, è sormontato di scivoli che permettono di salirgli addosso, per sentirsi dei perfetti lillipuziani.

Street art e ceramiche nel Barrio del Carmen
Decorano edifici e negozi del centro le ceramiche di Valencia
Aggirandosi, invece, per i vicoli dela Ciutat Vella, l'antico centro storico, non si possono non notare decine di opere di arte urbana, che danno colore al già vivace Barrio del Carmen, ricco di locali e ristorantini che a tarda sera si animano proponendo la degustazione dei vari tipi di paella (chi ama il riso non si perda una visita al Museo del Arroz) e sfiziose tapas, anche a base di pesce e frutti di mare. La parte del centro storico in cui si aprono enormi piazze circondate da edifici signorili è, invece, un invito a coloro che desiderano dedicarsi allo shopping in grandi catene internazionali e boutique (comprese quelle di lusso). Uno dei tanti fiori all'occhiello di Valencia? Le ceramiche: basta alzare gli occhi per scorgere variopinte piastrelle che compongono mosaici all'esterno e all'interno di negozi ed edifici storici. In città, tra i tanti musei, si può anche visitare il Museo Nacional de la Ceramica.


Il mercato dà spettacolo
Per comprendere lo spirito di una città, è sempre consigliabile fare un giro nei suoi mercati: il Mercado Central di Valencia, situato nel cuore del centro storico, a pochi passi dalla Lonja, è uno spettacolo di colori e profumi (vi si può anche mangiare) e, dal punto di vista architettonicio, colpisce per lo stile modernista dei primi del Novecento e per le sue bellissime cupole.
Per la seconda edizione del Bonica Fest, fissata il prossimo 16 settembre, i mercati comunali apriranno i battenti proponendo ai visitatori esperienze gastronomiche, spettacoli e musica. Anche se il Mercado Central si conferma il luogo di riferimento, saranno ben 14 i mercati che aderiscono al Bonica Fest, tra cui Torrefiel, Natzaret, el Grau, Cabanyal e Patraix. Nell'occasione i visitatori potranno gustare le tapas più originali a un prezzo accessibile, accompagnandole con ottima birra valenciana.

Spostarsi a Valencia, una città bike friendly
Tanti i monumenti disseminati per la città di Valencia
Girare per la città o raggiungere le spiagge è semplice, anche grazie a due diverse compagnie di bus turistici, che propongono un doppio itinerario in partenza dalla centralissima Plaza de la Reina: il percorso storico si alterna a quello marittimo, per poter godere della città, tappa dopo tappa, senza perdersi i suoi numerosi monumenti o per arrivare fino alle sterminate spiagge valenciane, come Las Arenas e La Malvarrosa, dotate di lungomare con bar, ristoranti e aree sportive. Le alternative green per spostarsi per la città, senza dover usare un mezzo proprio, sono la metropolitana e i classici bus di linea. Ma grazie agli 80 km di piste ciclabili e a un polmone verde di 9 km che l'attraversa interamente (molti giardini e palmizi si trovano, curiosamente, nell'antico letto del Río Túria) Valencia è anche bike friendly: non si contano in città i punti di noleggio biciclette per pedalare agevolmente dentro e fuori la cintura urbana. E nel Día de la Bici, fissato il prossimo il 17 settembre, si potrà vivere Valencia all'aria aperta con migliaia di partecipanti, seguendo in bici un percorso di 7,5 km lungo le vie più rappresentative della città.
Su Instagram potete seguire il viaggio fotografico di Golden Backstage con l'hashtag #goldenbackstageinvalencia

20 giugno 2016

In tour sul Garda, tra tesori archeologici, rocche e musei

Veduta aerea della Rocca di Manerba del Garda
Panorami mozzafiato, reperti preistorici, antiche vestigia romane, castelli medievali, tesori d’arte, centri termali, sapori genuini e grandi vini: ha tanto da offrire il versante lombardo del Lago di Garda, meta ideale per un rilassante week end gastronomico-culturale o per un più lungo soggiorno all’insegna di natura, attività sportiva e gusto (la zona è ben collegata e contempla strutture per tutte le tasche, dall'hotel 5 stelle al residence, all'agriturismo). 

10 dicembre 2015

L'atelier Aldo Coppola celebra il suo secondo anniversario

Oro, blu, rosso: tre colori, tre diverse emozioni per accarezzare i sensi. In occasione del secondo anniversario dell'atelier milanese Aldo Coppola, in corso Europa 7, il marchio sinonimo di 'Kingdom of beauty' (regno della bellezza) ha celebrato l'anniversario insieme a clienti e stampa.
L'ingresso dell'atelier Aldo Coppola in corso Europa 7, a Milano
Con l'oro dell’ingresso, che ha accolto le ospiti, si è voluto rappresentare preziosità e dinamismo, caratteristiche del team Aldo Coppola. Per l'occasione gli hair stylist hanno creato moderne e sensuali acconciature utilizzando i prodotti L'Oréal professionel, Kerastase, Redken e Shu Uemura, mentre le clienti hanno potuto deliziare il palato con il caviale Adamas e gli integratori liquidi antinvecchiamento Pure Gold Collagen a base di collagene idrolizzato. A impreziosire il corpo ci hanno pensato i tatuaggi-gioiello temporanei del giovane brand italiano Lil Tattoo. Al piano della Spa ci si poteva immergere in atmosfere caratterizzate dal bianco e il blu, perfetto connubio cromatico per rilassarsi beneficiando dei trattamenti cosmetici esclusivi Valmont e Shani, dei massaggi viso e corpo Cocconing Aldo Coppola e degli avanzati servizi di epilazione definitiva indolore Lpg e Alma Laser. A coronamento del percorso, le make up artist Lancome si sono dedicate a sedute di trucco 'su misura'. Dal blu sinonimo di relax al rosso passione del primo piano, dove gli esperti del salone hanno acconciato i capelli delle clienti con romanticissime rose rosse. A rendere speciali le mani, altro emblema femminile di seduzione, le eleganti nuance di smalti statunitensi Essie e delle italianissime 'vernici' Fedua create dal giovane imprenditore Luca Gonzini. In abbinamento a calici di vini rossi e rosé firmati Aldo Coppola e ai succhi detox Depuravita sono stati offerti invitanti appetizer multicromatici dell’azienda Il Partycolare.
Alle clienti sono stati offerti trattamenti beauty e coccole food & beverage di prestigiosi brand partner di Aldo Coppola

09 dicembre 2015

Alla scoperta delle origini del Prosciutto di Parma Citterio

Nascono nel comune di Felino, in provincia di Parma, i prosciutti crudi a marchio Citterio.
Sul Prosciutto di Parma è impresso il marchio a fuoco della 'corona ducale'
Salumi di qualità superiore che la storica azienda lombarda di affettati, fondata a Rho nel 1878, produce in due stabilimenti adiacenti: in quello nato nel 2011 si lavorano ogni settimana 6.500 pezzi di Prosciutto crudo, mentre dallo stabilimento operativo dal 1996 escono ogni settimana 6mila pezzi di Prosciutto di Parma, salume Dop riconoscibile dalla 'corona ducale', marchio che viene impresso a fuoco solo sull'originale. Entrambe le tipologie di crudo - che beneficiano delle condizioni microclimatiche uniche del territorio parmense dovute soprattutto al marino, un vento asciutto che proviene dal mare, spira fra le montagne e scende a valle come una brezza - richiedono cura scrupolosa e rigorosi controlli in tutte le fasi di lavorazione, fasi in cui l’artigianalità (taglio, salatura e sugnatura delle cosce sono eseguite a mano, come una volta) sposa l’innovazione data dalla meccanizzazione dei passaggi più gravosi.
Il Prosciutto crudo e il Prosciutto di Parma sono venduti anche in vaschette
Sinonimo di qualità e tradizione, dal gusto inconfondibilmente dolce e delicato, il Prosciutto di Parma è però prodotto sotto la stretta vigilanza del Consorzio di tutela utilizzando esclusivamente cosce suine italiane (a differenza di quelle del crudo Citterio, di provenienza tedesca) e preparate secondo una tradizione plurisecolare. Ogni coscia è massaggiata, salata e prestagionata in locali ventilati per circa tre mesi e, dopo la rifinitura, riposa in apposite cantine di stagionatura fresche e areate. Stagionato 18, 24 o 36 mesi, il Prosciutto di Parma Citterio, ingrediente ideale di piatti tipici della cucina italiana e in abbinamento a frutta e formaggi, è ottimo da degustare in purezza a fette tagliate sottili (in vaschetta è disponibile già finemente affettato) in accompagnamento a del pane.

04 dicembre 2015

'Do you know?', il fotoreportage di Stefano Guindani per Nph

Stefano Guindani
Oltre 51mila fotografie (di cui 2mila preselezionate e circa 400 scelte), 37 voli, 2 anni di lavoro (di cui uno di postproduzione), 56 giorni sul campo in 9 Paesi. Sono alcuni dei numeri dietro alle storie raccolte nel libro 'Do you know?', reportage fotografico realizzato dall’affermato fotografo di moda e celeb Stefano Guindani tra Messico, El Salvador, Honduras, Haiti, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Guatemala, Perù, Bolivia.
La cover del libro edito da Skira
Disponibile dal prossimo gennaio nelle librerie di tutto il mondo, il volume in italiano con testo a fronte in inglese, edito da Skira e realizzato in occasione del 60esimo anniversario dell’organizzazione umanitaria Nph – Nuestros Pequeños Hermanos (legata alla Fondazione Francesca Rava) è quindi un viaggio in America Latina alla scoperta delle commoventi storie di vita di persone svantaggiate che hanno ricevuto un aiuto concreto dall’organizzazione fondata nel 1954 da Padre William Wasson, riuscendo a costruirsi un futuro non segnato da miseria, ignoranza, delinquenza.
Qui e in apertura, due foto tratte da libro 'Do you know?' di Guindani
Pagina dopo pagina, davanti ai nostri occhi scorrono le foto di tanti uomini e donne, bambini, ragazzi e anziani che, grazie alle case orfanatrofio e alle strutture ospedaliere di Nph, hanno ricevuto cure, assistenza e istruzione. Un’esperienza emotiva intensa, quella presentata negli scatti di Guindani valorizzati dai testi di Eugenio Alberti Schatz. Il titolo dell’opera (la cui prima copia è stata donata a Papa Francesco), non è solo un interrogativo, ma un invito esplicito a conoscere, ad aprire gli occhi, a interessarsi alle storie di coloro che sono passati dalla condizione di dolore a quella della speranza. Una curiosità: la foto di copertina è stata scelta tra tante perché è una citazione della celebre opera pittorica 'La ragazza con l'orecchino di perla'. Nel suo lungo viaggio, Guindani è stato sostenuto dalle aziende 77 Agency, Bagutta, Cannizzo Produzioni, Condé Nast, Gessi, Giochi Preziosi, Lardini, Peuterey, Rolex, Samsung, Studio Gioforma e YAM112003 e dai privati Fabrizio Arossa, Antonello Cuomo, Gabriella Magnoni Dompé.

31 ottobre 2015

Milano ha chiuso Expo con una cerimonia 'pop e visionaria'

Aria di festa, tanti sorrisi e qualche occhio lucido per una straordinaria avventura giunta al termine.
Un grandioso show pirotecnico ha suggellato la fine di Expo
A conti fatti, Expo 2015 si è conclusa con un grande successo, come testimoniano gli oltre 21 milioni di visitatori che in questi sei mesi hanno scelto di fare il 'giro del mondo' a Milano, nel sito espositivo allestito a Rho. A suggellarne la conclusione una spettacolare cerimonia, la cui creatività si deve ad Alfredo Accatino di Filmmaster Events. Prodotta dalla Rai, la cerimonia si è svolta questa sera, a partire dalle 18, ed è stata trasmessa da 'La vita in diretta'. L'evento si è tenuto all’Open Air Theater, alla presenza di 5.000 persone, tra ospiti internazionali, commissari delle nazioni partecipanti e capi di Stato, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Com'era stato preannunciato, all'inizio la cerimonia ha avuto un taglio protocollare e sobrio (sul palco anche il commissario unico di Expo Giuseppe Sala e il ministro delle politiche agricole Maurizio Marina) ma un finale a sorpresa destinato a rimanere impresso nella memoria: un grandioso show pirotecnico accompagnato dalle note di 'Volare'. Un approccio 'pop e visionario' con fuochi d'artificio e palloni colorati, quello voluto da Accatino, che ha segnato il passaggio ufficiale da Milano a Dubai della bandiera del Bie, il Bureau International des Expositions. Nel gran finale un omaggio al nostro Paese, protagonista nel mondo in questi sei intensissimi mesi: dopo l’Inno d’Italia, curiosamente trasformato nell''Inno alla vita' durante la cerimonia d'apertura dello scorso maggio, è stato costituito un coro di un migliaio di elementi, che ha reinterpretato celebri brani della tradizione italiana.

22 marzo 2015

Birra Poretti 10 Luppoli, la birra champagne per Expo 2015

Si è chiusa stasera con il tutto esaurito la prima delle giornate dell’anno in cui, come accade al cambio di stagione da tre anni, Birrificio Angelo Poretti apre le porte al pubblico per mostrare il luogo da cui ha origine la sua birra, il suo forte legame con il territorio e i suoi nuovi prodotti. Oltre 500 i visitatori su prenotazione che, divisi in gruppi, per tutta la domenica, grazie all'open day, hanno potuto visitare lo stabilimento produttivo di Induno Olona (Va), un suggestivo complesso fatto edificare dal cavalier Angelo Poretti nel lontano 1877.
Omaggia Expo la birra champagne Birra Poretti 10 Luppoli
Un luogo ricco di storia dove, qualche anno più tardi, Poretti, importando il processo dall’estero, produsse in Italia la prima birra pilsen. Peculiarità dello stabilimento è anche la sua collocazione: fu infatti edificato a ridosso dei boschi della Valganna per sfruttare una sorgente d'acqua naturale, la Fontana degli Ammalati (così chiamata per le sue proprietà terapeutiche) per la produzione della birra, la stessa acqua che, purissima, ancora oggi viene impiegata durante il processo produttivo. Sotto la guida dei dipendenti di Carlsberg Italia (il gruppo danese proprietario di Birrificio Angelo Poretti) i visitatori hanno potuto vedere da vicino un perfetto esempio di archeologia industriale artistica, complesso di edifici che nello stile si rifanno espressamente al Liberty con un’ampia varietà di soluzioni ed elementi decorativi che spaziano dai mascheroni ai medaglioni, dai festoni di fiori di luppolo ai tini di ferro battuto. Cuore pulsante del birrificio è la Sala Cottura in cui sono presenti modernissimi impianti produttivi che conservano però l’aspetto dei primi del Novecento con richiami allo Jugendstil dell’art nouveau. Domina invece l’intero stabilimento la villa padronale Magnani, fatta edificare nel 1905 da uno dei nipoti di Poretti: è collocata su un’altura e immersa in un orto botanico.
Al piano terra della villa da qualche giorno è ospitato anche un pub - nome provvisorio La Casa di Angelo - un’area ristoro riservata ai dipendenti dell’azienda, che possono scegliere la preferita tra le diverse birre del gruppo. È qui che, in qualità di visitatori, anche noi abbiamo potuto degustare in anteprima assoluta la Birra Poretti 10 Luppoli, la speciale birra champagne (ha infatti una nota finale di prosecco appena accennata) prodotta per Expo 2015, dove Poretti sarà presente in qualità di birra ufficiale di Padiglione Italia. Contenuta in una caratteristica bottiglia la cui forma richiama lo spumante italiano (o lo champagne francese) e che si fa notare per una livrea bruno-dorata con decori 'preziosi', il nuovissimo prodotto vuole essere un omaggio all’internazionalità di Expo grazie alla varietà dei luppoli provenienti da tutto il mondo (da tutti i continenti, esclusa l’Africa che non lo produce), e, nello stesso tempo, un tributo all’italianità grazie al Saccharomyces bayanus, lievito utilizzato per la spumantizzazione.
Qui e in alto, alcuni momenti della visita guidata al Birrificio Angelo Poretti di Induno Olona, in Valganna

16 novembre 2014

Oltre 'i confini' della fiera enogastronomica Abbiategusto

Con la fiera enogastronomica Abbiategusto, dal 2000 Abbiategrasso accoglie con un ricco calendario di eventi il sempre più vasto popolo dei gourmet, desideroso di sperimentare i migliori piatti tipici tradizionali come pure le ricette più innovative d’impronta nazionale e internazionale. Questa vivace città, che fa parte dei comuni a sud del fiume Ticino e che può fregiarsi del titolo di CittàSlow, dista una ventina di chilometri da Milano e permette di raggiungere in pochi minuti d’auto Albairate, Morimondo e Robecco sul Naviglio, altre tre interessanti mete della fertile provincia lombarda.

Un tuffo nell'antica vita contadina
Tappa consigliata per chi si appresta a raggiungere Abbiategrasso è Albairate, piccolo comune lombardo che dal 1982 ospita il ‘Museo Agricolo Angelo Masperi’, indicato come la più attrezzata esposizione permanente agricola d’Europa. Con i suoi macchinari per aratura, semina e raccolto, e gli antichi carri esposti accanto alle più moderne trebbiatrici, questo museo situato nella settecentesca cascina Salcano offre uno spaccato della vita contadina di un tempo grazie alla fedele ricostruzione delle varie aree di un’antica cascina con attrezzi, mobili e oggetti di utilizzo domestico donati dai cittadini. Si passa dalla stalla alla camera da letto, dalla cucina al ripostiglio, dalla casèra (dove il latte veniva trasformato in formaggio e in burro) al locale della stagionatura dei formaggi. Il Museo Agricolo è aperto al pubblico la prima e terza domenica del mese.
Il 'Museo Agricolo Angelo Masperi' di Albairate
Il complesso monastico di Morimondo
Situato sempre nei pressi di Abbiategrasso, Morimondo è noto soprattutto per l’Abbazia fondata nel 1134, magnifico esempio di architettura cistercense, che custodisce codici miniati del dodicesimo e tredicesimo secolo realizzati nello scriptorium. Il complesso monastico è visitabile da singoli, famiglie e gruppi organizzati. Nel suo chiostro e negli ambienti contigui, durante l’anno vengono allestiti mostre, laboratori e anche curiosi presepi a grandezza naturale. Da segnalare anche concerti, rievocazioni storiche medievali e tornei di arco.
L'Abbazia di Morimondo
I tesori di Robecco sul Naviglio
Non lontano da Abbiategrasso si trova anche Robecco sul Naviglio, comune che val bene una visita. Nel suo centro storico si possono ammirare, fra i vari monumenti ed edifici, il grazioso Ponte degli scalini e quella che oggi è la sede della biblioteca comunale, l'antico Palazzo Archinto, da molti scambiato per un castello. A dir poco stupefacente, dal punto di vista architettonico, è la settecentesca scuderia di Villa Sironi Marelli, affrescata e progettata in stile moresco per ospitare nobili cavalli arabi (spiccano anche abbeveratoi in calcare bianco e greppie in ferro battuto). Un 'tesoro nascosto' che si può ammirare nell’ambito di una visita su prenotazione. Il saloncino delle feste della Villa, il cui soffitto presenta fini decorazioni ottocentesche, è oggi sede del bar-gelateria Binfa Cafè, sosta consigliata per sorseggiare un tè o una cioccolata calda con accompagnamento di piccola pasticceria in una deliziosa atmosfera d’altri tempi.
Robecco sul Naviglio

20 settembre 2014

Viaggio nel tempo nella spirituale e vivace città di Saragozza

Desiderosi di visitare una città alternativa alle classiche metropoli e città europee? Saragozza (in castigliano Zaragoza) è la meta ideale per un weekend lungo.
In arrivo a Saragozza, su un'altura si scorge il simbolo del toro
Due giorni pieni - tempi di viaggio esclusi - possono senz’altro bastare per ‘tuffarsi’ in questa vivace città spagnola a dimensione umana, famosa meta di pellegrinaggi, a cominciare dalla celebre basilica di El Pilar, gioiello dell’arte barocca aragonese. Raggiungibile dall’Italia in aereo con voli low cost o, come nel nostro caso, su autostrada ben collegata e scorrevole da Barcellona (la sagoma del toro nero accoglie i viaggiatori sull’altura a pochi chilometri dalla città) la città, costellata di basiliche, cattedrali, conventi e chiese è infatti una classica destinazione spirituale dov’è anche possibile ammirare lo stile mudéjar, frutto della convivenza tra cristiani e musulmani. Ma è anche la meta ideale per chi vuole fare un ‘viaggio nel tempo’ seguendo le vestigia romane disseminate per la città, dalle antiche mura alle terme pubbliche, dal teatro al porto fluviale.

Vista dell'Ebro dalla sommità del Pilar
Affacciata sul fiume Ebro, le cui sponde sono collegate da una decina di ponti, la città ha il suo cuore nella lunga e spettacolare Plaza del Pilar dove sorge l’imponente basilica Nuestra Señora del Pilar. El Pilar, ‘il pilastro’, conservato all’interno, è quello portato in dono dalla Madonna apparsa all’apostolo Giacomo (chiamato Santiago, in spagnolo).
Plaza del Pilar offre tanti scorci per fotografie sempre diverse
Dopo la visita alla basilica (con possibilità di acquistare le statuette religiose della Vergine sul pilastro) consigliamo vivamente l’ascensione sulla Torre del Pilar (in ascensore fino a 70 metri, a piedi fino a 90): costa 3 euro, mentre per i bambini è gratuita. Vale la pena: dall’alto si domina la vista spettacolare del centro storico, del fiume con i suoi ponti dai diversi stili (il Puente de Santiago, il caratteristico Puente de Piedra, il colorato Puente del Pilar) e delle magnifiche cupole con tegole policrome che luccicano al sole. Prima di mettersi alla scoperta del resto della città, è bene fare un salto all’ufficio del turismo collocato proprio al centro di Plaza El Pilar per raccogliere mappe, depliant (anche dei musei e delle varie mostre in atto) e altre informazioni pratiche, come quella sulla Zaragoza Card che offre ai turisti sconti e vantaggi di vario genere in locali e strutture. Lungo tutta la piazza c’è qualcosa di curioso da vedere: dalle fontane collocate alle estremità all’omaggio floreale alle donne che quest’anno sono state vittime della violenza di genere (purtroppo l’aiuola è colma di fiori con i nomi di ciascuna) alla statua di Francisco Goya (il pittore aragonese è nato vicino a Saragozza e ci ha a lungo vissuto, quindi la città gli rende omaggio in parecchi punti) e al riferimento alle sue opere (realizzate da Federico Marés nel 1960) disposte intorno a una fontana.
Le statue che rendono omaggio a Francisco Goya in Plaza del Pilar

Il Palacio de la Aljaferìa
In tour dal centro storico al parco acquatico
Per girare rapidamente Saragozza l’ideale è servirsi del bus turistico diurno (c'è anche una versione notturna che collega i locali) soprattutto alla mattina, dal momento che la città praticamente si arresta nelle ore tradizionalmente più calde, dalle 14 alle 17. Non è un mezzo perfetto (l’audio spesso non è ben sincronizzato; difficilmente il bus rispetta gli orari delle fermate), ma ha un prezzo contenuto e permette di effettuare un sopralluogo della città in un’ora e 45’ con 19 fermate disseminate dal centro storico all’avveniristico e verdeggiante quartiere edificato in occasione di Expo 2008, passando per l'area universitaria. Una della fermate consigliate è a ridosso del Patio de la Infanta, cortile rinascimentale aragonese oggi ospitato all’interno della banca Ibercaja. Un'altra tappa interessante, con possibile visita a pagamento, è anche quella al Palacio de la Aljaferìa, monumento moresco del XI secolo più volte ristrutturato (una curiosità: Verdi vi ha ambientato l’opera ‘Il trovatore’).
A poche fermate, nel modernissimo comprensorio che si presenta come un grande parco con numerose strutture acquatiche, servizi per lo sport e l’acquario ed è stato costruito per la suddetta esposizione universale di sei anni fa, il simbolo principale è la svettante Torre del Agua, situata a poca distanza dal Puente del Tercer Milenio, ponte ad arco le cui imponenti dimensioni fanno onore al suo nome.

A cena nel caratteristico quartiere El Tubo
Dove mangiare? Bando ai ristoranti turistici, largo alle specialità dei localini caratteristici. Il pittoresco e labirintico quartiere El Tubo tra la via Mártires, Estébanes e Cuatro de Agosto, che si anima verso le 21 (l’acme lo si tocca alle 22, l’ora della cena per gli spagnoli) abbonda di localini e ristoranti dove si mangiano piatti, di salumi e pesce molto saporiti, con ricchi contorni, e si può bere vino e birra alla spina senza spendere molto. Tavolini a botte collocati sulla strada sono la cifra distintiva di El Tubo.
Locali e ristorantini a prezzi contenuti abbondano nel quartiere El Tubo
Il ristorante scelto da noi per la cena è La Pilara, suggestivo locale dedicato al mondo del vino e degli spirits, con pareti, tavolini e perfino soffitti a tema. Ma praticamente in qualsiasi angolo del quartiere si può mangiare bene spendendo poco optando per le tapas (porzioni più ridotte) al bancone o per i più abbondanti piatti serviti al tavolo.

L'hotel Ibis Styles Ramiro I di Saragozza
Mai dormito nel Sweet Bed?
Nella centrale Calle del Coso, che delimita il centro storico ed è disseminata di negozi, si trova l'hotel Ibis Styles Zaragoza Ramiro I. Grazie al recente rinnovamento che ha riguardato tutti gli hotel di questa catena, riprogettati secondo uno stile contemporaneo e dettagli vivaci, la struttura si presenta molto colorata, allegra e accogliente.
Tra i molteplici e concreti vantaggi di questo hotel economico, il wi-fi gratuito, l'aria condizionata, la possibilità di prepararsi gratuitamente bevande calde nell'area della reception, un angolo gioco dedicato ai bambini e stanze ampie e ariose dotate del comodo Sweet Bed, letto che nelle intenzioni di chi l'ha progettato garantisce un ‘sonno felice’. Per chi raggiunge Saragozza in auto, l'hotel è anche dotato di parcheggio coperto a pagamento.

Idee in più per godersi Saragozza
- Una passeggiata lungo il fiume con tramonto e skyline della Basilica del Pilar, bellissima da ammirare anche di notte essendo infatti magistralmente illuminata
- Un'escursione sul fiume Ebro con l’imbarcazione turistica
- Shopping nei negozi del corso commerciale Paseo de la Independencia (dove c’è anche la famosa catena El Corte Inglès) che collega Plaza de España a Plaza de Aragon
Edifici moderni e antichi nel commerciale Paseo de la Independencia

 Potete seguire il viaggio fotografico di Golden Backstage con l'hashtag #goldenbackstageinzaragoza

16 giugno 2014

Al megaraduno Vespa World Days 2014 due fragranze Coty


La campagna di lancio delle fragranze Vespa
E' calato il sipario sul Vespa World Days 2014. Per quattro giorni, dal 12 al 15 giugno, il megaraduno mondiale ha richiamato a Mantova gli appassionati vespisti di 130 Vespa Club di 31 Paesi, che hanno simpaticamente 'invaso' le strade della magnifica città dei Gonzaga e i suoi dintorni. Dopo le ultime edizioni in Portogallo, Norvegia, Londra e Belgio, l'evento si è così svolto 'a casa', in Italia, dove il marchio di scooter più amato e diffuso al mondo è nato 68 anni fa. Dall'attività di animazione nel Vespa Village situato in piazza Virgiliana al Vespa Trophy - sfida dei vespisti che hanno testimoniato le tappe del viaggio verso la meta del raduno con il maggior numero di Check Points Piaggio e il maggior numero di scooter Vespa - dalla mostra di Vespa di ogni epoca e relative pubblicità storiche allestita nel chiostro del Museo Diocesano alla cena di gala che ha coronato la lunga giornata del corteo di 10mila Vespa di infiniti colori, modelli e personalizzazioni: tanti e intensi gli eventi che hanno animato la kermesse motociclistica. E non sono mancati gli ospiti d’eccezione: alla presenza dei centauri di Aprilia Superbike Marco Melandri e Sylvain Guintoli la sera del 13 giugno al Boma di Mantova è stato infatti inaugurato Motoplex, che, con i suoi 1.300 metri quadrati (in cui trovano spazio i marchi Aprilia, Moto Guzzi, Piaggio e Vespa) si è presentato come il più grande e avveniristico concept store europeo del Gruppo Piaggio. Una prestigiosa vetrina anche per il colosso del beauty Coty, presente a questo happening unico al mondo con le nuove Vespa For Him e For Her, due fragranze fresche e briose che rispecchiano il mood lifestyle dell'iconico marchio, divenuto dapprima uno dei simboli chic della dolce vita e, a partire dagli anni Settanta, l'emblema dei giovani in cerca di libertà, amicizia, amore e di un pizzico di divertita trasgressione.
Da sinistra, i piloti di motociclismo Sylvain Guintoli e Marco Melandri
Modelli di Vespa di ogni epoca, colore e modello in esposizione e... on the road
Non solo scooter: tra i prodotti del marchio anche le nuove fragranze Vespa
Oltre 10mila gli appassionati vespisti che dal 12 al 15 giugno hanno 'invaso' le strade della provincia di Mantova