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08 luglio 2020

I marchi del gruppo L'Oréal lanciano il progetto 'L'Italia che vale'

Durante l'emergenza Covid-19, sono stati tanti i lavoratori in prima linea che non hanno indossato un camice bianco, ma una divisa con il logo di un supermercato.
Un'iniziativa solidale a favore del Banco Alimentare
I dipendenti della grande distribuzione hanno lavorato con impegno dietro a banconi, casse, nei magazzini per rifornire la merce e riempire gli scaffali, fornendo il loro fondamentale contributo alla comunità e donando a tutti un po' di serenità. Il supermercato non è stato solo il luogo dove fare la spesa, ma anche un posto dove tutti gli italiani hanno ritrovato un po' di normalità in un momento di emergenza. È grazie anche all'impegno di queste persone che l'Italia è andata avanti. Ispirati dal loro esempio, i brand L'Oréal Paris, Garnier, Maybelline, Essie e Franck Provost, in collaborazione con Banco Alimentare, lanciano il progetto 'L'Italia che vale', che, oltre a celebrare i dipendenti della grande distribuzione, dà una risposta concreta ai bisogni primari delle famiglie italiane colpite dalla crisi. Il messaggio è chiaro e diretto: 1 prodotto = 1 pasto. Fino al 30 settembre 2020, per ogni prodotto venduto di L'Oréal Paris, Garnier, Maybelline, Essie e Franck Provost su tutto il territorio italiano presso i punti vendita fisici e gli ecommerce dei propri clienti, nonché su Amazon.it, L'Oréal Italia donerà al Banco Alimentare un contributo, per distribuire cibo alle famiglie italiane in difficoltà in questo difficile momento storico. Dopo una prima fase di raccolta dei messaggi, inviati da persone comuni, l'agenzia McCann Worldgroup Italia ha ideato un video pieno di solidarietà che esordisce in tv nel formato 30". La campagna prevede un'ampia visibilità con una copertura sulle principali emittenti televisive nazionali e comprende anche attività digital e social. La location dello spot è il punto vendita Tigros di Gerenzano, che ha vissuto in prima linea la difficile situazione di emergenza insieme ai propri lavoratori, diventati anche protagonisti dello spot.

09 marzo 2020

La buona comunicazione al tempo della crisi da Coronavirus

Cinque proposte per rilanciare l'immagine dell'Italia
L'emergenza Coronavirus Covid-19 ha fatto emergere la necessità di una corretta comunicazione, articolata su azioni in grado di gestire i danni economici, d'immagine e di reputazione del nostro Paese. Saper gestire la complessità in momenti di crisi è compito della 'buona comunicazione'. La rete delle associazioni dei comunicatori e del management (composta da Asca, Cida, Com&Tec, Confassociazioni, Ferpi, Iaa, Una - Aziende della Comunicazione Unite) ha deciso di mettere a disposizione delle parti sociali e delle istituzioni del Paese le competenze, l'esperienza e le capacità progettuali dei propri soci. A tale scopo, ha costituito una unità operativa permanente di professionisti qualificati e specializzati in tutte le aree coinvolte nel processo di gestione delle situazioni di crisi nazionale.

Le prime proposte operative della rete delle associazioni della comunicazione:

1. Comunicare l'Italia che non si ferma: un programma di azioni che sia in grado di trasformare l'attuale comunicazione di crisi in comunicazione positiva. Un piano di comportamenti e azioni di comunicazione di gestione della crisi, di business continuity e di rilancio reputazionale.

10 settembre 2019

Le industrie di marca unite contro la piaga delle fake news

Il libro è promosso dall'associazione Centromarca
Sul web circolano notizie false che mettono in discussione la reputazione di aziende e marchi. Sono riconducibili a iniziative individuali, spesso dettate da ideologie antindustriali, ma è possibile incorrere anche in attacchi studiati da soggetti che agiscono per danneggiare l'operatore economico. In entrambi i casi, l'obiettivo è la denigrazione, minare il rapporto fiduciario tra consumatore e impresa, con conseguenze negative come la riduzione delle vendite, il deterioramento della relazione con i canali distributivi, i costi delle iniziative varate per reagire agli effetti delle fake news. Un contributo al contrasto del fenomeno arriva da Centromarca, l'Associazione Italiana dell'Industria di Marca, promotrice del libro 'Marca, Internet e contrasto alla disinformazione - Tutelare il brand, affrontare la crisi, quantificare il danno'. L’opera, con prefazione di Francesco Mutti, presidente di Centromarca, propone approfondimenti in materia di scenario, prevenzione e gestione della crisi, tutela legale e quantificazione del danno patrimoniale redatti da Andrea Barchiesi, ceo reputation manager, Paolo Buccirossi, direttore della società di consulenze Lear, Ivo Ferrario, direttore comunicazione di Centromarca, Stefano Previti e Flaviano Sanzari, avvocati dello Studio Previti. Il manuale è scaricabile gratuitamente in formato Pdf.

03 maggio 2015

Come vivere felici trasformando la crisi in opportunità

Una guida anticonvenzionale che, in barba alla crisi, spiega come vivere una vita felice e ricca di significato, insegnando per di più a liberarsi dai nefasti condizionamenti dell'abbuffata mediatica dei nostri tempi. Parliamo del saggio 'Il botto! - 50 Cose da fare subito per trasformare la crisi in opportunità', volume, scritto a quattro mani dagli ex manager Viviana Taccione e Leonardo Di Paola, che conduce il lettore lungo un percorso multidisciplinare di miglioramento personale. Autosufficienza, Sviluppo Personale, Ecologia pratica, Self-Help, Decrescita, PNL (Programmazione Neuro Linguistica), Downshifting, Transizione, Alimentazione Consapevole, Permacultura, Nuove Economie di scambio, Ecovillaggi e Community, Gestione del Tempo: tanti gli argomenti trattati dagli autori, compagni di lavoro e di vita, che, dopo oltre un decennio passato tra editoria, marketing e non profit, hanno deciso di dare una svolta alle loro esistenze per dedicarsi a progetti editoriali formativi e di infotainment online. Nel volume un link per scaricare gratuitamente l'audiolibro in formato mp3. Edito da Create Space, la guida è in vendita, fra l'altro, nei bookstore Amazon e Il Giardino dei libri.

14 gennaio 2013

La crisi? Le donne la combattono a colpi di rossetto

Mai sentito parlare del Lipstick index? È un termine coniato nel 1999 per descrivere l'incremento delle vendite di rossetti durante la crisi economica. Pare infatti che, tutte le volte che il mercato è in difficoltà e i consumi si riducono, le vendite del rossetto al contrario s’impennano. Fenomeno interessante, confermato anche da una recente ricerca del marchio Rimmel, secondo cui il rossetto è ancora una volta protagonista nella vita delle donne che, nonostante la crisi economica in atto, non rinunciano a enfatizzare il proprio sorriso di speranza con labbra perfette, preferendolo all’acquisto di altri generi più costosi, come abbigliamento, scarpe e borse. Non a caso il famoso marchio londinese negli ultimi tre mesi ha visto un incremento delle vendite a volume dei rossetti di oltre il 30% dovuto anche al lancio di Lasting Finish by Kate, la prima collezione di rossetti firmata in esclusiva della top model Kate Moss. E perché noi donne ci rifugiamo nel rossetto? Per conquistare? Tutt'altro. Come conferma l’indagine condotta da Astra Ricerche per Coty Beauty Italia, noi italiane in realtà tendiamo a fare piccoli acquisti per gratificarci, sentirci più appagate, più belle e più felici. In altri termini, per piacere a noi stesse. Finalmente un lato buono di questa crisi nera, se aiuta a farci sentire più sicure.