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12 giugno 2024

Benessere sessuale e conoscenza di sé: l'indagine di Lelo

Lelo, brand leader nel settore dei sex toys, supporta l'attività di diffusione della conoscenza della propria sessualità, dei desideri e degli orientamenti insieme alla comunità Lgbt+, che, come da tradizione nel mese di giugno, è impegnata a manifestare in tutto il mondo.
Astra Ricerche ha condotto per il brand di dispositivi
per la vita intima un'indagine sulla sessualità in Italia 

Una consapevolezza fondamentale per la missione di Lelo: il benessere sessuale delle persone, che influisce in modo profondo sullo stato d'animo e la qualità di vita. Secondo le principali evidenze dell'indagine quantitativa 'Il benessere sessuale in Italia, tra desiderio e realtà', condotta quest'anno dall'istituto Astra Ricerche per Lelo, solo il 18% delle persone intervistate ha una conoscenza adeguata dei diversi orientamenti sessuali, mentre il 49,3% dichiara di averne una conoscenza sommaria. Sono le giovani donne, 18-24enni, a dimostrare una padronanza maggiore del tema con una media di 35% di conoscenza approfondita. La ricerca mostra che gli italiani e le italiane si definiscono eterosessuali nell'89% dei casi, il 6% bisessuale, il 3% omosessuale, 1,3% asessuale e 1% pansessuale e polisessuale. Sono sempre le giovani donne a dimostrare una varietà maggiore di risposte, con una percentuale di eterosessualità sotto la media delle persone intervistate (76%). Si sfata anche uno dei luoghi comuni più diffusi secondo cui la percentuale di donne bisessuali sarebbe maggiore di quella degli uomini bisessuali, perché c'è, invece, solo un 1% di differenza in favore degli uomini: 6% vs. 7%. Il 79% delle persone intervistate ha dichiarato di non aver mai esplorato il proprio orientamento sessuale; quasi un quarto di queste perché 'non sanno come fare'.  Per migliorare la consapevolezza sul proprio corpo e la propria sessualità, i sex toys fungono da alleati perché, oltre a rendere il sesso più giocoso e soddisfacente, contribuiscono a migliorare la conoscenza di sé.

12 aprile 2019

Il ritratto della Generazione Z nell'indagine di Bnp Paribas Cardif

Sempre più connessi, multi-social e senza confini. Ma con valori e vita vera offline: è quanto emerge da 'Generazione Z: un futuro che guarda al passato', 'indagine sui giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni (pari all'11% degli italiani) realizzata da AstraRicerche per la compagnia assicurativa Bnp Paribas Cardif. L'indagine fotografa una generazione non mossa da logiche legate all'apparenza e del virtuale, anzi. Sono i valori autentici a contare veramente, quelli della famiglia e delle amicizie che, sorprendentemente, non sono quelle digitali, indicate solo dal 26%.

Gli influencer per i Centennial contano poco
Gli amici veri sono le persone che si frequentano durante il tempo libero (74%), i compagni di scuola o i colleghi di lavoro (58%) e solo in misura minore le persone conosciute sui social e poi frequentate nella vita reale (37%).
L'indagine sui Centennial è stata realizzata da AstraRicerche
Non hanno una ricetta per la felicità (quasi il 60% si dichiara felice, soprattutto gli uomini), ma per loro è molto importante stare bene con se stessi (84%) e fisicamente (82%), e avere il supporto della famiglia (80%). La fama, il successo, l'essere leader o influencer contano davvero pochissimo. A conferma di questo dato, tra le priorità dei Centellian (altro termine per definire gli esponenti della Generazione Z) risultano la famiglia (per il 56%), l'amore (47%) e la salute (42%), meno la scuola e il lavoro. I loro veri modelli di riferimento sono quelli tradizionali, come i genitori (55%) e gli amici (44%), mentre tra gli estranei, i personaggi dello spettacolo (35%) e gli sportivi (30%) superano di gran lunga i nuovi potenziali punti di riferimento come chef (19%), blogger (21%) e influencer (23%).

Ambiente e diversità nel cuore
Una generazione attenta all'ambiente e aperta alla diversità, valori acquisiti che fanno parte del quotidiano, del loro modo di essere, di pensare e vivere. Pongono una grande attenzione verso la raccolta differenziata (66%) e sono attenti agli sprechi (60%), anche se mancano un po' sul fronte della proattività, come nell'attività di volontariato (la pratica solo il 25%). Una generazione attiva (solo il 9% né studia né lavora) che si trova a essere più esposta a fenomeni sociali come il bullismo, con oltre la metà che afferma di aver subito a scuola o sul lavoro discriminazioni, in particolare per la propria salute e forma fisica (soprattutto le donne). Anche la loro vita social li porta alcune volte a commettere errori, con il 47% che dichiara di aver pubblicato contenuti online di cui si è poi pentito o di aver avuto esperienza diretta o indiretta di cyberbullismo (oltre il 40%). Tuttavia sono poco consapevoli e interessati alla reputazione digitale e hanno una debole percezione della serietà del tema.

Assicurazione per la digital reputation, questa (semi)sconosciuta
La ricerca ha indagato anche il rapporto della Generazione Z con le assicurazioni. In generale ben il 65% dei giovanissimi ne possiede almeno una stipulata da loro o dai propri genitori; più gettonate quelle legate alla mobilità (31%), alle polizze vita (19%) e alla casa (19%). Alta anche la percentuale di chi copre il proprio viaggio con un'assicurazione (69%) tra salute, volo, valigia o viaggio stesso. Sulle polizze per coprire i device da eventuali danni o furti, questa generazione dichiara di conoscerne l'esistenza (81%), con il 21% che già la possiede. Ma nonostante la rete possa essere un terreno rischioso a livello reputazionale, più della metà non conosce le assicurazioni legate alla digital reputation (55%) o, pur conoscendole, dichiara di non esserne interessato (23%). 

Mai senza lo smartphone
In merito all’universo digitale i dati emersi confermano il pensiero diffuso, con gli smartphone che trionfano tra i device più utilizzati (93%) e irrinunciabili (87%), anche se non vengono sostituiti così di frequente, considerando che il 46% lo cambia solo se necessario. Unica vera alternativa allo smartphone è il laptop (per il 75%). Tra le app maggiormente utilizzate svettano quelle per vedere video (76%), ascoltare musica (67%) e fare acquisti (63%).  WhatsApp, in assoluto (89%), e Instagram (82%) sono, come previsto, i social più utilizzati e irrinunciabili, con Facebook che si ferma al 72% e Tik Tok che raggiunge il 10%. A sorpresa, pur essendo nativi digitali e multisocial, solo meno di un terzo è molto attivo con contenuti nuovi o personali e meno di uno su cinque si definisce creatore di contenuti originali. Comunicano prevalentemente con le immagini (il 60% interagisce attraverso foto) che superano di gran lunga i video (6%). Nel tempo libero ascoltare musica è la prima grande passione dei giovanissimi (78%), che amano viverla anche in maniera esperienziale preferendo i concerti alla discoteca (solo il 31%). Seguono le serie e i film visti in tv o tramite altri devices (74%), e il tempo trascorso con gli amici, sia uscendo con loro (65%) sia chattando a distanza (65%). Il cinema resta un piacevole passatempo (49%), così come leggere un buon libro (45%).

Acquisti: l'esperienza è ancora importante
A sorpresa, i Centennial preferiscono gli acquisti nei negozi fisici
In termini di consumi, a sorpresa i negozi fisici vincono sugli acquisti online (40% contro 34%), confermando l’importanza del fattore esperienziale. Ma in questo caso il genere conta, poiché le donne preferiscono in assoluto il negozio mentre gli uomini l'online. Si acquistano più beni fisici (79%) che servizi (54%). Per gli acquisti si fanno consigliare da amici e familiari, non dagli influencer della rete. Curiosi di conoscere il mondo, viaggiare è per loro un'esperienza diffusa (per il 46%), mentre sul fronte mobilità, i giovani si spostano prevalentemente in auto (51%), a piedi (50%) e con i mezzi pubblici (37%), ma il mobility sharing è per il momento una realtà cui sono poco interessati. 

14 novembre 2018

Le mandorle, una preziosa ricarica di energia fisica e mentale

Presentata oggi a Milano la ricerca quantitativa 'Vita ed energia: i bioritmi degli italiani', realizzata da Astra Ricerche per Almond Board of California. Condotta su un campione di 1.002 italiani tra i 25 e i 65 anni, l'indagine ha evidenziato come i livelli di energia dei nostri connazionali siano in calo, con conseguenze che influenzano lavoro e tempo libero.
Per Almond Board of California, Astra Ricerche
ha condotto uno studio sui bioritmi degli italiani
Sono meno di 2 su 10 (16%) gli italiani che si sentono al top dei livelli di energia fisica e circa 6 su 10 (58%) ritengono di svegliarsi al mattino sentendo una carenza di energia. Nella media, il momento di maggiore carica viene raggiunto intorno alle 11 del mattino, dopo di che si assiste a un declino nel corso della giornata, che porta un gran numero di abitanti del Bel Paese (70%) ad andare a letto la sera stanco (40%) se non esausto (30%). I risultati rivelano inoltre la presenza di un trend negativo negli ultimi tre anni, durante i quali solo il 24% degli intervistati ha sentito crescere le proprie energie, mentre dal 2015 a oggi il saldo tra quanti si sento più energici, quanti non notano differenze e quanti sentono una riduzione delle proprie energie è negativo (-17%). La perdita di energia ha un impatto negativo sull'umore e sulle attività quotidiane: gli italiani si sentono fiacchi e apatici (63%), nervosi (32%), tristi (25%) e asociali (19%), rinunciando a portare a termini i lavori di casa (44%), a fare sport (37%) o dedicarsi agli hobby (30%). Alla domanda su quali rimedi utilizzino per ricaricarsi, un quarto degli italiani ha risposto indicando di mangiare e/o bere cibi dolci, seconda soluzione preferita dopo il sonno (47%), mentre solo il 19% preferisce snack sani come un modo per ricaricarsi. Tra gli altri rimedi, camminare, fare esercizio fisico a basso livello di intensità o praticare lo yoga.
L'infografica della ricerca quantitativa
(cliccare per ingrandirla)
Secondo la dietologa di Andid Marta Molin, quando si è 'scarichi' un alleato è rappresentato dalle mandorle, da consumare durante una pausa a metà mattina o metà pomeriggio: "Può essere inoltre utile portare con sé una manciata di mandorle (28 g o 23 mandorle, pari a a160 kcal ) da consumare quando si percepisce un calo di energia. Le loro proteine e grassi buoni, oltre alle fibre, possono rivelarsi di aiuto per rimanere in pista durante tutto il corso della giornata". Naturalmente buone, le mandorle sono inoltre una sono una fonte ricca di magnesio, che contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento. Sono anche ricche di riboflavina (B2) e fonte di niacina (B3), tiamina (B1) e folato (B9), che svolgono un ruolo nella produzione di energia nel corpo. Le mandorle sono molto facili da mangiare e contengono proteine, ferro, magnesio e manganese, così da farne l'ideale prima e dopo una sessione sportiva. Numerosi anche gli studi scientifici che evidenziano il ruolo della mandorle nel prevenire patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, l'obesità e l'ipercolesterolemia. Quanto, specificamente, alle mandorle della California, sono coltivate da oltre 6.500 agricoltori nella Central Valley. L’Almond Board of California, fondato nel 1950, supporta i coltivatori basando sulla ricerca scientifica il proprio approccio alla produzione e al marketing. Dal 1973 ha, infatti, finanziato ricerche per oltre 42 milioni di dollari in ambiti relativi alla produzione di mandorle, qualità e sicurezza, nutrizione e aspetti ambientali dell'agricoltura.

18 aprile 2018

Gli over 65 progettano il futuro: la ricerca di Bnp Paribas Cardif

Amano la tecnologia e la utilizzano, si sentono dinamici, fanno progetti per il futuro. E' quanto emerge dall'indagine  'Over 65: una vita a colori'  realizzata da Astra Ricerche per conto di Bnp Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia.
Astra Ricerche ha realizzato l'indagine per il gruppo assicurativo
Lo studio, che ha coinvolto 700 persone 65-85enni, ha inteso analizzare come vivono la loro 'nuova età' nel terzo millennio i baby boomer e come hanno modificato il loro stile di vita e le loro abitudini in diversi ambiti, dalla salute al rapporto con la tecnologia, dalla famiglia alla vita sociale, allo svago. Gli over 65, che sono circa 13,6 milioni, pari al 22,6% dell'attuale popolazione, si definiscono dinamici e attivi e, oltre alle faccende domestiche e alla cura della casa, non rinunciano a viaggiare (54,2%), prendersi cura di sé (49,1%), praticare attività ludico-sportive (45,7%) o culturali (43,4%). Hanno forti valori e ideali (56,2%) e uno sguardo orientato al futuro, più che al passato. Si reputano curiosi (47,8%), ottimisti (44,1%), capaci di invecchiare serenamente (60,8%) e alcuni sono desiderosi di fare nuove esperienze (29,6%). Se la maggior parte si augura in futuro di poter fare le stesse attività di oggi, il 35,2% auspica di farle con maggiore serenità e il 4,5% addirittura di ampliarle nei prossimi cinque anni, prevedendo più viaggi (+13,7 p.p. al 67,9%), più attività ludico-sportive (+4,9 p.p.) e culturali (+6,4 p.p.). In sintesi, è la prima generazione di questa fascia d'età che progetta concretamente un futuro. Non mancano, però, gli aspetti critici, come il basso livello di felicità e il sentirsi poco ammirati, la possibilità che loro condizione di salute possa peggiorare, oltre che considerarsi un peso per le casse dello Stato (ma non per le famiglie).
In Italia gli over 65 sono 13,6 milioni (22,6% della popolazione)
Come sottolinea Isabella Fumagalli, amministratore delegato di Bnp Paribas Cardif in Italia, "nel settore assicurativo, la longevità, il miglior stato di salute, la dimestichezza a usare la tecnologia da parte dei senior hanno cambiato il paradigma di consumo e di offerta. Si sono creati nuovi modelli di prodotto e di servizio, fino a qualche anno fa impensabili, che coniugano gli obiettivi di business con il ruolo sociale su cui si basa l’assicurazione. Oggi possiamo, ad esempio, sviluppare soluzioni innovative e sostenibili dedicate agli over 65 nel campo della mobilità, dei viaggi, della salute, della smart home, semplicemente attraverso un'app". Una maggiore dinamicità comporta un maggiore rischio per la propria incolumità. Quali sono le principali paure? Ai primi posti rientrano la paura di cadere in casa, causandosi fratture o altri danni rilevanti (per il 50,2%) e l'insorgere di piccoli acciacchi che impedirebbero di frequentare un corso o un programma a cui ci è iscritti (47%). Altri timori: subire furti o aggressioni nella propria abitazione (42,9%) o avere un imprevisto che fa annullare o interrompere un viaggio (35,8%).

16 aprile 2015

Le videopillole di Francesco Facchinetti per White Now Men

Facchinetti sul set dei video realizzati da About Lab
Come difendersi dall'assalto dei fan quando il sorriso è irresistibile? La parola all'esperto Francesco Facchinetti, protagonista di videopillole di 15" su YouTube in cui dispensa trucchetti e regole per gestire gli effetti 'collaterali' di un sorriso imbattibile, quello smagliante dovuto all'utilizzo del nuovo Mentadent White Now Men, il primo dentifricio per uomini a effetto sbiancante istantaneo.
Tra i trucchi, quello di camuffarsi, organizzare gli appuntamenti, trovare scuse plausibili, incastrare gli impegni galanti. Il progetto con protagonista lo showman, dal titolo 'Difenditi da un sorriso imbattibile', è parte della strategia di lancio del dentifricio (due le varianti) a target maschile del mercato. Nella versione integrale, il video sarà pubblicato anche sulla pagina Facebook di Facchinetti. Il concept creativo del progetto #thesmilemanagement si deve a About Lab (autore Nicola Conversa), che ha curato anche la produzione. Per il lancio della novità, l'azienda si affida inoltre a una campagna pubblicitaria internazionale televisiva sulle principali emittenti nazionali e satellitari: un film accattivante in cui assisteremo all'attrazione che un sorriso brillante di un uomo genera tra il pubblico femminile... e non solo. A completare il lancio, supportato da un ingente investimento in comunicazione, stampa e activation consumer. Il concept creativo del valore del sorriso nelle dinamiche dell'attrazione beneficia anche del supporto di una ricerca condotta online per Mentadent da Astra Ricerche su 902 italiani, tra uomini e donne, di età compresa tra i 20 e i 50 anni. L'indagine ha evidenziato che gli uomini sono poco consapevoli del valore di seduzione di un bel sorriso, brillante e sano, e infatti hanno meno cura dell'igiene orale. Il lancio di White Now Men risponde quindi alla logica di offrire un prodotto sbiancante immediato agli uomini, i cui denti sono generalmente più ingialliti di quelli delle donne.

02 luglio 2013

Il burro veste Gucci, il latte Armani, lo yogurt Zara

Il diavolo, ormai lo sappiamo, veste Prada. La stessa griffe che veste anche il formaggio a pasta dura. Mentre invece il burro veste Gucci, il latte Armani e lo yogurt Zara. A dirlo è un’indagine di Astra Ricerche, che svela le associazioni tra le personalità dei prodotti lattiero-caseari e i brand più noti della moda. Ma anche del mondo automotive: il latte è una Fiat, i formaggi a pasta dura una Bmw, la panna una Ferrari. Il monitoraggio biennale realizzato per conto di Assolatte da Astra Ricerche per la quinta volta ha fotografato il vissuto, i consumi e i profili d’immagine di latte, formaggi, yogurt e latti fermentati, burro e panna.
Tutti alimenti caratterizzati da un’elevata diffusione: nell’ultimo anno, il 91,9% degli italiani ha consumato i formaggi a pasta dura e il 90,5% quelli a pasta molle, l’83,1% ha bevuto il latte e il 77,8% lo yogurt e i prodotti a base di latte fermentato, il 75,5% ha usato il burro e il 66,9% la panna.
“La crisi ha pesato anche sul comparto lattiero-caseario ma non sulla penetrazione e sulla frequenza di consumo di questi prodotti - afferma il ricercatore sociale Enrico Finzi, che ha curato il monitor -. Infatti, in generale, il calo che si è verificato anche in questo settore ha riguardato le quantità di consumo pro capite e non la percentuale dei consumatori né quella dei forti user.
Anzi, per alcuni prodotti lattiero-caseari c’è stato un aumento dei consumatori: nei formaggi siamo passati dal 91,9% del 2011 al 93,1% del 2013 e nello yogurt dal 76,8% al 77,8%. La valorizzazione dei formaggi come secondo piatto comodo e gustoso ha contribuito all’aumento degli heavy users di formaggi, passati dall’80,6 all’83,3%, mentre il ritorno alla cucina domestica è uno dei fenomeni che ha generato l’incremento dal 40,6 al 43,2% dei forti utilizzati di burro”. Ma dal monitoraggio sono anche emerse alcune associazioni curiose: in termini di parentele il latte è percepito come madre e moglie, lo yogurt fratello. Per i formaggi a pasta dura dominano i riferimenti maschili (padre, nonno, marito) mentre per quelli a pasta molle le figure più evocate sono quelle della sorella, della nonna, della zia e dello zio. Sul fronte dei prodotti tecnologici, il latte è accostato a televisore e computer, la panna all’iPod e lo yogurt all’hi-fi, al cellulare e allo smartphone e specialmente al tablet. Quanto alle marche di automobili, il latte è associato alla Fiat, mentre lo yogurt alla Mini e alla Smart. I formaggi a pasta dura rimandano a brand di successo (come Ferrari, Bmw, Audi, Mercedes, Volvo, Alfa Romeo, Toyota, Volkswagen) mentre il mondo dei formaggi a pasta molle è quello delle marche medie non italiane (come Peugeot, Citroen, Renault, Opel, Ford, Chrysler e Kia). Infine, se si tratta di marche di abbigliamento e accessori il latte viene connesso al classico Armani, lo yogurt ai dinamici Zara e Benetton, i formaggi a pasta dura agli affermati Calvin Klein, Ralph Lauren, Prada e Lacoste e i formaggi a pasta molle ai femminili Dolce & Gabbana e Max Mara. Quanto al burro, gli italiani lo associano allo stile di Gucci.

20 febbraio 2013

Pelle d’Italia: l’indagine di Boots Laboratories Serum7


Qual è l’età della nostra pelle? A rivelarlo sono rughe, macchie (non solo visibili a occhio nudo) e  struttura cutanea. Con i suoi prodotti anti-age Serum7, Boots Laboratories, marchio di skincare e protezione solare, ha promosso in Italia una campagna scientifica sulla conoscenza dei danni nascosti della pelle causati dalle radiazioni ultraviolette. L’indagine è stata affidata ai cosmetologi Aideco - Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, che si sono avvalsi per la prima volta in Italia del Visia Deluxe, uno strumento di solito utilizzato solo nei laboratori di ricerca,  in grado di determinare l’estensione dei danni, inclusi quelli non visibili sotto la superficie cutanea. I risultati scientifici, successivamente riletti in chiave sociologica dall’istituto Astra Ricerche, serviranno a fornire indicatori per una futura attività di sensibilizzazione sulla cura e prevenzione dell’invecchiamento della pelle e sulla protezione dai danni da fotoesposizione. Com’è stato infatti dimostrato dall’indagine sociologica, condotta a fine 2012 e che ha riguardato circa 500 donne del Bel Paese, malgrado desideriamo apparire più giovani troppo spesso noi italiane non abbiamo le idee chiare sui comportamenti più opportuni e spesso facciamo errori gravi, tra i più diffusi dei quali figurano il fumo, il consumo abituale di alcolici, una dieta poco varia e squilibrata, la scarsa attività fisica e un’inadeguatezza diffusa rispetto all’utilizzo delle protezioni solari. Tanto che nel 40% delle intervistate l’età della pelle misurata scientificamente è purtroppo più elevata di quella percepita.

14 gennaio 2013

La crisi? Le donne la combattono a colpi di rossetto

Mai sentito parlare del Lipstick index? È un termine coniato nel 1999 per descrivere l'incremento delle vendite di rossetti durante la crisi economica. Pare infatti che, tutte le volte che il mercato è in difficoltà e i consumi si riducono, le vendite del rossetto al contrario s’impennano. Fenomeno interessante, confermato anche da una recente ricerca del marchio Rimmel, secondo cui il rossetto è ancora una volta protagonista nella vita delle donne che, nonostante la crisi economica in atto, non rinunciano a enfatizzare il proprio sorriso di speranza con labbra perfette, preferendolo all’acquisto di altri generi più costosi, come abbigliamento, scarpe e borse. Non a caso il famoso marchio londinese negli ultimi tre mesi ha visto un incremento delle vendite a volume dei rossetti di oltre il 30% dovuto anche al lancio di Lasting Finish by Kate, la prima collezione di rossetti firmata in esclusiva della top model Kate Moss. E perché noi donne ci rifugiamo nel rossetto? Per conquistare? Tutt'altro. Come conferma l’indagine condotta da Astra Ricerche per Coty Beauty Italia, noi italiane in realtà tendiamo a fare piccoli acquisti per gratificarci, sentirci più appagate, più belle e più felici. In altri termini, per piacere a noi stesse. Finalmente un lato buono di questa crisi nera, se aiuta a farci sentire più sicure.