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07 aprile 2024

'Italia 70 - I nuovi mostri', le opere di 70 artisti invadono Milano

Per due settimane a partire dall'8 aprile – in concomitanza con Miart, l'Art Week e la Design Week – la Fondazione Nicola Trussardi riporta l'arte nelle strade di Milano diffondendo centinaia di immagini realizzate da 70 artisti.
Paola Pivi, Leopard, 2007–2023
Dal titolo 'Italia 70 - I nuovi mostri', il progetto è a cura di Massimiliano Gioni,  Era il 2004 quando, con 'I nuovi mostri - Una storia italiana', la Fondazione aveva disseminato tra le strade di Milano, dal centro alla periferia, centinaia di poster realizzati da 16 giovani artisti italiani: un’antologia di sguardi sull’Italia e la sua mutevole identità che diventò un’irriverente occupazione degli spazi pubblici. A vent'anni da quell'esperimento pionieristico – tra le prime incursioni con cui la Fondazione Nicola Trussardi iniziava a portare l’arte contemporanea nei luoghi più inaspettati della città – la Fondazione ripropone il format coinvolgendo questa volta 70 artisti operanti in Italia, tra grandi maestri e talenti emergenti, per un intervento di arte pubblica che sviluppa ed espande l’idea di museo mobile con cui la Fondazione Nicola Trussardi trasforma da tempo la città in un grande palcoscenico per l’arte contemporanea. I 70 artisti coinvolti sono stati invitati dalla Fondazione a produrre ognuno un’immagine inedita o a scegliere un'opera speciale da riprodurre su centinaia di manifesti: tutte le immagini realizzate saranno dunque protagoniste di una massiccia campagna affissioni che tappezzerà le strade e le piazze e che coinvolgerà addetti ai lavori e curiosi in una caccia al tesoro da un estremo all’altro della città, disegnando una nuova mappa di Milano, dal Cimitero Monumentale al Centro Storico, da City Life a Porta Romana. Insieme, le immagini di Italia 70 comporranno una collezione temporanea di arte a cielo aperto: un museo metropolitano, nascosto tra le comunicazioni commerciali, che riflette i desideri e inquietudini dell’Italia di oggi.

05 giugno 2023

La Fondazione Trussardi inaugura l'antologica di Diego Marcon

L'artista italiano (in alto) oggi è presente all'inaugurazione insieme a
Beatrice Trussardi e a Massimiliano Gioni della Fondazione Trussardi
Nel suo ventesimo anno di attività, la Fondazione Nicola Trussardi dà il via a un nuovo intervento a Milano, proseguendo con il suo progetto di museo mobile con cui Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni hanno riscoperto e trasformato strade, piazze, palazzi, spazi dimenticati e luoghi simbolici, occupandoli temporaneamente con le opere di alcuni dei più importanti artisti contemporanei. Da oggi al 30 giugno 2023, la Fondazione Trussardi invita a vedere 'Dramoletti', la prima mostra istituzionale antologica in Italia di Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985), uno degli artisti italiani più interessanti dell'ultima generazione. Cornice della mostra il Teatro Gerolamo per marionette, divenuto celebre come 'la piccola Scala' per le sue dimensioni in miniatura e i pregiati dettagli architettonici disegnati nell'Ottocento da Giuseppe Mengoni, lo stesso architetto della Galleria Vittorio Emanuele, dov'è iniziato il percorso itinerante della Fondazione Nicola Trussardi vent'anni fa. Reso famoso dagli spettacoli di burattini dei Fratelli Colla, riscoperto nel dopoguerra da Paolo Grassi e rilanciato negli anni Settanta da Umberto Simonetta, il Teatro Gerolamo conserva ricordi di racconti fiabeschi e atmosfere incantate che trovano un'inquietante simmetria nelle opere di Diego Marcon.
Diego Marcon / Ludwig, 2018 [still] / Video, 
CGI animation,  color, sound / loop of 8'14"
Diego Marcon / Courtesy Sadie Coles HQ, London
Con film, video e installazioni, Marcon costruisce misteriosi drammi da camera nei quali si muovono pupazzi, bambini e creature sospese tra l'umano e il post-umano. Mescolando melodramma ed effetti speciali, Marcon immagina una nuova umanità agitata da profondi dubbi morali e intrappolata in azioni angoscianti che si ripetono all’infinito. Installate in questo teatro-bomboniera, le opere di Marcon girano su se stesse come ballerine in un ipnotico carillon, evocando i micromondi di Joseph Cornell e le fantasie di Carlo Collodi e Lewis Carroll. La mostra di Marcon al Teatro Gerolamo, che si snoda tra la sala centrale, la galleria, il loggione e altri spazi dello storico teatro milanese è il momento cardine di un palinsesto di attività con cui la Fondazione Nicola Trussardi festeggia i suoi vent'anni di attività nomade iniziata ad aprile 2023, in occasione di Miart e della Milano Art Week.

04 aprile 2020

'Viaggi da camera' invita ad aprire le stanze reali e immaginarie

Massimo Grimaldi per 'Viaggi da camera', l'iniziativa artistica indetta dalla Fondazione Trussardi
'Viaggi da camera' diventa social. Il progetto online della Fondazione Nicola Trussardi – che dallo scorso 27 marzo raccoglie e distribuisce quotidianamente immagini, video e testi, scelti da artisti invitati a raccontare il proprio spazio domestico e privato – da oggi si apre al pubblico.
La Fondazione ha deciso di aprire a tutti la partecipazione al progetto
(Maurizio Cattelan per 'Viaggi da camera')
In pochi giorni la Fondazione ha infatti ricevuto innumerevoli messaggi di persone che vogliono contribuire con i loro 'viaggi da camera', raccontando il loro universo privato in questo periodo di reclusione domestica forzata. La Fondazione ha quindi deciso di aprire a tutti la partecipazione al progetto: chiunque potrà postare sui social network il proprio 'viaggio da camera', aggiungendo l’hashtag #viaggidacamera e taggando la Fondazione Nicola Trussardi. La Fondazione condividerà quotidianamente tutti i contributi nelle stories dei suoi account Instagram e Facebook. I contributi degli artisti invitati, invece, continueranno a essere pubblicati nel sito web e nel feed dei canali social della Fondazione, come inizialmente previsto. Ispirato al romanzo settecentesco di Xavier De Maistre 'Viaggio intorno alla mia camera', scritto durante un soggiorno obbligato di 42 giorni in una stanza di Torino, il progetto invita tutti ad aprire le porte delle loro stanze reali e immaginarie. Uno stimolo a intraprendere nuovi viaggi all'interno del perimetro della propria stanza, per provare a scoprire nuove mappe della fantasia e nuovi punti di fuga.

12 dicembre 2019

Alla Milano Art Week 2020 un'opera collettiva di Olafur Eliasson

La Fondazione Nicola Trussardi annuncia The collectivity project, un'installazione partecipativa dell'artista danese-islandese Olafur Eliasson, a cura di Massimiliano Gioni.
The collectivity project| 3rd Tirana Biennale, Albania, 2005
Photo: Olafur Eliasson, Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin;
Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles | © 2005 Olafur Eliasson
L'installazione site specific – che dal 14 aprile al 3 maggio 2020 darà vita a un paesaggio urbano immaginario, ideato e costruito dal pubblico – verrà realizzata in occasione dell'Art Week milanese, coordinata dal Comune di Milano, e della Design Week, in un luogo pubblico, simbolo della città di Milano, che sarà svelato all'inizio del 2020. Dopo A Friend, l’imponente intervento su scala urbanistica concepito per i due caselli daziari di Porta Venezia dall'artista ghanese Ibrahim Mahama nel 2019, e Sacrilege, la gigantesca installazione gonfiabile del celebre artista britannico Jeremy Deller – che nel 2018 ricostruiva in scala 1:1 nel parco delle sculture di CityLife il sito archeologico di Stonehenge – la Fondazione Nicola Trussardi ha invitato Eliasson a realizzare per la settimana dell'arte uno dei suoi progetti partecipativi più noti. Con The collectivity project l’artista invita il pubblico a progettare, costruire e ricostruire un immenso paesaggio immaginario, una città in costante formazione ed evoluzione realizzata utilizzando oltre due tonnellate di mattoncini Lego bianchi messi a disposizione di tutti i passanti su grandi tavoli appositamente allestiti nello spazio pubblico. Come spesso accade con le installazioni di Eliasson, The collectivity project genera un luogo per la conversazione e lo scambio tra le persone.

02 aprile 2019

Ai Caselli di Porta Venezia un'installazione artistica in juta

Inaugurata oggi a Milano, ai due Caselli Daziari di Porta Venezia, 'A friend', la gigantesca installazione firmata dall'artista Ibrahim Mahama e curata da Massimiliano Gioni per la Fondazione Nicola Trussardi.
Ibrahim Mahama
L'ha realizzata l'artista ghanese Ibrahim Mahama
su commissione della Fondazione Nicola Trussardi
In occasione della Milano Art Week, l'artista ghanese ha avvolto i caselli con centinaia di sacchi di juta cuciti insieme, creando un'insolita copertura che indurrà i passanti a considerare i due monumenti alla luce della loro origine storica e della loro funzione simbolica ed economica. 'A friend', nelle intenzioni dell'artista - che ricoprendo monumenti s'ispira agli interventi urbanistici dell'artista Christo - è insomma un invito a riflettere sul concetto di soglia, quel luogo di passaggio che definisce l'interno e l'esterno, il sé e l'altro, l'amico e il nemico. Ma perché la juta? Con la ricerca e la trasformazione dei materiali, il 32enne artista indaga temi come la migrazione, la globalizzazione e la circolazione delle merci e delle persone attraverso i confini e le nazioni. Le sue installazioni su larga scala impiegano materiali raccolti da ambienti urbani, come frammenti architettonici, legno, tessuti e, in particolare, sacchi di juta. Simbolo dei mercati del Ghana, sono fabbricati in Asia e importati in Africa per il trasporto su scala internazionale di merci alimentari, come cacao, fagioli, riso, carbone. Strappati, rattoppati e marcati con vari segni e coordinate, i sacchi con le loro drammatiche ricuciture raffazzonate diventano garze che tamponano le 'ferite della storia', simbolo di conflitti e drammi. L'opera, che si potrà ammirare fino a domenica 14 aprile 2019, è prodotta in collaborazione con Miart, fiera d'arte moderna e contemporanea di Milano, nell'ambito dell'Art Week milanese 2019, un programma di eventi patrocinato dal Comune di Milano. L'opera 'A friend' è stata resa possibile grazie a Confcommercio Milano, Spada Partners, Apalazzogallery. Sponsor tecnico Belluschi 1911. Copertura media a cura di Sky Arte Hd.

02 maggio 2017

'La Terra Inquieta': i cambiamenti del mondo secondo l'arte

Migrazione, dramma dei rifugiati, trasformazioni sociopolitiche:  aperta fino al 20 agosto 2017 alla Triennale di Milano la mostra 'LaTerra Inquieta'.
Massimiliano Gioni                   Beatrice Trussardi
In esposizione le opere di 65 artisti, provenienti da più di 40 Paesi del mondo, che ricostruiscono l'odissea dei migranti puntando i riflettori sui mutamenti dello scenario globale. La mostra -il cui titolo ricalca quello della raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant, che celebra la coesistenza di culture diverse - è curata dall'esperto e critico d'arte Massimiliano Gioni della Fondazione Nicola Trussardi, realtà culturale senza scopo di lucro presieduta da Beatrice Trussardi. Il percorso della mostra si snoda attraverso una serie di nuclei geografici e tematici – il conflitto in Siria, lo stato di emergenza di Lampedusa, la vita nei campi profughi, la figura del nomade e dell'apolide, la migrazione italiana all’inizio del Novecento – a cui si intersecano complesse metafore visive. 'La Terra Inquieta' mette in luce, in particolare, il ruolo dell'artista come testimone di eventi storici e la capacità dell'arte di raccontare cambiamenti sociali e politici. Mentre i media raccontano di guerre e rivoluzioni viste a distanza, molti artisti conoscono e descrivono in prima persona il mondo da cui provengono i migranti. Una concezione dell'arte come reportage lirico, documentario sentimentale, testimonianza viva.
Le opere di 65 artisti, provenienti da più di 40 Paesi del mondo, sono una testimonianza viva

08 luglio 2015

Domani si partecipa alla Festa del raccolto di Wheatfield

Il campo di grano è cresciuto a ridosso dei futuristici grattacieli che svettano nel quartiere milanese di Porta Nuova
Conoscere da vicino i segreti del raccolto: dalle tecniche antiche, che prevedevano la raccolta delle spighe con falcetti e la battitura, alle più moderne attività svolte dalla mietitrebbia e dalla rotoimballatrice.
La Festa del raccolto è aperta a tutti
Lo si potrà fare giovedì 9 luglio, dalle 15 alle 19.30 (ingresso da via De Castilla 28), grazie alla Fondazione Riccardo Catella che, in collaborazione con Fondazione Nicola Trussardi e Confagricoltura, organizza la Festa del raccolto del grano cresciuto - Wheatfield, l’opera d’arte ambientale dell’artista americana Agnes Denes, che ha regalato alla città una distesa naturale di cinque ettari fra i grattacieli e gli edifici futuristici della nuova skyline. Dopo la semina pubblica di febbraio, che ha visto la partecipazione di oltre 5mila milanesi, e dopo l'apertura del percorso pedonale, che ha restituito alla Città un'area rimasta chiusa per 50 anni, Wheatfield è cresciuto all’interno del perimetro che ospiterà il futuro parco pubblico, la 'Biblioteca degli Alberi'. Per realizzare il campo di grano a Porta Nuova sono stati trasportati nell’area 15.500 metri cubi di terra da coltivo, utilizzati 1.250 kg di sementi certificati della tipologia Odisseo (250 kg per ettaro) e circa 5mila kg di concime. Nel rispetto del pensiero dell’artista, i milanesi e i turisti di tutto il mondo saranno protagonisti della grande festa del raccolto: ciascuno potrà portare a casa un mazzo delle spighe e un sacchettino di semi cresciuti tra i grattacieli. 'Piantate semi per il futuro': con questo invito Denes ci rende simbolicamente portatori del messaggio di Wheatfield nella nostra vita quotidiana e responsabili del nostro futuro e di quello delle generazioni a venire, a cui siamo chiamati a trasmettere valori fondamentali come la condivisione, la cura e la solidarietà. In occasione della festa del raccolto i partecipanti potranno rispondere al questionario predisposto da Agnes Denes, in cui l’artista invita a riflettere su problemi quali l'ecologia, i cambiamenti climatici, il futuro del pianeta: i dati e le risposte raccolte verranno conservati in una speciale capsula del tempo.