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20 febbraio 2024

Il rossetto opaco Lumi-Matt di Diego dalla Palma con sistema refill

La ricarica, in PET 100% riciclabile, è proposta in 12 tonalità
Opaco, ma luminoso, a lunga durata (con una sola passata resiste fino a 8 ore), dal colore pieno ma impalpabile, dall'azione idratante: tante le caratteristiche del rossetto Lumi-Matt di Diego dalla Palma Milano e, ora che siamo diventati più sensibili al tema della sostenibilità ambientale, c'è un altro requisito importante che questo prodotto cosmetico vanta: il sistema refill in PET 100% riciclabile e sostenibile, in 12 tonalità. Perché nel mondo beauty, è cosa nota, il contenitore, l'astuccio, il vasetto o il flacone creano molto scarto quando il prodotto è terminato.
La nuova custodia nera
Da tempo Diego dalla Palma ha intrapreso la strada della sostenibilità focalizzandosi sul packaging, con soluzioni refill per viso, occhi e labbra in grado di ridurre l'impatto sull'ambiente. Per trasmettere l'approccio orientato alla riduzione degli sprechi anche ai consumatori, Diego dalla Palma Milano offre una maggior varietà di texture e finish con sistema refill, in modo da rendere sempre più attrattiva questa nuova modalità sostenibile di vivere il makeup. Per questo, a seguito del successo dei rossetti creamy, la famiglia con sistema refill dedicata alle labbra si amplia con una nuova formula innovativa che riguarda il rossetto Lumi-Matt Refill system naturalmente opaco, perfetta combinazione tra performance e trattamento, nota come skinification, perché mantiene le labbra idratate, morbide ed elastiche grazie alla presenza di un mix di attivi nutrienti e antiossidanti quali l'olio di semi di maracuja e l'olio di semi di lampone. Il rossetto è racchiuso nella custodia refill system riutilizzabile all'infinito in alluminio con chiusura magnetica. Disponibile dallo scorso gennaio anche nella versione nera, si aggiunge alle due custodie nude e rossa permettendo di personalizzare il proprio rossetto e riconoscere le diverse tonalità nel proprio beauty case.

18 marzo 2021

Levissima ha realizzato uno spot a basso impatto ambientale

Da domenica 21 marzo sarà in onda il nuovo spot Levissima (Gruppo Sanpellegrino), uno spot a basso impatto ambientale realizzato seguendo le linee guida di Albert, un'autorità internazionale sulla sostenibilità ambientale per la realizzazione di film e spot pubblicitari. Lo spot sostenibile, ideato da Ogilvy e prodotto da Indiana Productions'inserisce all'interno del progetto Levissima Regeneration e punta a promuovere stili di vita sostenibili. Volge a una logica di economia circolare sostenendo l’importanza dell’uso responsabile delle risorse e la cultura del riciclo. È proprio da qui, infatti, che nasce la volontà del brand di adottare pratiche ecosostenibili anche per la realizzazione del nuovo spot pubblicitario. A ogni team della produzione è stato chiesto di tenere un registro della gestione dei rifiuti, dell'energia utilizzata e di qualsiasi informazione sui fornitori e sul loro background. Questo sia in fase di costruzione sia in fase di preproduzione e realizzazione dello spot. Ogni individuo, ogni reparto e ogni fornitore ha contribuito a raggiungere quest'obiettivo con l'utilizzo, ad esempio, di veicoli a minor impatto. La produzione ha ridotto al minimo gli sprechi e le emissioni di CO2. Tutti i prodotti di carta sono stati ottenuti da una fonte riciclata ed è stato chiesto di spegnere, appena possibile, le luci e la corrente. Questi accorgimenti sono stati adottati anche per la parte costumi, hairstyle, make up e catering, utilizzando prodotti sostenibili e di provenienza etica. L'impatto minimo ambientale della realizzazione dello spot verrà compensato con un'iniziativa sociale: la riqualificazione di un'area degradata, in cui sarà avviata la produzione biologica di ortaggi ed essenze locali. Un’iniziativa sociale al servizio della comunità e del territorio della Valtellina, dove nasce l'acqua Levissima.

22 novembre 2020

L'impegno ambientale di Caudalie passa dai cofanetti natalizi

Da tempo Caudalie, realtà d'Oltralpe fondata dai coniugi Mathilde e Bertrand Thomas nel 1995, s'impegna a favore di una cosmesi ragionata, raddoppiando gli sforzi per minimizzare l'impatto ambientale dei suoi cofanetti.
I coffret sono di carta o plastica riciclata e riciclabile
e stampati con inchiostri vegetali
Un processo costante e ambizioso, quello per preservare il pianeta, che si traduce in molteplici atti concreti: anzitutto i suoi coffret sono fabbricati e confezionati in Francia, dove ha sede l'azienda multinazionale, e questo le consente di risparmiare 22 tonnellate di CO2. Inoltre, l'azienda elimina il superfluo, per un risparmio di 21 tonnellate di plastica e di 12 tonnellate di carta,  grazie a cofanetti eco-progettati e riciclabili. I cofanetti sono fabbricati con plastica riciclata e carta proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, inoltre sono stampati con inchiostri vegetali. Un altro impegno ambientale è quello che dal 2012 porta Caudalie a sostenere, in ambito cosmetico a livello mondiale, l'associazione '1% for the Planet', versando l’1% del suo fatturato ad associazioni ambientaliste con lo scopo di piantare alberi. Da questo mese i cofanetti Caudalie da mettere sotto l'albero di Natale sono disponibili sul sito Caudalie.com, in farmacia, parafarmacia, nelle boutique di Milano e Venezia e all’Excelsior Coin di Trieste e Bergamo.

04 novembre 2020

In 100 parcheggi McDonald's si farà il pieno d'energia con Enel X

Il parcheggio di ogni ristorante ospiterà due stazioni di ricarica
In seguito alla nuova partnership tra McDonald’s Italia ed Enel X, entro fine 2021 saranno installati 200 punti di ricarica per vetture elettriche in 100 parcheggi dei ristoranti McDonald's, lungo tutta la Penisola. Il connubio mira a favorire la transizione verso la mobilità elettrica e sottolinea l’importanza di un’impronta green, per cui da diversi anni le due realtà si prodigano. Le stazioni di ricarica JuicePole e JuicePump all'interno dei parcheggi dei ristoranti McDonald’s e offriranno un nuovo servizio ai clienti, consentendo il rifornimento di due veicoli contemporaneamente con potenza erogabile fino a 22 kW in AC per le JuicePole e di almeno 50 kW in DC per le JuicePump. Con quest’ultima, saranno sufficienti in media circa 30 minuti per realizzare un 'pieno' di energia elettrica, l'equivalente del tempo medio trascorso dai clienti McDonald’s nei ristoranti per consumare un pasto. La collaborazione permetterà di ottenere importanti risultati anche in termini di impatto ambientale: i punti di ricarica a pieno regime porteranno a un risparmio netto di oltre 1.800 tonnellate di CO2 emessa nell’atmosfera, dato che corrisponde alla CO2 assorbita da più di 100mila alberi in un anno. La scelta di implementare questo progetto va a rafforzare l’impegno di McDonald’s verso la sostenibilità, pilastro che sottende l’intera strategia aziendale e che si sviluppa lungo tutta la filiera, dal campo al vassoio. Quanto a Enel X, a oggi ha installato oltre 10.500 punti di ricarica in Italia e prevede di raggiungere quota 28mila entro il 2022.

25 luglio 2019

Il cotone di Ovs sarà tutto sostenibile e ne includerà di organico

Entro il 2020 il 100% del cotone utilizzato nelle collezioni Ovs sarà sostenibile e includerà cotone organico, cotone proveniente da coltivazioni Better Cotton Initiative (Bci) o riciclato (nel 2018 rappresentava quasi il 70% della produzione totale).
Obiettivo: migliorare l'impatto sull'ecosistema
Un obiettivo che, in termini di impatto ambientale, si tradurrà in un risparmio di circa 14 miliardi di litri d'acqua, una significativa riduzione di pesticidi (15 tonnellate) e di CO2 (circa 6mila tonnellate). Leader in Italia nel mercato dell'abbigliamento donna, uomo, bambino, Ovs già da tempo ha posto l'innovazione sostenibile al centro delle attività produttive, consapevole della sua importanza per il futuro dell'ambiente e per i milioni di clienti che ogni anno visitano e acquistano nei suoi oltre mille negozi. Ovs è stata la prima azienda italiana ad aver sostenuto Better Cotton Initiative, l'organizzazione internazionale che mira a migliorare l'impatto sull'ecosistema e sulle persone dell'industria globale del cotone. Ma l'impegno di Ovs non si ferma al cotone: per la primavera/estate 2020, infatti, l'insegna incrementerà ulteriormente l’utilizzo di alternative sostenibili anche per altri materiali impiegati tra cui la viscosa proveniente da cellulosa certificata Fsc, il nylon e il poliestere provenienti dal recupero della plastica. Un nuovo step del programma #wecare, avviato nel 2016, che tocca tutte le dimensioni aziendali, dal prodotto al negozio, alle persone, con cui Ovs intende accelerare la transizione verso una moda circolare e contribuire a proteggere il futuro del pianeta.

30 gennaio 2019

Riso Gallo presenta le sue referenze da agricoltura sostenibile

I fratelli Carlo e Riccardo Preve, amministratori delegati di Riso Gallo, oggi hanno presentato Milano il progetto di sostenibilità da cui sono scaturite due referenze destinate al mass market: il riso rustico per risotti e il riso rustico per contorni e insalate, certificati dall'ente Friend of the Earth, standard dell'agricoltura e dell'allevamento sostenibili.
Entrambe sono certificate Friend of the Earth 
Com'è stato spiegato, l'azienda con sede a Robbio (PV) in tre anni ha ridotto del 17% i consumi energetici per kg di risone lavorato, dal 2016 punta sul 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili certificate e ha ridotto del 60% le emissioni di CO2 per kg di risone lavorato. Inoltre ha ridotto significativamente anche i consumi di imballo dei suoi principali prodotti. 
Le due novità sono destinate al mass market
"La consapevolezza dell'impatto industriale sulle risorse naturali è insita nel Dna di Riso Gallo e si manifesta da sempre in azioni concrete, a partire dalla decisione di utilizzare pressoché esclusivamente risone di origine italiana, sostenendo così l'economia del territorio e delle comunità locali e riducendo dunque l'impatto ambientale derivante dal trasporto della materia prima", affermano Carlo e Riccardo Preve -. In questa direzione, Riso Gallo ha inoltre adottato diverse pratiche: il monitoraggio dell'impatto ambientale di tutta la filiera, condotto in partnership con l'Università degli Studi di Milano, cui è affidato lo studio di Life-Cycle Assessment, che mira alla riduzione dei gas serra; la buona prassi di seminare fiori sugli argini per richiamare gli insetti impollinatori con l'obiettivo di valorizzare la biodiversità dell'ecosistema della risaia. Senza dimenticare l'utilizzo al 100% di energia da fonti rinnovabili, insieme all'impegno costante per migliorare i materiali che vengono utilizzati per il confezionamento, come testimoniato dal progressivo utilizzo di cartoncino certificato Fsc per tutte le nostre confezioni, concreto segnale della sensibilità alle tematiche della riforestazione".

22 giugno 2016

Vallelata al Centro di Arese con iniziative di ecosostenibilità

Da venerdì 24 a domenica 26 giugno, presso 'Il Centro' di Arese, Vallelata organizza tre giornate all’insegna della natura chiamando a raccolta tutti coloro che credono che anche i piccoli gesti quotidiani possano fare la differenza per migliorare l’ambiente in cui viviamo. L’evento prevede l’installazione temporanea di piccoli orti urbani: tutti i partecipanti saranno sorpresi da un'oasi verde, realizzata con pallet riciclabili, piccole coltivazioni e alberi da frutto. Inoltre, due agronomi saranno a disposizione per rispondere alle domande dei più curiosi e ad insegnare a tutti coloro che vorranno anche mettersi alla prova con coltivazioni casalinghe. Da segnalare, in particolare, workshop gratuiti, che avranno luogo ogni giorno, alle ore 12 e alle 18: nell'occasione si potranno imparare le tecniche per realizzare un orto fai-da-te e saranno svelati i segreti delle colture consociate e delle autoproduzioni erboristiche. L’iniziativa rientra nel progetto Vallelata 'Attiva per l’ambiente' volto a sensibilizzare i consumatori sulle tematiche ambientali. Vallelata ha infatti sottoscritto un accordo volontario con il ministero dell’Ambiente che ha portato a un piano di analisi, misurazione delle emissioni di CO2 dei due prodotti più venduti, Mozzarella 125 g e Ricotta 250 g, che possono quindi vantare una produzione a ridotto impatto ambientale grazie alla completa compensazione di emissioni di CO2 attraverso progetti ecosostenibili.

27 ottobre 2014

L'impatto della carne sull'ambiente? Lo mostra la clessidra


Assica, Assocarni e UnaItalia, le associazioni di categoria delle tre filiere italiane della carne più importanti (bovino, suino, avicolo) hanno presentato a Milano, all’Expo Gate - metaforico cancello d’ingresso a tutte le iniziative di Expo 2015 - la Clessidra Ambientale.
I relatori presenti all'incontro di Assica, Assocarni e UnaItalia
Concepita nell’ambito del rapporto dal titolo ‘La sostenibilità delle carni in Italia’, la clessidra rappresenta l’equilibrio fra nutrizione umana e tutela dell’ambiente. Uno strumento che aiuta i consumatori a fare chiarezza anche sul reale impatto della carne. Se fino a oggi il carbon footprint della filiera delle carni è stato infatti valutato in termini assoluti (emissioni di CO2 per kg di carne) l’attuale rapporto intende invece proporre un nuovo approccio, che valuta l’impatto di un alimento sulla base delle quantità realmente consumate nell’ambito di una dieta corretta ed equilibrata. Risultati inediti, che aprono a differenti considerazioni e prospettive: con la Clessidra Ambientale si può infatti notare come, in un modello alimentare corretto, il carbon footprint delle proteine sia pari a 7,5 kg di CO2 equivalente, un valore in linea con quello di frutta e ortaggi, che arriva a 6,7 kg CO2 equivalente. In altri termini, l’impatto medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti che hanno minore impatto unitario, ma che di fatto sono consumati in quantità maggiori. Una rassicurazione importante, insomma, per tutti coloro che nella propria dieta includono la carne, che, se consumata con equilibrio, non comporta effetti negativi sulla sostenibilità ambientale ed economica.
All’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone, erano presenti Massimo Marino, socio fondatore di Life Cycle Engineering, Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (Opera - UCSC), Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, e Stefano Zurrida, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Milano.