Secondo l'indagine, in Italia i fan del lavoro a maglia si concentrano nella fascia 35-44 anni, sono in prevalenza donne e molti di essi hanno visto aumentare la passione durante il lockdown, anche abbinando al passatempo la visione di una serie tv, forma d'intrattenimento sempre più apprezzata dagli italiani. Confermato anche l'alto apprezzamento per il green, che da sempre distingue la società di realizzazione e vendita online di kit per il knitting, rispettosa dell'ambiente grazie a filati prodotti in modo ecosostenibile e molti dei quali frutto del recupero e riutilizzo di materiali di scarto. "Alcuni dei dati emersi, come la prevalenza del genere femminile tra i clienti, non ci hanno sorpreso. Così come quanto sono apprezzati i nostri video tutorial, vale a dire dal 60% del campione – affermano Barbara ed Elisabetta Fani, sorelle fondatrici del brand -. Altri dati offrono invece spunti molto interessanti, a partire da quelli legati al lockdown e a i suoi effetti". Quanto alla provenienza geografica, gli appassionati di knitting si concentrano al Nord e, a scalare, nel Centro e nelle Isole. Questo perché, generalmente, al Nord si avvertono prima e in maniera più forte gli influssi delle tendenze moda dei Paesi nordici. Ma è probabile un livellamento in un futuro non troppo lontano, dal momento che già ora si segnalano crescite importanti di consumi online nelle regioni del Sud Italia, con la Campania in testa. Altri due quesiti, infine, danno indicazioni di natura tecnica. Il 41% del campione si ritiene bravo nel lavoro a maglia, ma con margini di miglioramento. Nella stessa categoria, si segnala il 28% per chi sostiene di 'cavarsela benino' e il 14% per i principiati assoluti. Il 59% degli intervistati, infine, si dichiara appassionato anche di uncinetto (oltre all'utilizzo dei ferri). Nella categoria si registra un discreto 11% che si dedica al ricamo, anche se il 25% dichiara di non conoscere altre tecniche.
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27 aprile 2021
Lavoro a maglia e serie tv, un connubio perfetto secondo Bettaknit
Bettaknit, contestualmente al lancio della nuova collezione primavera-estate 2021 - già disponibile online e caratterizzata da linee velatamente rétro che strizzano l'occhio agli anni Sessanta - ha realizzato un sondaggio presso 3mila suoi clienti.
02 marzo 2020
L'impatto del Coronavirus sulle agenzie di comunicazione
Quali saranno in Italia le conseguenze del Coronavirus Covid-19 sull'industria della comunicazione formata da agenzie pubblicitarie, realtà di pr e comunicazione integrata, strutture di eventi e digital? Il Centro studi di Una – Aziende della Comunicazione Unite ha condotto sui suoi associati e in partnership con Assorel un'indagine sulla percezione delle agenzie italiane, le azioni messe in atto per fronteggiare l'emergenza e le previsioni per i prossimi 12 mesi.
Le evidenze della ricerca: ricadute sul business, misure intraprese, effetti immediati
L'88% dei rispondenti concorda sul fatto che questa emergenza sanitaria avrà un impatto sull'andamento del mercato della comunicazione anche se più di un'agenzia su due (64%) non è ancora in grado di stimarlo. Diversamente, il 7% del campione prevede una flessione intorno al 5% del fatturato mentre il 12% estende questa proiezione alla doppia cifra del 10%. A non prevedere ricadute in negativo sul business il 12% del panel. Sul fronte delle misure attivate per tutelare i dipendenti e l'interesse civico, il lavoro agile altrimenti detto smartworking (75%) ha decisamente prevalso, il 53% ha sospeso le trasferte di lavoro mentre il 41% ha cancellato i meeting di persona optando per alternative tecnologiche come videoconferenze, messaggistica istantanea, ecc. Solo il 6% ha chiuso sedi operative. Quali gli effetti più immediati? Se il dato più rilevante riguarda la cancellazione degli eventi (66%) emerge la piena volontà di agenzie e dei brand di posticipare piuttosto che annullare. Questo traspare nell'ambito delle campagne pubblicitarie - dove la riprogrammazione (50%) supera di gran lunga la cancellazione (12%) - o negli eventi (57%) e produzioni (31%).
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Una
27 agosto 2019
Bulldog svela le evidenze di un'indagine sulla cosmesi maschile
Simone Duffy, fondatore del marchio cosmetico |
Il marchio skincare made in Uk è sbarcato in Italia quest'anno |
17 luglio 2019
Wiko indaga i trend in tema di emoji, le faccine gialle stilizzate
Oggi si celebra il World Emoji Day, la giornata internazionale dell'emoticon. Wiko, brand di telefonia portavoce del lusso democratico, ha interrogato, con un sondaggio su Facebook, gli utenti iscritti al gruppo Wiko Community Italia, per scoprire quali sono i trend in tema di emoji.
Sempre più utilizzate, le emoticon sono un linguaggio non verbale universale |
Le 'faccine gialle', sempre più utilizzate, sono ormai diventate un linguaggio non verbale universale capace di tradurre in simboli grafici emozioni, espressioni, reazioni e gesti, ma anche di sostituire determinate parole, arricchendo e talvolta cambiando radicalmente il significato dei messaggi. Questo fenomeno testimonia un'evoluzione delle abitudini e dei costumi, evidenziando come il linguaggio della nostra società stia cambiando in una direzione che privilegia velocità, immediatezza e immagini. Il primo dato che emerge riguarda l'utilizzo stesso delle emoji: il 100% del campione le usa abitualmente per velocizzare e sintetizzare messaggi. Più nel dettaglio, si scopre inoltre che le emoji più diffuse sono quelle legate a emozioni positive. Al primo posto c'è la faccina che piange di gioia (53%), seguita dal classico smile che sorride (18%) e dall'emoji con gli occhi a forma di cuore (16%). E se le immagini e foto di animali fanno incetta di cuori e like sui social, tra le emoji sembra invece che abbiano meno successo: solo il leone (3%) va per la maggiore. Se da un lato le faccine sono un alleato perfetto, da utilizzare a tutte le età per una comunicazione efficace e veloce, ci sono alcuni contesti in cui sarebbe meglio evitarle. Secondo il 42% degli intervistati è meglio non utilizzare le emoji per comunicare con i propri superiori, seguito da un ulteriore 25% che dichiara che sarebbe meglio evitarne l'utilizzo anche con i colleghi di lavoro.
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22 aprile 2018
Le vacanze degli italiani secondo l'indagine Coop-Robintur
E' un settore in crescita quello dei viaggi estivi. A dirlo è l'indagine 'Le vacanze degli italiani' a cura di italiani.coop, il portale di ricerca e analisi di Coop, per Robintur Travel Group, la più grande rete italiana di agenzie di viaggio dirette di proprietà di Coop Alleanza 3.0, che conta 300 agenzie in Italia. La ricerca, effettuata lo scorso marzo, ha riguardato un campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
Più italiani in viaggio
La prossima estate pensano di fare un viaggio 3,5 milioni d'italiani in più rispetto al 2017: pensa di partire l'88% dei nostri connazionali (+10%). Sceglierà il mare il 50% dei vacanzieri, mentre la natura attrae il 13%. Per gli italiani vince la voglia di novità, con otto vacanzieri su dieci che vogliono cambiare meta con l'arrivo del caldo.
Più italiani in viaggio
La prossima estate pensano di fare un viaggio 3,5 milioni d'italiani in più rispetto al 2017: pensa di partire l'88% dei nostri connazionali (+10%). Sceglierà il mare il 50% dei vacanzieri, mentre la natura attrae il 13%. Per gli italiani vince la voglia di novità, con otto vacanzieri su dieci che vogliono cambiare meta con l'arrivo del caldo.
Secondo il sondaggio, per l'Italia crescono mete come Emilia Romagna, Lazio e Liguria, mentre per l'estero Spagna, Grecia e Croazia. In calo, invece, le destinazioni come Puglia, Sardegna e Campania per il nostro Paese e Maldive, Thailandia e Egitto per chi esce dai confini nazionali. Per prenotare si punta molto sul fai-da-te e la sicurezza della prenotazione. Oltre sette su dieci fanno da soli (73%), molti dei quali prenotano viaggio e pernottamento avvalendosi di siti aggregatori o siti di operatori e albergatori. Due viaggiatori su dieci (19%) scelgono invece di affidarsi alle agenzie di viaggio per l'ottimo rapporto qualità/prezzo (41%) o per le proposte originali e interessanti (34%), o per un rapporto di fiducia consolidato (29%). Dei vacanzieri che posseggono un animale, più di tre su dieci (32%) sono pronti a portarlo con loro e un italiano su due (55%) è disposto a pagare tra il 5 e il 30% in più, rispetto al costo totale della vacanza, per servizi dedicati agli amici a quattro zampe. Per oltre quattro vacanziere donne su dieci (43%) in valigia non possono mancare le medicine e per un uomo su dieci (19%) il power bank. Il 10% degli uomini in vacanza non dimentica i preservativi. Al ritorno quasi uno su tre del totale (29%) spera di riportare con sé nuove amicizie e il 7% un nuovo partner.
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18 giugno 2017
L'identikit degli amanti del knitting secondo We are knitters
Protagonisti della bella stagione i kit in cotone Petit Point |
Motivi decorativi urbani e di tendenza |
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01 luglio 2016
Si può partecipare fino al 7 luglio al sondaggio di Spontex
25 gennaio 2016
Scoprite la (fra)intesa di coppia con il test di Groupon
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06 dicembre 2012
Cosa fare poco prima della fine del mondo?

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